Il governo: “Istruttoria su Annozero”
L’opposizione insorge: “Abuso di potere”
Durissima la reazione del Pd: “Un’iniziativa senza precedenti, viola il contratto di servizio”; Travaglio: “Dichiarazione illegale ed eversiva, peggio dell’editto bulgaro”
Cari amici,
Già alla prima puntata di Anno Zero le polemiche sulla trasmissione divampano da giorni.
Si parla di “Abuso di potere”, di “Editto bulgaro”, “Volgare gossip”, “spazzatura”.
A mio giudizio, è invece evidente che la verità non si può nascondere, per quanto si mettano in campo tutte le iniziative possibili per cercare di coprire il Presidente con un manto di normalità.
Sul Corriere ho letto un attimo fa che Berlusconi è corso dietro al Papa in aereoporto, cercando disperatamente un contatto diplomatico che gli potesse permettere di riallacciare un impossibile rapporto normale con la Chiesa di Roma.
Ho letto anche che la moglie di Obama ha cercato con ogni mezzo di evitare un eccessiva confidenza con il nostro premier “chiacchierato”, e che il fatto è stato riportato dai principali giornali quotidiani di tutto il mondo.
Anno Zero ha posto una questione che ci riguarda:
In Italia c’ è un problema di libertà di informazione?
A mio giudizio la questione va ribaltata, perchè mi sembra che non siano poi tanti gli italiani che hanno voglia di “cacciarsela” in politica.
La gran massa se ne frega, e spera nonostante tutto di cavarsela.
Per questo motivo ci meritiamo Berlusconi, Bossi, Brunetta, …e tutti gli altri che oggi ci governano.
Tra l’ altro, se questi se ne vanno, chi ci mettiamo al loro posto?
….forse Franceschini?
Onestamente non credo che abbiamo speranze di miglioramento a breve termine!!
La Repubblica
ROMA – Non si placano le polemiche dopo la prima puntata di Annozero. Ieri il ministro Scajola l’aveva definita “spazzatura” annunciando la convocazione dei vertici Rai. E oggi Paolo Romani, viceministro alle Comunicazioni (dipartimento del ministero dello Sviluppo) annuncia l’apertura di un’istruttoria: “Sarà avviata ai sensi dell’articolo 39 del contratto di servizio, che prevede per il ministero l’obbligo di curare la corretta attuazione del contratto stesso”. Al termine della procedura, spiega Romani, “si valuterà se richiedere l’intervento dell’Autorità garante nelle Comunicazioni per l’applicazione delle sanzioni”. Ma l’opposizione insorge.
Sul tema interviene oggi il presidente del Senato Renato Schifani, che si appella “al buon gusto”. Chiedendo uno stop al “gossip” e usando la stessa espressione che da mesi il centrodestra usa per minimizzare la vicenda delle escort nelle residenze del premier.”Quello che mi preoccupa è che l’imbarbarimento della politica, che si era trasferito anche alla comunicazione della carta stampata, si sta spostando anche sul mezzo televisivo” dice Schifani.
Da Annozero, a commentare è Marco Travaglio. “Quello che è successo ieri (l’iniziativa di Scajola, ndr) è più grave dell’editto bulgaro – dice, collegandosi telefonicamente con piazza Navona, dove si svolge la manifestazione “Agenda rossa”. Quella del ministro è per lui “una dichiarazione illegale ed eversiva che pretende di istituzionalizzare il controllo del governo sulla televisione”.
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Ad attaccare è anche il Pd. Dopo Massimo D’Alema che definisce “del tutto inopportuno” l’intervento di Scajola, arriva la nota ufficiale firmata dal responsabile comunicazione del partito, Paolo Gentiloni: “Il governo non ha alcun potere di istruttoria su singoli programmi della Rai. In quindici anni di vigenza dei contratti di servizio non si è mai visto un intervento del genere. Si tratta di un abuso di potere e di un’invasione delle competenze di Agcom e commissione di Vigilanza ribadite proprio dall’articolo 39 del contratto di servizio”.
Durissimi pure Vincenzo Vita (Pd), componente della commissione di Vigilanza, e Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21; i quali, a proposito degli interventi di Scajola e Romani, dicono: “Si tratta di un vero e proprio atto improprio, di un eccesso di potere e di una campagna di intimidazione”. La Fnsi in una nota sostiene che l’iniziativa del governo è “una manifestazione i arroganza nei confronti del presidente della Vigilanza Zavoli e una replica rabbiosa e scomposta ai cinque milioni e mezzo di cittadini che hanno liberamente scelto il programma”.
Critiche, infine, dall’Udc: “Quello di Scajola è un evidente infortunio istituzionale dovuto all’eccesso di zelo verso il presidente del Consiglio” afferma il segretario Lorenzo Cesa.
Il governo, però, fa fronte compatto. “Insultare il premier equivale a insultare tutti gli italiani” tuona il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. Unica voce dissonante quella del collega di esecutivo, il democristiano Gianfranco Rotondi: “Sarebbe opportuno, per i giornalisti e per la politica, abbassare i toni di uno scontro duro che danneggia innanzitutto la Rai”. Ma il clima non pare proprio essere quello adatto.