Processo breve, centomila firme
Aderisce anche Rita Borsellino
Il sì degli intellettuali: Givone, Schiavone, Settis e De Luna. Aderiscono Carla Fracci e Fiorella Mannoia
Cari amici,
Ieri sera su RAI 3 mi hanno spiegato con chiarezza la “ratio” della legge sul processo breve.
La nostra “Littizzetto” nazionale si è seduta in cattedra e ha spiegato il tutto con la seguente analogia:
“E’ come se per legge si stabilisse che l’ attesa dei pazienti per una TAC non deve superare i dieci giorni! Se si attende di più ….allora si è guariti!”
Splendido! Breve! Completo! Chiaro!
Ma perchè i comici non si mettono in politica?
La comicità riesce a cogliere la verità delle cose, e a “mettere a nudo” il Re.
Berlusconi, il quale è più “alto” che “simpatico” questo lo sa bene; infatti nel mondo di plastica che si è creato non manca mai di sorridere e di raccontare storielle divertenti.
Ma a me, che sono fuori dal “suo” mondo, i suoi discorsi non fanno ridere!
La Repubblica
ROMA – Due giorni e quasi 100mila firme. L’ appello di Roberto Saviano al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per far ritirare la norma sul “processo breve”, pubblicato sabato sulla prima pagina di Repubblica, continua a essere sottoscritto da migliaia di cittadini. “Non rappresento altro che me stesso”, aveva scritto Saviano. Ma la sua richiesta sta a cuore a molti italiani. Il conteggio delle firme su Repubblica. it è a quota 100mila.
All’appello dello scrittore si sono aggiunte le adesioni dell’europarlamentare Rita Borsellino. Firmano anche la danzatrice Carla Fracci (da pochi mesi assessore alla Cultura della Provincia di Firenze) e il marito regista Beppe Menegatti. Il rischio, segnalato da Saviano, “che il diritto in Italia possa distruggersi”, è condiviso da registi come Mimmo Calopresti, Francesca Comencini e Ferzan Ozpetek. Firmano anche Dario Fo e Franca Rame. E, con loro, il produttore cinematograficoDomenico Procacci e la cantante Fiorella Mannoia. Uomini di cultura, come Salvatore Settis, direttore della Scuola Normale di Pisa, il filosofo, ordinario di Estetica all’università di Firenze, Sergio Givone, Aldo Schiavone, direttore dell’istituto italiano di scienze umane, Evelina Christillin, presidente del Teatro Stabile di Torino e lo storico Giovanni De Luna. Tra le associazioni ci sono Articolo 21 eAsgi, l’associazione studi giuridici sull’immigrazione.
L’autore di Gomorra aveva scritto che “con il processo breve verranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi”. E poi, “non si possono fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia”. Così la pensano anche i lettori di Repubblica. it che, sul sito hanno lasciato circa 300 messaggi. “I processi diventeranno brevi e giusti se gli operatori della giustizia avranno i mezzi adeguati per farlo”, scrive l’utente “ne4207”. Un altro, “mariocorona”, aggiunge: “Dovrebbero essere a servizio della nazione, invece usano lo Stato per i loro interessi personali. Chi sono gli antitaliani?”. “Questo governo – secondo Dado970 – per salvare il proprio premier legalizza la frode nell’alta finanza (tra gli altri i clamorosi casi Parmalat, Cirio e Thyssen), lasciando marcire nelle carceri i “ladri di polli””. E c’è chi, come un utente che si firma “straker62”, racconta la sua storia di piccolo imprenditore tessile coinvolto, come parte lesa, in un processo: “Grazie a questa sciagurata proposta – scrive – rischio di spendere altri soldi per il processo penale, per costituirmi parte civile e poi magari vedere il tutto andare in estinzione se il primo grado non si chiude entro i primi due anni o magari l’appello o magari la Cassazione”.