Il Papa all’Onu: “I diritti umani sono la strategia per la sicurezza”
Il Pontefice: “La promozione dei diritti umani rimane la strategia più efficace per eliminare le disuguaglianze fra Paesi e gruppi sociali, come pure per un aumento della sicurezza”.
Cari amici,
Mi sento di sottoscrivere con convinzione questo titolo tratto dalla Nazione.
In un mondo “globalizzato” anche i diritti e i doveri devono diventare “globalizzati”.
Non so quando si riuscirà in questa impresa, ma certo che è già cominciata.
Dobbiamo tutti sentirci e diventare sempre di più cittadini del mondo, in una grande famiglia umana.
I confini tra le nazioni, in realtà, sono soltanto convenzioni legali; i contrabbandieri e i profughi, infatti, non li hanno mai rispettati, e anche oggi non li rispettano.
In Italia, così come nelle altre nazioni, non si sa quanti “clandestini” ci siano, ma è certo che sono tanti, e che non si distinguono, perchè in effetti non ci sono differenze.
Purtroppo nel mondo non ci sono più posti dove nascondersi, perchè è diventato piccolo come un paese!
La buona notizia è che possiamo imparare a viverci bene
….come in un grosso condomìnio!
La Nazione
“La promozione dei diritti umani rimane la strategia più efficace per eliminare le disuguaglianze fra Paesi e gruppi sociali, come pure per un aumento della sicurezza”. Lo ha affermato Benedetto XVI nel suo discorso all’Onu, ricordando che “le vittime degli stenti e della disperazione, la cui dignità umana viene violata impunemente, divengono facile preda del richiamo alla violenza e possono diventare in prima persona violatrici della pace”.
“La vita della comunità, a livello sia interno che internazionale, mostra chiaramente – ha spiegato – come il rispetto dei diritti e le garanzie che ne conseguono siano misure del bene comune che servono a valutare il rapporto fra giustizia ed ingiustizia, sviluppo e povertà, sicurezza e conflitto”.
Per il Papa, tuttavia, il dovere del rispetto dei diritti non discende da un semplice calcolo di convenienza ma necessita di un cambiamento profondo: “il bene comune che i diritti umani aiutano a raggiungere non si può realizzare – ha osservato – semplicemente con l’applicazione di procedure corrette e neppure mediante un semplice equilibrio fra diritti contrastanti. Il merito della Dichiarazione Universale è di aver permesso a differenti culture, espressioni giuridiche e modelli istituzionali di convergere attorno ad un nucleo fondamentale di valori e, quindi, di diritti”. Secondo il Pontefice, “oggi occorre raddoppiare gli sforzi di fronte alle pressioni per reinterpretare i fondamenti della Dichiarazione e di comprometterne l’intima unità, così da facilitare un allontanamento dalla protezione della dignità umana per soddisfare semplici interessi, spesso interessi particolari”.