Francia, dipendente licenziato da Veolia perché non tagliava l’acqua ai poveri
Cari amici,
Questa assurda crisi finanziaria, mette continuamente uno contro l’ altro chi ha i soldi e chi non li ha.
Siamo tutti portati ad essere soli, a non avere altri punti di riferimento che non sia la propria sicurezza economica; lo stato perde continuamente rappresentanza sociale, e chi tenta una visione diversa viene allontanato, così come accade sia accaduto a questo dipendente.
Io sono amministratore di condominio, e mi scontro continuamente con questa realtà che oppone i morosi con chi è in regola con le spese condominiali.
Tento di mediare e di trovare soluzioni condivise con i condòmini e con i consiglieri, e spesso mi scontro con l’ ottusità di molti condòmini che non riescono a percepire la realtà economica nella loro interezza.
Trovo che la riforma del condominio, da questo punto di vista, sia assolutamente inadeguata, e non guardi per nulla all’ interesse delle comunità residenziali.
Io voglio guidare la Community AziendaCondominio verso una gestione solidale e vantaggiosa per i residenti; per questo cerco di condividere i problemi attraverso una capillare comunicazione, e a volte raggiungo degli accordi favorevoli per tutti.
Credo che oggi siamo tutti chiamati a ribellarci pacificamente, inventando delle reti sociali che creino condivisione e solidarietà, offrendo dal basso delle alternative alla fredda logica economica, che oggi sta distruggendo il tessuto economico del nostro paese.
Riprendiamoci la nostra storia!!
L’impiegato si rifiutava di staccare la fornitura a chi era "incapace di pagare. Per me era una questione morale". Per l’azienda, invece, il suo comportamento destabilizzava l’organizzazione del lavoro
PARIGI – Licenziato perché non tagliava l’acqua alle famiglie più povere, che non riuscivano a pagare le bollette. E’ successo a un uomo di 48 anni, Marc, da vent’anni dipendente di Veolia ad Avignone. All’inizio del mese è stato licenziato e del suo caso si dovranno occupare i Prud’hommes, giudici civili eletti da imprenditori e lavoratori, chiamati in prima istanza a risolvere i conflitti individuali nelle aziende.
Secondo la versione dell’interessato, Veolia lo ha messo alla porta nonostante la sua richiesta di essere trasferito a un altro incarico. Da sette anni, l’uomo rifiutava di tagliare l’acqua a famiglie che riteneva non semplicemente in mora, ma incapaci di pagare: "Cercavo di trovare delle soluzioni con loro. Li dirigevo, per esempio, verso degli assistenti sociali oppure cercavamo di stabilire una rateazione del pagamento". Tagliare l’acqua era impossibile per lui: "Non sono stato formato per intervenire in situazioni del genere", cioè ad affrontare uomini e donne che invocano la loro povertà per spiegare il mancato pagamento. "Per me era una questione morale". In sette anni, un migliaio di famiglie avrebbe evitato grazie a lui di non avere più acqua in casa.
La versione dell’azienda è ovviamente diversa. Con il suo comportamento, dicono, destabilizzava l’organizzazione del lavoro, perché altri agenti dovevano essere mandati sul posto per tagliare l’acqua. E questo sarebbe il motivo del licenziamento. Ma Veolia contesta versione del dipendente licenziato. Il direttore regionale, Bruno Chalon, insiste sulla differenza tra famiglie in difficoltà e cattivi pagatori: "Sono operazioni effettuate con persone messe in mora, non riguardano le persone che dipendono dagli aiuti sociali, i quali sono contattati dagli assitenti sociali in modo da stabilire degli scadenzari e mettere in pratica dei meccanismi di aiuto". Per i sindacalisti, invece, le cose sono meno semplici: "Bisogna che la gente faccia certe pratiche amministrative. Ma spesso quelle famiglie sono in un tale stato di disperazione che non ci pensano". Un caso analogo a quello dell’esattore dell’acqua era stato segnalato un anno fa per un impiegato del gas.
http://www.repubblica.it/economia/2013/ … ef=HREC2-9