Michele avrebbe compiuto vent’anni domenica prossima.
E’ deceduto poco fa, raggiungendo i suoi quattro amici di Molfetta che lo aspettavano oltre il fiume.
Lo aspettavano, come lui aspettava loro. Li aveva cercati, trovati, con la solidarietà dello sfollato. Di un’Italia che non c’è più. Che esiste, ma è morta nei nostri cuori, e muore ogni giorno di più, con la morte delle classi sociali, nel livellamento amorfo, nella cappa d’ipocrita splendore che abbaglia e non illumina.
Muore nella "mala luce" di chi vanta e spaccia un unico, insultante ed edonistico presente.
Muore, e sappiamo che quell’attesa è un’illusione. I suoi amici non esistono più. Hanno stentato l’eternità col gesto sommo dell’umanizzazione totale. Ma il paradiso è un lusso che non gli è concesso.