E’ quando il vostro spirito vaga nel vento,
Che soli e incauti commettete una colpa verso gli altri e quindi verso voi stessi.
E per questa colpa commessa dovrete bussare e, inascoltati, attendere a lungo alla porta dei beati.
Come l’ oceano è la vostra essenza divina;
Per sempre resta incontaminata.
E come nell’ etere, in essa si muovono soltanto gli esseri alati.
Come il sole è la vostra essenza divina;
Ignora le gallerie della talpa e non cerca le tane del serpente.
Ma in voi non dimora soltanto l’ essenza divina.
Molto è tuttora umano in voi, e molto in voi non è ancora umano, ma un pigmeo informe che cammina addormentato, cercando nelle brume il proprio risveglio.
E ora vorrei parlarvi dell’ uomo che è in voi.
Poichè nè la vostra essenza divina, nè il pigmeo nelle brume, ma solo l’ uomo conosce la colpa e il castigo.
Spesso vi ho udito dire di chi sbaglia che non è uno di voi, ma un intruso estraneo al vostro mondo.
Ma io vi dico: Così come il santo e il giusto non possono innalzarsi al di sopra di quanto vi è di più alto in voi, così il malvagio e il debole non possono cadere più in basso di quanto vi è di più infimo in voi.
E come la singola foglia non ingiallisce senza che la pianta tutta ne sia complice muta, così il malvagio non potrà nuocere senza il consenso tacito di voi tutti.
Insieme avanzate, come in processione, verso la vostra essenza divina.
Voi siete la via e i viandanti.
E quando uno di voi cade, cade per quelli che lo seguono, giacchè li mette in guardia contro l’ ostacolo.
Ma cade anche per quelli che lo precedono i quali, benchè più celeri e sicuri nel loro passo, non rimossero l’ ostacolo.
E vi dirò, inoltre, nonostante la mia parola vi pesi sul cuore:
L’ assassinato è responsabile del proprio assassinio,
e il derubato non è senza colpa del furto subito.
Il giusto non è innocente delle azioni del malvagio,
e chi ha le mani pulite non è immune dalle imprese dell’ empio.
Sì, il colpevole è spesso vittima di chi ha offeso,
E ancora più spesso il condannato regge il fardello di chi è senza biasimo e colpa.
Voi non potete separare il giusto dall’ ingiusto, il buono dal cattivo.
Poichè stanno uniti al cospetto del sole come insieme sono tessuti il filo bianco e il filo nero.
E se il filo nero si spezza, il tessitore rivedrà da cima a fondo tela e telaio.
Se qualcuno di voi volesse portare in giudizio una moglie infedele, soppesi anche il cuore del marito e ne misuri l’ anima.
E chi volesse frustare l’ offensore scruti nello spirito dell’ offeso.
E se qualcuno di voi, in nome della giustizia, volesse punire con la scure l’ albero guasto, ne esamini le radici.
E scoprirà radici del bene e del male, feconde e sterili, tutte insieme intrecciate nel cuore silenzioso della terra.
E voi Giudici, che pretendete di essere giusti,
Che giudizio pronunciate su chi, benchè onesto nella carne, in spirito è ladro?
Che pena infliggete a chi uccide nella carne, ma in spirito è lui stesso ucciso?
E come perseguite chi nei fatti inganna e opprime, ma è lui stesso afflitto e oltraggiato?
E come punite quelli il cui rimorso è più grande del loro misfatto?
Il rimorso non è forse la giustizia retta da quella vera legge che servireste di buon grado?
Ma non potete imporre il rimorso all’ innocente, nè strapparlo dal cuore del colpevole.
Inaspettato esso chiamerà nella notte, affinchè l’ uomo si svegli e scruti dentro di sè.
E come capire la giustizia, se non esaminate ogni fatto in piena luce?
Solo così saprete che il caduto e l’ eretto sono un solo uomo che sta nel crepuscolo, sospeso tra la notte della sua essenza non ancora umana, e il giorno della sua essenza divina.
La pietra angolare del tempio non è più alta della pietra più bassa delle sue fondamenta.