Cari amici,
Sono convinto che xfactor sia un format televisivo intelligente e ed una delle pochissime programmazioni che seguo volentieri.
Quest’ anno, e per la prima volta, questo programma ha scoperto non uno, ma bensì due “anime” che a mio giudizio hanno le qualità per farsi strada.
Per questo mi sbilancio e voglio scrivere che a mio giudizio dovevano vincere entrambi, ma le qualità canore e la presenza scenica di Marco hanno prevalso.
Tutto sommato un giudizio giusto, perchè, d’ altra parte, Giuliano aveva il vantaggio di puntare su una canzone fatta nettamente meglio, sia dal punto di vista del testo, che della musica che dell’ arrangiamento.
Io non ho votato per nessuno via sms, e sinceramente mi piacerebbe leggere un po’ di statistiche di questi “voti popolari”.
Se davvero sono così neutrali e certi, perchè non usarli anche per le votazioni politiche??
…ma sto divagando, anche oggi che non ho voglia di scrivere su cose “serie”
Arrivederci!
Corriere della sera
MILANO — Sanremo riempie la prima casella. Marco Mengoni, 20 enne con una voce straordinaria che può andare dagli Ac/Dc a Prince, da Umberto Bindi a Mia Martini, ha vinto questa notte la terza edizione di «X Factor». Stacca il biglietto per Sanremo (in gara nella categoria Artisti, i big di una volta) e un contratto da 300 mila euro. E domani nei negozi ci sarà il suo primo ep «Dove si vola» con l’omonimo inedito e un pugno di cover. Ma nella festa del talent show di Raidue c’è una sorpresa. «Mi sento fermo, non credo che rifarò X Factor l’anno prossimo».
Il colpo di Morgan arriva a freddo. A un’ora dalla finale, con la macchina della diretta televisiva lanciatissima. « Sono una persona in evoluzione. Vorrei cambiare ruolo. Che so, occuparmi delle basi, visto che il mio mestiere è scrivere canzoni. Sono un proletario del settore audio e qui mi sento troppo aristocratico, troppo in alto», aggiunge il cantautore-giudice. Prova a sterzare Giorgio Gori, ad di Magnolia che produce il programma: «Fra quattro mesi magari si diranno altre cose. Anche Simona Ventura ai tempi della finale della seconda edizione sembrava convinta di tornare e invece ha cambiato idea». Questione delicata. È vero che Morgan ha il gusto della battuta, è vero che ha ancora un contratto che lo lega allo show per la prossima edizione, ma è anche personaggio imprevedibile e averlo scontento nel team di lavoro sarebbe controproducente per tutti. Vedremo. Erano tre i finalisti. Marco, favorito sin dalla vigilia, portato qui da Morgan; Giuliano, il soulman sardo della squadra di Claudia Mori (anche il suo ep esce domani, sabato al «Processo » su Raidue la rivincita per il premio della critica); le Yavanna, incomprensibili fatine del team di Mara Maionchi.
In studio ieri c’era anche Antonella Clerici, che l’edizione numero 60 di Sanremo la condurrà. «Sono venuta a prendere il vincitore», dice. Il padrone di casa qui, invece, è Francesco Facchinetti. Ha condotto in porto la terza edizione fra mille difficoltà. «È stata una stagione ‘Xstratosferica’. Le cose che qualcuno ha detto contro di noi mi sono scivolate addosso e le ho trovate indelicate», commenta prima di andare in onda. Un modo elegante per replicare alle critiche arrivate da Simona Ventura, che il programma lo ha lasciato ed è stata sostituita da Claudia Mori. Le altre difficoltà le ricorda Gori: «Abbiamo anticipato la messa in onda di sei mesi e questo non ha fatto maturare nel pubblico la voglia di vedere un nuovo X Factor. Poi su Raiuno abbiamo avuto contro la Champions in una stagione carica di eventi, Saviano da Fazio su Raitre e Bonolis con Peter Pan su Canale 5». Tutto questo è costato oltre due punti di share negli ascolti: l’anno scorso la media era stata del 14,03%, quest’anno l’11,46%.
Soddisfatto Massimo Liofredi, direttore di Raidue (ed ex musicista): «Fino all’anno scorso mi godevo lo show con mio figlio 17enne. X Factor ha creato attenzione, ma ha ancora grandi potenzialità, deve diventare una sorta di miniSanremo, imporsi al pubblico giovanile e aiutarmi a riportare la musica sulla rete». La gara ha visto prima la sfida a tre. Apertura con il piatto forte, i duetti: Giuliano con Lucio Dalla in «Caruso », Marco con Alex Britti in «Oggi sono io» (ottimo), le Yavanna con Max Pezzali in «Come mai». Poi una cover (Giuliano primeggia con «Bella senz’anima») e l’inedito (quello di Marco ha più sprint). C’è anche un saluto di Fiorello che ha incontrato i ragazzi nel backstage del suo spettacolo teatrale. Il televoto decide tutto: prima esclude le Yavanna e poi dopo un emozionante confronto incorona Marco. Attenzione, i telefonini decidono anche a Sanremo.