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Il petrolio sfonda 147$; le borse crollano

Petrolio sopra 147 dollari, Borse a picco
Nuovo massimo storico per il barile. Listini in forte calo, pesano i timori sulla tenuta dei colossi dei mutui

Cari amici,

Vi invito a rileggere la storia recente che ha portato il prezzo del petrolio a sfondare i 147$ al barile.
Vi invito anche a rileggere le cause economiche e politiche di fondo che persistono e portano all’ instabilità dei mercati finanziari mondiali.

Mi sembra evidente che non possiamo proseguire a credere nelle virtù benefiche del mercato globalizzato, le quali non possono dare speranza e sviluppo alla povera gente.

E’ necessario che i nostri economisti si ravvedano, perchè stanno proseguendo ad applicare teorie sbagliate, che provocano il concentramento di risorse finanziarie verso sempre meno persone, e il progressivo impoverimento della stragrande maggioranza della gente.

Questo è precisamente ciò che sta accadendo in Italia, e tutti potete farne esperienza tutti i giorni, quando constatate che il vostro stipendio è sufficiente per comprare sempre meno cose.

Ma questo è anche il processo che accade da molti anni nel mondo, che causa il costante impoverimento di vaste zone del pianeta.

I governi di questi sfortunati paesi, seppur ricchi di risorse naturali, sono costretti a vincolare la loro economia alle leggi del cosiddetto “mercato”, distruggendo in questo modo la loro economia locale fondata sul villaggio senza poterla sostituire con nessun altro progetto sociale.

E questo lo chiamiamo progresso!

Nei nostri Enti Condomìnio si può notare lo stesso problema!

I vicini di casa, anche se hanno un enorme valore economico comune da sfruttare insieme, invece di organizzarsi in Comunità Residenziali efficienti, vivono tutti isolati nelle loro “scatolette” (le unità immobiliari), e regalano la loro ricchezza ad imprese (Le organizzazioni degli Amministratori), che la prendono in carico e la gestiscono a “fine di lucro” (il loro, non dei proprietari).

Ma quando apriremo gli occhi e cominceremo a fare i nostri interessi?

Corriere della sera

NEW YORK – I rinnovati timori sulla tenuta dei colossi Usa dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac e i nuovi record raggiunti dalle quotazioni del petrolio hanno provocato una vera e propria bufera – l’ennesima – sui mercati finanziari internazionali, con nuovi, pesanti cali generalizzati sulle principali Borse internazionali.

LA CORSA DEL GREGGIO – Il greggio ha aggiornato ancora i record storici, superando per la prima volta i 147 dollari al barile a New York, con un primato a quota 147,27. A nuovi massimi anche il Brent che a Londra ha raggiunto i 147,25 dollari al barile. A far impennare i prezzi, i timori di un deficit delle forniture per uno sciopero minacciato in Brasile, le tensioni in Medioriente e in Nigeria.

BORSE IN FORTE CALO – Nel frattempo, per le piazze finanziarie mondiali è stata una giornata di passione: un vero e proprio «venerdì nero» per tutte le Borse europee, che hanno chiuso in forte e generalizzato calo. L’indice DjStoxx dei 600 titoli maggiori quotati sui listini del Vecchio Continente ha accusato un ribasso del 2,73%, pari a 178 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati nella sola seduta odierna.

EUROPA IN ROSSO – Le Borse continentali hanno pagato pegno: Francoforte ha perso il 2,41%, Parigi il 3,09% mentre Londra ha lasciato sul terreno il 2,69%. A Milano il Mibtel ha perso il 2,48% e l’S&P/Mib il 2,68%. Pesanti i cali in tutti i comparti, resistono in parte solo gli energetici. A Piazza Affari, segno più per Saipem (+1,98%) e Tenaris (+1,7%), mentre crolla Buzzi Unicem (-7,9%). In rosso anche Mediolanum (-5,83%) e Atlantia (-5,40% a 17,676 euro). Fiat (-4,25% a 9,578 euro), si è allontanata dalla soglia dei 10 euro. Pesanti vendite anche su Telecom Italia (-4,24% a 1,287 euro).

GIÙ WALL STREET – Wall Street ha chiuso in calo spinta al ribasso dai timori sullo stato di salute delle due principali società parastatali che garantiscono i mutui immobiliari Fannie Mae e Freddie Mac e dal nuovo picco del costo del petrolio. Il Dow Jones ha perso l’1,14 per cento chiudendo a quota 11.100,54 punti. Il Nasdaq ha ceduto lo 0,83 per cento per finire le contrattazioni a 2.239,08 punti. Fannie Mae e Freddie Mac in caduta libera sono arrivati a perdere circa il 50%. Già molto indeboliti dalla crisi, le due società hanno quasi dimezzato il valore in Borsa sulla scia delle indiscrezioni secondo cui potrebbero essere messi sotto tutela governativa. Dall’inizio dell’anno Freddie ha perso oltre l’87% e Fannie più dell’81%. I due giganti del credito immobiliare sono sotto tiro da lunedì, per i timori di crack dopo gli allarmi lanciati sui loro livelli di patrimonializzazione.

TUTELA GOVERNATIVA – Giovedì l’ex responsabile della Fed di Saint Louis, William Poole, ha detto che potrebbero essere insolventi e avere quindi si aprirebbe la necessità di un salvataggio governativo. Un loro collasso, in quanto società «sponsorizzate» dal governo, è fuori questione. Secondo il New York Times, l’amministrazione Bush potrebbe metterli sotto tutela del governo con un regime definito di «conservatorship». Questo, secondo gli analisti, azzererebbe o quasi il valore dei titoli. Senza contare che – come avvertono alcuni economisti – l’operazione comporterebbe il trasferimento del debito delle due società nei conti federali. Le due cosità non sono formalmente legate al governo Usa, ma dispongono di una linea di credito garantita dall’amministrazione che permette loro di accedere a finanziamenti a tassi inferiori rispetto alle altre banche o organismi di credito immobiliare. La loro missione è di «fornire liquidità, stabilità e accessibilità al mercato immobiliare».

L’INTERVENTO DEL SEGRETARIO – Il segretario al Tesoro Usa, Henry Paulson, nel tentativo di riportare la calma tra gli investitori, che danno evidenti segnali di nervosismo sullo stato di salute finanziaria di Fannie Mae e Freddie Mac, ha dichiarato che l’obiettivo primario del governo è assicurarsi che le due agenzie semigovernative che erogano mutui a tassi agevolati mantengano la struttura attuale. «Il nostro obiettivo primario è sostenere Fannie Mae e Freddie Mac e fare in modo che mantengano la struttura attuale, in modo da potere portare a termine gli obiettivi importanti che si sono prefissate», ha detto Paulson, cercando di riportare la calma a Wall Street, dove gli investitori tremano a causa della crisi che ha investito le due agenzie, il cui ruolo nel mercato immobiliare è cruciale. Le due agenzie detengono o garantiscono mutui valutati complessivamente 5.000 miliardi di dollari, oltre la metà dei 9.500 miliardi di debito degli Stati Uniti. La principale paura degli investitori riguarda le ripercussioni che un eventuale collasso di una o entrambe le agenzie potrebbe avere sull’intero sistema finanziario e sull’economia americana.

grandeindio:
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