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I redditi degli italiani sono pubblicati sul Web

I redditi degli italiani sono sul Web
L’agenzia delle entrate ha reso consultabili da chiunque i redditi dichiarati da tutti i cittadini del Belpaese

Cari amici,

Questa notizia l’ ho appena copiata dal sito del Corriere della Sera, anche se io stesso non ci credo ancora!

Siamo proprio un grande condomìnio, e i nostri “amministratori” con i nostri soldi ci fanno quello che vogliono!
Ma abbiamo la libertà di vedere il rendiconto!
Ma è vero? Non è vero? Chi sa cosa pensare?

Mi sembra evidente che ciò che conta non è il reddito, ma bensì la manifestazione di ricchezza.
Eppure questa considerazione sembra “peccaminosa” anche dirla!

Ma ora tutti possono controllare se il tizio che gira con il mercedes nero che sembra un tir abbia un reddito “coerente” con i soldi che il tizio suddetto deve pur spendere di benzina!

In Italia la ricchezza è scritta sulle dichiarazioni dei redditi? Pongo questa domanda nel vento, e per ciò che mi riguarda non ho intenzione di controllare sul sito dell’ Agenzia delle Entrate.

E mi sento di aggiungere che questo fatto “eclatante” in Italia è una buffonata, perchè noi non ragioniamo come gli Inglesi, gli Americani e i cittadini dei paesi del Nord Europa.
Per noi la ricchezza, in fondo in fondo è un peccato da confessare;
per noi i cosiddetti “ricconi” un giorno “non entreranno nel regno dei cieli”.

Per questo la nostra società ci tiene a tenere la ricchezza personale “nascosta”.

Gli americani, e in generale la gente di cultura “protestante”, invece, crede che la ricchezza sia un merito per le proprie buone azioni, e che pertanto possa diventare un vanto e un veicolo per arrivare “prima” nel regno dei cieli.

Personalmente sono felice di avere la mia cultura, e mi vergognerei se fossi straricco in un mondo pieno di gente che ha fame!
Resto convinto, per questo motivo, che è molto meglio cercare di procurarsi tanti amici invece di tanti soldi, e che questi obiettivi non sono “conciliabili”.
Come disse qualcuno ….non si può amare Dio e mammona!
E’ necessario scegliere!

Corriere della Sera

MILANO – Il passaparola è stato fulmineo. Dopo poche ore infatti il sito era già intasato. Del resto l’occasione è ghiotta: poter scoprire con un clic quanto guadagna (o meglio guadagnava) visto che i dati sono relativi al 2005, il vicino di casa o il collega d’ufficio. O qualche personaggio celebre per gli amanti del gossip.

COME ACCEDERE AI DATI – L’agenzia delle entrate (come anticipato dal quotidiano «Italia Oggi») ha reso disponibili per la prima volta nel nostro Paese a tutti, i redditi dichiarati da tutti i cittadini italiani nel 2006. Basta cliccare su www.agenziaentrate.gov.it poi dalla home page cliccare sul link Uffici (in alto a destra) quindi cliccare su «elenco uffici» da qui su «elenchi nominativi dei contribuenti» e infine su «consultazioni elenchi dichiarazioni», cliccare sulla regione della persona che si sta cercando, sulla provincia e sul comune e dopo aver inserito un codice di sicurezza presente sulla pagina stessa, scaricare il file che contiene il dato cercato.
Il viceministro dell’Economia Vincenzo Visco (Imagoeconomica)
Si potranno conoscere una serie di dati importanti: la categoria prevalente di reddito, l’ammontare del reddito imponibile, l’imposta netta e (per chui ce l’ha) l’ammontare del reddito d’impresa.

VIP – Si scoprono così situazioni curiose. Nel 2005 un industriale come Luciano Benetton dichiarava un reddito imponibile di 1.635.722 euro, contro i 4.272.591 del comico Beppe Grillo ora diventato celebre per i V-day o i 3.580.995 di euro del più celebre Roberto Benigni. Il reddito non sembra tenere conto della fama: una celebre attrice come Sabrina Ferilli dichiarava un reddito di 423.829 euro decisamente inferiore ai 1.824.084 euro di una comica tv, allora più di nicchia, come Luciana Litizzetto.

PERSONAGGI DELLA CRONACA – Ma non ci sono limiti allo strumento messo a disposizione dell’Agenzia delle entrate. Se, per esempio, ci mettiamo alla ricerca di alcuni personaggi celebri delle cronache degli ultimi anni scopriamo che Olindo Romano, accusato della strage di Erba, dichiarava 18.809 euro.

VISCO: «FATTO DI DEMOCRAZIA» – Il primo commento all’archivio on line arriva dal viceministro all’Economia Vincenzo Visco che ha avuto un ruolo determinante per la sua creazione: «E’ un fatto di trasparenza, di democrazia, non vedo problemi: c’è in tutto il mondo, basta vedere qualsiasi telefilm americano. Era già pronto per gennaio, ma per evitare le polemiche in campagna elettorale ho chiesto di pubblicarle più tardi».

LA REPLICA DEL GARANTE DELLA PRIVACY – Ma Visco viene immediatamente sconfessato dal Garante della Privacy: «L’iniziativa dell’agenzia delle entrate non è mai stata sottoposta all’attenzione del Garante della privacy. Il collegio è convocato per il pomeriggio di oggi per esaminare la questione». Così gli uffici del garante, interpellati a proposito della pubblicazione on line delle dichiarazioni dei redditi.

LA CONTROREPLICA DELLE ENTRATE – È un provvedimento a norma di legge replica invece l’Agenzia delle Entrate. Il provvedimento, a firma del direttore dell’Agenzia, Massimo Romano, è stato trasmesso ai Comuni e agli uffici locali con il compito di rendere disponibili gli elenchi. Infine, nei provvedimenti di pubblicazione si ricorda che il Garante della Privacy ha fornito il proprio via libera con decisioni del 17 gennaio 2001 e 2 luglio 2003.

PANNELLA – E inevitabilmente dopo le parole di Visco scoppia anche la polemica politica: «Non capisco quale problema ci sia» sottolinea Marco Pannella, leader storico dei Radicali. «A una funzione pubblica, corrisponde un servizio pubblico», osserva Pannella, sottolineando che la privacy non è un concetto che lo entusiasma, perchè «è necessario far prevalere il diritto di sapere piuttosto che quello di essere ignorati».

CROSETTO – Di tutt’altro parere Guido Crosetto, parlamentare del Pdl: «E’ un atto vergognoso». È un modo, spiega l’esponente del Pdl, «per vedere come guadagna il vicino, e creare contrasto fra le persone normali». È un provvedimento che «per una volta, non riguarda i politici ma crea incrinature nella societá di cui certo non si sentiva il bisogno», conclude Crosetto.

ADOC: ALLARME DEI CONSUMATORI – Secondo le associazioni dei consumatori i cittadini italiani avrebbero manifestato preoccuopazione per la pubblicazione dei dati. Sarebbero migliaia i cittadini preoccupati e impauriti che in queste ore stanno telefonando all’Adoc, Associazione per la Difesa e Orientamento Consumatori, dopo la pubblicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate sul proprio sito web dei redditi di tutti gli italiani relativi al 2005. È quanto si apprende da una nota dell’Associazione, che considera l’iniziativa «una palese violazione della legge sulla privacy e un pericolo per l’aumento della criminalità e della violenza, dato che sono stati pubblicati dati sensibili sui redditi, ghiotta fonte di informazione per i criminali». «Abbiamo inviato una lettera al Garante per la privacy – afferma il presidente Adoc, Carlo Pileri – chiedendo l’attivazione di una procedura d’urgenza per inibire la continuazione della pubblicazione di dati sensibili sul sito». «Tra l’altro – continua Pileri – nella modulistica di dichiarazione dei redditi non risulta prevista nè un’informativa riguardo la pubblicazione di tali dati nè una clausola specifica di autorizzazione alla pubblicazione che costituisce ulteriore violazione della legge stessa».

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