Poco tempo fa, durante le languide ore
del mese di Marzo, t’ aspettavo invano.
Vieni adesso con la stagione del monsone
e fa vibrare il mio cuore la musica del temporale
e dei venti impazziti!
In quei giorni passati di Marzo credevo
d’ averti visto scivolare sopra i fiori dei campi,
trascinandoli tra le pieghe del tuo fluttuante vestito.
Credevo d’ aver sentito il tintinnio
dei tuoi braccialetti, d’ aver respirato
il tuo dolce profumo, lungo i viali del giardino…
Oggi scopro la tua presenza in tutta la foresta,
vedo i tuoi capelli come un’ ondata scura
che si dipana in cielo.
Pieghi su di me la tua magica ombra
ed io colgo la risonanza di un grave cerimoniale.
Gli abiti leggeri che avevo preparato per me sono
una piccola offerta. Non ho ancora saputo far cantare
il mio lutto come converrebbe alla tua celebrazione.
Ma posso intuire, io che ti preparavo una chiara unione,
che avvicinandoti diventerò il servitore d’ un culto?