In appello giudice monocratico per condominio e locazioni
Per smaltire l’arretrato. Astreinte in tutte le obbligazioni non pecuniarie. Garanzia mobiliare ricaricabile, addio vendite all’incanto. La relazione al ddl: «Costituzionale la motivazione a richiesta»
Delega a tutto tondo per il Governo per ridurre i tempi del processo civile. La relazione al disegno di legge delega mostra tutti gli ambiziosi progetti di Palazzo Chigi (il documento è qui leggibile in allegato).
Cause risalenti
Arriva l’annunciato giudice monocratico in appello, che si occuperà di condominio, diritti reali e possesso, divisione, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti con danni soltanto a cose, oltre che delle materie ex 445 bis Cpc, vale a dire invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, nonché di pensione di inabilità e di assegno di invalidità. Il tutto tenendo conto dei paletti del dl "fare" secondo cui «del collegio giudicante non può far parte più di un giudice ausiliario». Ma la semplificazione è studiata per ridurre l’arretrato nelle Corti territoriali e quindi la decisione rientranti nelle materie più "popolari" è affidata al giudice monocratico soltanto quando la cause sono «iscritte a ruolo in appello da oltre tre anni».
Spinte forzose
Veniamo all’astreinte introdotta dalla riforma del processo civile di cui alla legge 69/2009. Le «misure coercitive» che condannano il debitore a pagare un tot al giorno fino al momento in cui non adempie sono estese a tutte le obbligazioni diverse da quelle pecuniarie. il potere di decidere in ordine alla «misura coercitiva» resta riservato al giudice che pronuncia la condanna, che può provvedervi anche d’ufficio.
Contributo anticipato
Non è nuova, poi, l’idea di una motivazione estesa a richiesta nella sentenza emessa dal giudice di prime cure: «Il tasso di impugnazione dei provvedimenti civili di primo grado risulta essere relativamente basso, pari al 20 per circa», osservano a Via Arenula, mentre i tempi di redazione sono lunghi: introducendo la facoltà di richiesta il Ministero conta dunque di accelerare i processi. Intendiamoci: ciascuna delle parti può sempre richiedere la motivazione della sentenza, ma per evitare richieste meramente emulative è previsto che in tal caso «la parte anticipi il contributo unificato dovuto per l’appello». Ma il punto è: l’istituto che si vuole introdurre è rispettoso della Costituzione? Secondo i tecnici della Giustizia la proposta è in linea con i principi del giusto processo perché «è già pacificamente ammessa nell’ordinamento l’ipotesi dell’innesco successivo del contraddittorio, a impulso di parte, anche correlato al pagamento del relativo contributo unificato, quando previsto». E come esempio citano opposizione a decreto ingiuntivo, il quale fa stato di giudicato quando non risulta opposto.
Incanto perduto
Per il recupero crediti l’ufficiale giudiziario avrà l’accesso diretto nelle banche dati pubbliche contenenti informazioni rilevanti ai fini dell’esecuzione, in primo luogo l’anagrafe tributaria, compreso l’archivio dei rapporti finanziari. Per le piccole e medie imprese arriva la garanzia mobiliare «ricaricabile», vale a dire con possibilità di utilizzo della garanzia a beneficio di crediti diversi o ulteriori rispetto a quelli individuati nell’atto costitutivo. Scatterà poi l’abrogazione della vendita con incanto, ritenuta troppo macchinosa. È introdotta infine una fattispecie di chiusura anticipata del processo esecutivo per infruttuosità (articolo 164 bis disp. att. Cpc) quando risulta che non è più possibile conseguire un ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari per la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene e del presumibile valore di realizzo. Non resta che attendere l’iter parlamentare.
Dario Ferrara
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