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No al ristorno per il condomino che ritinteggia senza consen

No al ristoro per il condomino che ritinteggia il fabbricato ‘trascurato’
Corte di cassazione – Sezione II civile – Sentenza 3 settembre n. 20154

Il singolo condomino non può senza interpellare gli altri condomini e l’amministratore e, quindi, senza il loro consenso, provvedere alle spese per le cose comuni, salvo che si tratti di spese urgenti. E fra di esse non rientrano quelle tese al mero miglioramento dell’immagine del condominio, quali per esempio la tinteggiatura ecc. Lo ha stabilito la Corte di cassazione con la sentenza 20154/2013.

La Suprema corte ricorda infatti che nel condominio (1134 cc), a differenza della comunione (1110 c.c.) la “trascuranza” degli altri partecipanti e dell’amministratore non è sufficiente a riconoscere il diritto al rimborso per il proprietario che ha anticipato le spese.

“Il condomino – spiega la sentenza – non può, senza interpellare gli altri condomini e l’amministratore e, quindi, senza il loro consenso, provvedere alle spese per le cose comuni, salvo che si tratti di ‘spese urgenti’. Il divieto per i singoli condomini di eseguire di propria iniziativa opere relative alle cose comuni cessa quando si tratta di opere urgenti, intendendosi quelle che, secondo il criterio del buon padre di famiglia, appaiano indifferibili allo scopo di evitare un possibile, anche se non certo, nocumento alla cosa comune, l’urgenza dovendo essere commisurata alla necessità di evitare che la cosa comune arrechi a sé o a terzi o alla stabilità dell’edificio un danno ragionevolmente imminente, ovvero alla necessità di restituire alla cosa comune la sua piena ed effettiva funzionalità”.

“La disposizione dell’art. 1134 cod. civ. – prosegue la sentenza -, invero, è diretta ad impedire indebite e non strettamente indispensabili interferenze dei singoli partecipanti alla gestione del fabbricato riservata agli organi del condominio, essendo previsti dalle norme processuali strumenti alternativi (art. 1105, quarto comma, cod. civ.) al fine di ovviare alla inerzia nella adozione o nella esecuzione di provvedimenti non urgenti, ma tuttavia necessari per la conservazione ed il godimento dell’edificio”.
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