Qualcuno ha scritto una volta che non fa conto attendere che la barca dell’ amore venga a noi, se non abbiamo provveduto a sospingerla in acqua.
So perfettamente che molti sono decisi ad aspettarlo, l’ amore, in base alla fiduciosa convinzione secondo la quale “un giorno o l’ altro il principe azzurro farà la sua comparsa”…o la principessa azzurra, beninteso!
Questo può essere vero per pochi fortunati, ma altri potrebbero attendere per sempre, spesso fino al momento in cui si diventa cinici, esseri umani amareggiati e inaspriti, troppo spaventati per amare, e forse anche incapaci di riconoscere l’ amore quand’ anche dovessero incontrarlo.
Una volta ho assistito ad una lezione, quando all’ improvviso abbiamo ricevuto la visita di un cane.
E’ entrato in aula dimenando la coda festoso.
Tutti noi lo abbiamo ricoperto di carezze, ed una ragazza ha commentato:
“Ecco una cosa tipica della mia vita.
Quì non c’ è stata sera in cui non mi sia trovata a tu per tu con la mia solitudine, senza una persona che mi abbia accordato un filo di comprensione. Invece entra un cane randagio ed è ricoperto di affetto!! C’ è qualcosa di ingiusto in questo”.
“Beh, non è poi così strano”, gli ha risposto un ragazzo.
“Il cane è entrato e con il suo comportamento ci ha fatto capire che era disposto a dare e a ricevere affetto. Il suo messaggio è stato chiaro, semplice, per niente minaccioso.
Tu invece te ne stai seduta, imperturbabile, senza rivelare nulla.
Noi non leggiamo nel pensiero. A volte bisogna decidersi a parlare, o quantomeno a lanciare un segnale”.
….Madre Teresa di Calcutta scrive…
Se vogliamo che un messaggio d’ amore sia udito, spetta a noi lanciarlo.
Se vogliamo che una lampada continui ad ardere, spetta a noi alimentarla d’ olio.