Trattato europeo, l’Irlanda dice «no»; Fini: «Crisi senza precedenti dell’Ue»
Lo ammette il ministro della Giustizia: hanno vinto i contrari. Documento bocciato nonostante i sì di 26 Paesi
Cari amici,
A volte mi chiedo se gli italiani avrebbero ratificano il trattato Europeo, oppure l’ avrebbero bocciato come hanno fatto gli irlandesi.
Personalmente mi sento cittadino del mondo, e trovo difficile togliermi la giacca da Italiano per indossare quella di Europeo.
Riconosco che l’ Unione Europea ci ha salvato dalla bancarotta, e che ha “costretto” i nostri politicanti a fare scelte di gestione necessarie che mai avrebbero fatto spontaneamente.
A volte penso che gli italiani non riescono a governarsi da soli: Abbiamo bisogno del controllore; del guardiano che ci riduca alla ragione e ci costringa ad agire in modo coerente e necessario.
Cosa ci riserverà il futuro? Sapremo inventarci un’ identità comune dello stesso genere di ciò che vantano gli americani, i russi, i cinesi?
Non so! A parte l’ Euro, gli europei non hanno in comune nè la lingua, nè la cultura, nè il contesto sociale, nè la religione.
Abbiamo bisogno di un sogno comune per crescere!
Ma c’ è qualcuno che sia ancora capace di sognare?
Corriere della Sera
DUBLINO – No! L’Irlanda boccia il referendum sul Trattato di Lisbona, versione «alleggerita» della Costituzione europea già respinta nel 2005 da francesi e olandesi. Il ministro irlandese della Giustizia ha ammesso che la vittoria dei contrari al Trattato non è più in discussione. Quindi, mancando l’unanimità, il documento non può entrare in vigore nonostante gli altri 26 Paesi dell’Unione europea l’hanno approvato o si apprestano a farlo. I risultati definitivi sono attesi intorno alle 16,30 ora italiana.
«VINCE LA DEMOCRAZIA» – «Una vittoria per la democrazia», ha detto Declan Ganley, l’uomo d’affari fondatore del gruppo Libertas che ha guidato la campagna contro il Trattato. «Il popolo irlandese ha mostrato coraggio e saggezza e ha mandato un messaggio forte al primo ministro Brian Cowen, che ora deve andare a Bruxelles e riferire il messaggio degli irlandesi, che vogliono democrazia e responsabilità per l’Ue».
«NO IN TESTA» – A Dublino (che conta un quarto dell’elettorato irlandese), in cinque distretti i primi conteggi vedono una prevalenza dei contrari al trattato, in tre c’è un testa a testa e in uno è in vantaggio il sì. Il sito dell’Irish Times conferma che in tutte le circoscrizioni della capitale i no prevalgono con una media di 60 contro 40, con picchi di 70 a 30 nella circoscrizione sudorientale. L’Irlanda è l’unico Paese dell’Ue ad avere, per legge, indetto un referendum sul Trattato di Lisbona.
COMMISSIONE UE – «La Commissione europea ha fatto quello che doveva e quello che poteva» ha detto il portavoce dell’esecutivo, Johannes Laitenberger che non ha voluto commentare i primi exit poll: «Non penso che sia appropriato fare commenti a questo stadio. La Commissione ha fatto quello che poteva e quello che doveva ma la ratifica non è una cosa che devono fare le istituzioni europee bensì gli Stati membri». Nel pomeriggio il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso terrà una conferenza stampa per commentare i risultati.
NEGOZIATO – Ma Barroso ha già detto con chiarezza che non esiste un ‘piano B’ in caso di bocciatura del Trattato. Né appare valida l’ipotesi secondo cui la ratifica potrebbe avvenire ugualmente per via parlamentare. La possibilità più concreta è che riprenda il negoziato come accadde nel 2005 dopo la bocciatura della Costituzione con il referendum di Francia e Olanda. Di certo si allungano i tempi per il partenariato con la Russia e per la presidenza forte auspicata da leader come il presidente francese Sarkozy.
FINI: «CRISI» – A questo punto per l’Unione europea si aprono scenari imprevedibili. «Bisogna capire che cosa succede dopo il voto in Irlanda», ha detto Silvio Berlusconi nel corso del Consiglio dei ministri. Secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini, «se gli irlandesi bocciassero il Trattato di Lisbona ci troveremmo in una situazione di crisi senza precedenti delle istituzioni europee».
CALDEROLI – Nettamente contraria l’opinione di Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa. «Un grazie al popolo irlandese per il suo voto. Tutte le volte in cui i popoli sono stati chiamati a votare hanno bocciato clamorosamente un modello di Europa che viene vista lontana dai popoli stessi. I popoli, ancora una volta, hanno dimostrato di avere maggiore saggezza rispetto a governi e parlamenti. La sovranità appartiene ai popoli e solo i popoli possono decidere di rinunciare ad essa».