Appello di Facebook: “Berlusconi
siamo in 50mila. Ora rispondi”
Iscritti al gruppo del popolare social network, a decine di migliaia
chiedono al premier di rispondere alla dieci domande poste da Repubblica
Cari amici,
La vicenda Berlusconi/Noemi si arricchisce di nuovi fatti di cronaca rosa.
Si racconta che Noemi insieme a sua madre sia stata al tavolo d’ onore della festa del Milan; lo stesso che era riservato al Cavaliere.
Come mai?
Ormai siamo in 50mila a chiedercelo su Facebook; credo che sarebbe cortese rispondere a delle domande così politicamente imbarazzanti!
Spesso ci si chiede se la moralità sia un concetto pubblico o privato.
Su questo quesito ritengo che quando la moralità riguarda personaggi di potere che influiscono sulla vita di milioni di persone, la moralità sia un fatto politico pubblico e rilevante.
Il cosiddetto comune senso del pudore è un argomento pubblico importante, sia per le società cattoliche come l’ Italia, sia nelle società protestanti come l’ Inghilterra o gli Usa.
Gli stranieri dall’ estero ci guardano e giudicano le qualità personali dei nostri governanti.
ROMA – Non si ferma la carica degli italiani che attendono una risposta da Silvio Berlusconi. Anzi. Non solo una, ma almeno dieci. Sono cinquantamila a chiedere al premier di rispondere alle domande che Repubblica gli ha posto tramite l’inchiesta di Giuseppe D’Avanzo. Cinquantamila iscritti al social network Facebook che si sono riuniti nel gruppo Berlusconi rispondi! per esortare il premier a fare luce sulle vicende legate al caso Letizia e allo scandalo che ne è seguito.
Un vero tam tam che ha fatto si che in meno di sei giorni il gruppo arrivasse a cinquantamila iscritti, con picchi di oltre diecimila nuovi utenti al giorno. Un gruppo che vuole mantenere alta l’attenzione sull’inchiesta e trova inconciliabile il ruolo pubblico del premier con la mancata risoluzione dei quesiti posti.
“Le dieci domande sono semplici ma non inutili.
Certamente ci sono diecimila domande e problemi più gravi ma spesso è la semplicità del punto di partenza che introduce sviluppi significativi – così Renzo Milanese, uno degli iscritti che interviene da Hong Kong – in realtà dietro a queste banalità c’è un differente senso dello stato”.
Più avanti riflette Rossana Lo Grasso: “Se questo gruppo cresce di diecimila persone al giorno ci sarà un motivo”; mentre un altro iscritto, Fernando Arduini, pone l’attenzione sulla natura dell’inchiesta e sull’esigenza di un giornalismo più coraggioso: “Certo,visto che ancora esiste la libertà di stampa,mi accontenterei di vedere scendere in campo altri giornalisti coraggiosi”.
Tutto, intorno al gruppo Berlusconi rispondi!, si muove con fermento e la pagina è diventata un punto di riferimento per gli italiani – ma sono tanti anche gli iscritti stranieri o gli italiani resienti all’estero che hanno aderito – che vogliono dire la loro sulle controverse vicende del premier. Giorno dopo giorno gli iscritti si confrontano sulle novità che riguardano il premier e tra gli argomenti più caldi della settimana c’è sicuramente il caso Mills. Una sorta di piazza virtuale insomma, nella quale si incontrano con frequenza anche sostenitori di Berlusconi. Le dieci domande continuano ad essere oggetto di discussione anche sui blog italiani come si legge su BlogBabel, un aggregatore di blog che monitora gli argomenti più commentati del web.
I cinquantamila vanno avanti con la loro richiesta: dieci risposte a dieci semplici domande e invitano gli iscritti ad inoltrare le domande alla segreteria del presidente del Consiglio. Il resto sono discussioni – oltre cento gli argomenti – messaggi lasciati in bacheca – oltre tremila – e link che, tra parodie, satira e informazione, approfondiscono il caso.
“Papi – scrive uno degli iscritti – ora siamo in cinquantamila a chiedertelo: puoi risponderci?”