Il vicino non paga? L’Aca riduce l’acqua a tutto il condominio
Giro di vite dell’azienda contro i cittadini morosi Chi non paga il debito rateizzato rischia il distacco totale
PESCARA. Il tuo vicino di casa non paga? Ci pensate tu e il resto del condominio. Cinquanta litri d’acqua al giorno in meno dalla prossima settimana, pari a un terzo del consumo medio giornaliero, con il distacco totale del servizio idrico se non si ripaga il debito entro un mese.
E’ questa la posizione intransigente assunta dall’Aca, l’Azienda consortile acquedottistica che copre 500mila utenti sparsi nei comuni della provincia di Pescara e sui territori del Teatino e del Teramano.
Per far fronte al deficit di 50 milioni, censito al 31 dicembre 2013, l’amministratore unico Vincenzo Di Baldassare annuncia il pugno di ferro contro i morosi. Si comincia lunedì con l’applicazione del riduttore di portata. Un po’ come succede da tempo con la corrente elettrica. In sostanza, la pressione dell’acqua dei rubinetti degli utenti risultati non in regola, compresi i condomini che non hanno pagato le bollette e le utenze commerciali, sarà nettamente inferiore. L’ipotesi è che il debito possa essere saldato nel giro di 48 ore o, in alternativa, che sia concordato un apposito piano di rientro che prevede il versamento immediato della prima rata “come avviene nel 90 per cento dei casi”, fanno sapere dagli uffici dell’Aca.
Si dovrà inoltre pagare una tassa di 50 euro per i diritti di riallaccio della fornitura. «Non è ancora un giro di vite», fa sapere Di Baldassarre, «ma una semplice riduzione di pressione che applichiamo agli utenti che hanno accumulato un debito importante o ai condomini morosi».
Sul bilancio dell’Aca pesa la voce dei crediti inevasi: su 500mila utenti censiti nei Comuni di Pescara, Teramo e Chieti e su 165mila contatori complessivi, figura un passivo di 50 milioni di euro. Solo nella città di Pescara, dove si trova il maggior numero di condomini, il debito è pari a 20 milioni di euro.
Una cifra elevatissima se confrontata con quella dei Comuni più piccoli, come a esempio Spoltore, che ha un debito di 1 milione e mezzo. L’annuncio è comparso da qualche giorno sul sito dell’Aca, assieme al regolamento che spiega caso per caso come concordare il piano di rientro. In alternativa ci si può recare agli sportelli per farsi spiegare la procedura nei dettagli.
«L’attività del recupero crediti inizia dopo l’invio degli S1 da parte della fatturazione oppure quando vi è la rilevazione del mancato rispetto di un piano di rientro accordato», si legge sul sito, «generalmente, si effettua un’estrazione delle morosità distinte per paese, iniziando il controllo delle singole utenze per verificare le diverse casistiche e l’opportunità del relativo distacco».
Per rientrare dal debito occorre accertarsi se l’utenza è classificata come residenziale o non residenziale, condomini o commerciale. La rata minima varia in base alla portata del debito: 75 euro mensili per una morosità fino a 150 euro; da 151 a 500 euro rate da minimo 80 euro mensili; da 501 a 1.000 euro rate da minimo 120 euro mensili; da 1.001 a 2.000 euro rate da minimo 200 euro mensili; da 2.001 a 4.000 euro rate da minimo 300 euro mensili; da 4.001 a 6.000 euro rate da minimo 400 euro mensili; da euro 6.001 a 10.000 euro rate da minimo 500 euro mensili; infine oltre 10.000 euro si paga il 7 per cento dell’importo a debito per utente singolo. In caso di condomini, la rata minima va moltiplicata per il numero delle famiglie.
Agevolazioni sono previste per le persone con reddito minimo: 36 rate se non si superano i 2.500 euro lordi all’anno; dai 2.501 ai 7.500 euro lordi di reddito annui si applica la rata minima di 50 in numero massimo di 40; dai 7.501 ai 12.000 lordi annui la rata minima è di 75 euro in numero massimo di 36.
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