Il giudice le ridà il posto di lavoro
L’azienda la spedisce in India
Società irpina che produce frigoriferi manda operaia in distacco presso un’impresa di Nuova Delhi
Cari amici,
l’ economia è una questione di potere!
Questa piccola storia che vi evidenzio, tratta dalla Web page del Corriere della sera, è un esempio di come in economia comanda chi ha più potere contrattuale da mettere in gioco.
La legge in questa prospettiva è un elemento a favore che rafforza il potere di chi “accampa” dei diritti.
Mi chiedo se esiste il diritto del lavoratore a lavorare, e mi rispondo che, effettivamente, questo diritto non esiste.
Certo la legge può “obbligare” le aziende ad assumere, ma il punto della questione è che gli uomini hanno diritto a vivere, non a lavorare.
E’ necessario spezzare questo rapporto così opprimente tra lavoro e stipendio, perchè in questo modo si agevola la costruzione di carrozzoni che servono a regalare stipendi in cambio di favori politici.
L’ Italia è piena di questi esempi!
Non è più possibile, a mio giudizio, continuare a pensare in modo “vecchio” in una situazione così nuova e rivoluzionaria.
Il mondo dell’ economia e della finanza ha conquistato il potere politico, e lo gestisce facendosi rappresentare dai governi del paese.
Il mondo dei residenti, di chi vive sul territorio, è schiacciato da questo potere e ne subisce le conseguenze: lavori precari, instabilità del tessuto economico, rapporti umani sempre più provvisori.
Per questo motivo è necessario intraprendere delle iniziative politiche per riportare il potere politico nelle mani di chi vive il territorio, e questo si fa creando relazioni stabili che orientino il comportamento comune.
Servono alleanze, serve consapevolezza, serve aggregazione di idee e di comportamenti.
Se non ci uniamo per difendere i nostri interessi vitali, la nostra vita diventerà sempre più precaria e disperata.
Mai come oggi il nostro futuro dipende da noi!
Corriere della sera
AVELLINO – «Te ne vai un anno in India, a Nuova Delhi». Questa, detta in breve, la risposta di un’azienda dell’Avellinese che produce frigoriferi industriali ad una sua operaia, che aveva appena incassato dal Tribunale la sentenza di riassunzione in servizio alle medesime mansioni svolte al momento della violazione delle norme sui contratti a tempo determinato. Lei si chiama Gaetanina Di Paolo, 49 anni, madre di 5 figli.
La Di Paolo «per poter proficuamente svolgere la prestazione inerente alle mansioni di assemblaggio frigoriferi che svolgeva precedentemente» – così le ha comunicato l’azienda – dal mese di febbraio dovrà trasferirsi a New Delhi, dove è attiva con una propria sede una società collegata. Il magistrato ha dichiarato illegittime le continue proroghe di contratto a termine, che la lavoratrice ha contestato all’azienda irpina, la Cei srl.
In extrema ratio però, la lavoratrice si dice pronta anche a partire per l’India. «Non è stato un bel regalo di Natale – spiega al Corriere – ma nonostante abbia cinque figli pur di lavorare e lasciarmi alle spalle la condizione di precariato sarei disposta a fare le valigie e raggiungere Nuova Delhi». Nel frattempo che la decisione maturi, la signora Di Paolo, assistita dall’avvocato Giacomo Ambrosino, si affretta a presentare un ricorso d’urgenza al Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino) per ottenere almeno la sospensione del provvedimento di distacco deciso dall’azienda.
«Una vergogna», denuncia il segretario dei metalmeccanici Uil, Gaetano Altieri. «Le motivazioni del trasferimento – annuncia in una nota il sindacato- sono del tutto pretestuose e intendono intralciare la reintegrazione disposta dal giudice (Giuseppa D’Inverno del Tribunale di S. Angelo dei Lombardi, ndr) piuttosto che soddisfare una urgente e improrogabile esigenza aziendale».