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Gli amministratori in “fuga” con la cassa

27 marzo 2009| Graziano Cetara
Edoardo Meoli

Ancora amministratori che scappano con la cassa:

State attenti ai vostri soldi!

T.

Il secolo XIX

Due inchieste della Procura smascherano due clamorosi casi di appropriazione indebita. Protagonisti due amministratori di condominio, “scappati” con la cassa: in un caso mezzo milione di euro, nell’altro oltre 220 mila euro. Tre le persone indagate, decine le vittime che dovranno sudare sette camicie per poter riavere il maltolto e che, soprattutto, dovranno mettere mano al portafogli una seconda volta per tappare i “buchi” di bilancio.

Sono due storie lontane che richiamano un fenomeno diventato negli ultimi anni sempre più imponente. Gli amministratori pescati a frodare i “loro” caseggiati sono stati una ventina solo nel 2008, «in forte crescita» in questi tempi di crisi. Come confermano i dati di una recente ricerca del Centro consumatori: «Questi casi ingenerano incertezza tra gli abitanti dei condomini. Scegliere bene l’amministratore e controllarne l’operato sono dunque condizioni fondamentali per vivere in serenità».

Il caso di Nervi riguarda il residence Eden di via Capolungo, uno dei complessi residenziali più eleganti del levante genovese, dove un appartamento si vende a diecimila euro al metro quadro o si affitta a duemila euro al mese. L’amministratore di condominio è letteralmente sparito con 500 mila euro incassati tra il 2007 e il 2008, con i quali avrebbe dovuto pagare fornitori e servizi. Le indagini, coordinate dalla Procura, sono state condotte dai carabinieri della stazione di Nervi. Si tratta di uno dei più clamorosi casi di appropriazione indebita in ambito condominiale capitati a Genova negli ultimi anni.

Il secondo caso registrato negli ultimi tempi è quello di un’amministratrice, appena condannata per appropriazione indebita ai danni dei condomini dei civici 68, 70, 72, 82, 84 e 86, di via Coronata, sulle alture di Cornigliano. La cifra in ballo è di 220 mila euro (120 mila per i primi tre palazzi e 100 mila per gli altri tre). R. M., già finita sotto processo, non ha ancora restituito il maltolto e nessuno sa quando e se lo farà.

 

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