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L’amministratore del futuro

L’amministratore del futuro, credo che avrà le competenze che si adatteranno alle comunità residenziali del futuro.

L’altro ieri discutevo con dei residenti, che abitavano in un condominio ricoperto da impalcature abbandonate, vittime del bonus 110%.

Mi chiedevano consigli su come uscire dai guai.

Cosa rispondere?

Gli ho detto che, se mi eleggevano amministratore, mi sarei letto i documenti e li avrei aiutati.

Ecco… in quel momento mi sono reso conto di come l’amministratore è visto dai condomini:

Una specie di condottiero che, lancia in resta, guida i condomini verso la salvezza.

Della realtà, … della competenza, dell’organizzazione condominiale, non frega nulla a nessuno!

Questa è una riflessione amara, ma, purtroppo, non c’è nulla che mi porta a pensare il contrario.

L’amministratore è il “soggetto responsabile”, colui che è chiamato a decidere il meglio, sollecitato dalle richieste dei condomini.

L’amministratore del futuro é una chimera

Certo, la comunità residenziale potrebbe organizzarsi, se volesse, ma in realtà non ha alcuna consapevolezza.

Purtroppo tutta la società vive allo stesso modo, e pensa, agisce e vota in modo che nulla migliori.

Puoi votare la destra o la sinistra, questo amministratore o quell’altro, ma la minestra da mangiare resta con lo stesso sapore.

Quindi, comunque, con le regole che ci sono, non sono le competenze professionali che fanno la differenza, ma le qualifiche relazionali.

I condomini non guardano i rendiconti, o, se li guardano, li analizzano con le lenti di ciò che pensano dell’amministratore.

Pertanto, il mestiere dell’amministratore è per idealisti o per truffatori.

Questa è la realtà, e finché i condomini non sapranno evolversi non cambierà…. e l’amministratore del futuro resterà una chimera.

“Chi non lavora come amministratore di condominio professionista non lo sa.

Il mondo degli amministratori di condominio

E’ un microcosmo fatto di tacite regole, di orari sballati, di vita sociale ristretta, di intensa condivisione.

Un mondo che, per chi lo guarda da spettatore esterno, risulta difficilmente comprensibile. E’ un mondo che ti cambia, modifica i tuoi bioritmi, muta le tue priorità e, purtroppo, ridimensiona anche il tuo carattere.

E’ come un amante che ti chiede di dedicargli tutte le tue energie e alla fine, per tutto il resto, ne avanza proprio poco.

Un amante che spesso rischia di mettere in discussione i rapporti più forti o boicotta quelli sul nascere.

Perché, se nel corollario umano che gravita intorno a amministratore e condominii, possiamo trovare la moglie o il marito, devota/o e orgogliosa/o che accetta con spirito di sacrificio gli straordinari (non pagati), le chiamate notturne, le assenze nei pranzi di famiglia, per correre al capezzale del malato (condominio) dall’altra, come residuo embrionale di un retaggio sostanzialmente maschilista, troviamo i mariti che sbuffano perché la moglie si è trattenuta oltre l’orario di lavoro (ma l’orario di un amministratore è un concetto aleatorio) e dall’alto del loro cartellino timbrato al minuto (si fa per dire) non riescono a entrare in questo meccanismo, aggravando i sensi di colpa, peraltro già ben radicati e indipendenti, delle mamme lavoratrici.

L’ amministratore di condominio non ha orari – Resilienza è la sua priorità

Ancora peggio per chi entra per la prima volta nella tua vita e ti guarda tipo marziana, ti fa domande tipo “Ma allora davvero fate anche capire ai condomini come si fanno i conti?”

Il mio amministratore non lo fa”, mi vien voglia di rispondere “ la mia banca è differente “.

Mi astengo per non dare la conferma di essere una marziana, o a domande del tipo “Che rapporto ha con i condomini?”

Classica domanda da primo appuntamento per rompere il ghiaccio, osservandoti con distacco e curiosità, salvo poi capire che è stato bello pagare il biglietto per lo zoo, ma farti uscire dalla gabbia no:

Che sei troppo schizzata, non dormi mai, e per qualsiasi soffio di vento sei in stato d’allerta (succede quando passi ogni giorno con l’allarme del cellulare nelle orecchie).

Vivere come amministratore di condominio è “Resistenza”.altro che l’amministratore del futuro.

E’ dare il meglio che puoi nonostante i tagli di compenso e la mancanza di personale, nonostante i turni massacranti, nonostante la mancanza dei più banali supporti, nonostante le difficoltà logistiche, gestionali e organizzative, nonostante l’utenza che ti vede sempre più come un nemico da sfidare.

E’ come la più classica delle relazioni disfunzionali: è qualcosa che ogni giorno si prende un pezzettino della tua anima, dei tuoi anni, della tua vita, dandoti pochissimo in cambio, ma da cui tutto sommato non riesci a staccarti.

Lavorare come amministratore è vivere con tanta adrenalina

Perché di questo forse hai bisogno, perché anche questa è vita.

E’ vita stare sempre al pc per finire un bilancio che non riesci a far quadrare e poi di corsa per arrivare al condominio per fare assemblea, chiedendoti a che ora finirà, è vita l’adrenalina che esplode quando gestisci un’urgenza, è vita il grazie (quasi mai) di un condomino o il sorriso di una vecchietta, che gli hai risolto un problema, è vita la soddisfazione che ti dà fare il giro la mattina e trovare rinato quel condominio critico con cui hai lottato tutto il giorno fra fornitori e condomini.

Vivere come amministratore di condominio è come avere una seconda casa.

Non c’è nessun ambiente lavorativo in cui la condivisione di momenti belli e meno belli è così forte da poter essere assimilato a una vera e propria famiglia.

Una famiglia in cui si intrecciano e mescolano tutte le sfumature dei rapporti affettivi.

E’ quel posto dove ti viene difficile nascondere il tuo muso e le tue lacrime nelle giornate storte perché qualcuno se ne accorge ed è pronto a prenderti da parte e criticarti, (non puoi distrarti), è quel posto in cui si partecipa, con la stessa emozione ed intensità, alla felicità di una bella notizia o alla sofferenza di racconti meno belli; quel posto in cui magari si litiga, ci si manda a quel paese, ma il giorno dopo si è di nuovo pronti a lavorare fianco a fianco e a darsi una mano. (non capita spesso, ma a volte capita).

Dove ognuno ha la sua vita, la sua storia, le sue gioie, i suoi dolori, ma quando indossa la sua divisa, mette su anche un sorriso ed è pronto a dedicarsi agli altri.

E se abbiamo scherzato, dissacrandolo, sull’ aspetto sentimentale e amoroso della vita come amministratore di condominio, altrettanto non possiamo fare con quello che è un altro sentimento di grande valore: l’amicizia.

Si perché a volte l’amministratore di condominio diventa anche un amico, un medico, un psicologo, un prete. 

Esiste, ed è bellissimo, anche in un posto così – L’amministratore del futuro

E’ la vecchietta che ti prepara il caffè e il biscottino.

E’ nel sacrificio di una collega che ti finisce un bilancio per permetterti di andare a casa, è negli attimi rubati in un androne o cantina a raccontarsi gli ultimi avvenimenti, è in quei rapporti che crescono giorno dopo giorno, in quei messaggi che ti strappano un sorriso, nelle parole e nei piccoli gesti che ti accarezzano il cuore.

Il condominio è un osservatorio privilegiato su un grande spaccato della realtà.

La sofferenza con cui ci confrontiamo ogni giorno è lì a ricordarci quanto effimeri siano i nostri dispiaceri e i nostri tormenti, quanto tempo sprechiamo a dare importanza a cose che in realtà non ne hanno, quanto male viviamo, spesso, la nostra vita.

In fondo a chi ci considera dei privilegiati, direi che il privilegio è sostanzialmente questo:

Fare esperienza della vita vera, quella autentica, che passa purtroppo anche attraverso l’esperienza della morte, e farne tesoro per imparare a vivere ed essere persone migliori.

Scritto da:
Clara Schiavone Amministratore di Condominio.

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