Chi crederà ai miei versi in un’ epoca futura
se li colmo del tuo pregio supremo?
Benchè essi, lo sa il cielo, siano tomba che oscura
la tua vita, e non la mostra a pieno.
Se io potessi scrivere del tuo sguardo splendente,
versare in versi freschi la grazia del tuo cielo,
quell’ epoca direbbe “Il poeta mente;
mai tocco celeste ebbe volto terreno”.
Ed i miei fogli, dal tempo ingialliti,
sarebbero derisi come vecchi cialtroni,
mera follia di poeta esaltato,
metro abusato di antiche canzoni.
Ma, vivesse un tuo figlio, tu vivresti
duplice vita, in lui e nei miei versi.