«Razza caucasica, alto, abbronzato» Figli su misura online
Caso in Danimarca. «Violate le leggi sulla selezione»
Fecondazione Polemiche sui siti di due banche del seme
Cari amici,
L’ articolo che leggo sul Corriere di oggi mi fa sorgere delle domande inquietanti.
Che futuro stiamo preparando per i nostri figli?
Ho l’ impressione che la nostra società ha un interesse eccessivo verso l’ immediato e la convenienza.
Siamo ossessionati da ciò che si può vedere e toccare, anche se sappiamo bene che possedere tante cose non regala la felicità.
Oggi siamo obbligati ad educarci alla consapevolezza, e non possiamo più perdere tempo per il nostro piccolo interesse personale.
Credo che dobbiamo ricominciare a pensare in termini collettivi, a mettere al centro le nostre comunità residenziali, accantonando l’ individualismo che ha guidato le nostre scelte per troppo tempo.
E’ evidente, dal mio punto di vista, che lo spazio sociale ha un valore che dobbiamo salvaguardare.
Sia che si tratti di un’ ambiente piccolo come un condomìnio, oppure grande come una nazione, lo spazio sociale dobbiamo difenderlo e salvaguardarlo dalla speculazione e lo sfruttamento economico selvaggio.
Non ci si salva da soli!
Il disastro economico che stiamo vivendo è stato causato dall’ egoismo che “guida” il funzionamento del libero mercato globalizzato.
Cercare “l’ etica” nel mercato, così come è organizzato, è come sperare che le tigri diventino vegetariane!
E’ necessario cambiare logica, e cominciare a ricercare il nostro interesse di residenti.
Uniamoci per costruire insieme il nostro futuro.
Corriere della sera
BRUXELLES — Se ti garba un figlio dalla pelle bianca, di «razza caucasica», di «etnia scandinava» con gli occhi verdi e i capelli bruni lisci, e una buona intelligenza portata ai temi scientifici, allora fai clic sul nome del signor Agge. E guarda, a mo’ di campione, il signor Agge com’era da bambino, o come lui sostiene di essere stato da bambino: foto di un piccolo, non schermata. Poi, ordina «on-line» il seme di Agge già in vendita, cioè ordina un figlio che vuoi il più possibile simile a lui: gli occhi così, il naso così, da 275 a 350 euro costa un «set» di fialette con lo sperma, e 300 euro costa la spedizione «entro l’Europa, in un contenitore a nitrogeno secco».
Tutto avviene in un micro-universo virtuale. Tutto, tranne gli ultimi due passi: il concepimento attraverso la provetta, e l’entrata nella vita del nuovo arrivato, il figlio venuto da Internet. Il figlio «di» Internet, almeno per metà. Così vanno le cose nel mondo che qualcuno ha già battezzato delle fecondazioni on-line: due grandi banche del seme europee, la Cryos (da «gelo») e la «European sperm bank», offrono sui loro siti Internet le liste dei propri donatori-venditori, e la possibilità per i clienti di selezionarli secondo una serie di caratteristiche fisiche e psichiche, compresa la «razza». Una volta fatta la scelta, secondo quanto garantiscono i depliant, si ordina «on-line», si paga con carta di credito, e si aspetta.
Il prodotto è, si fa per dire, garantito dal venditore: per esempio la European Sperm Bank assicura di «aderire strettamente alle leggi della Ue», e spiega che lo sperma in vendita è sottoposto a tutti i test per l’individuazione della sifilide e di altri orrori clinici. Mentre la Cryos va fiera delle sue «12.000 gravidanze, dal 1991». Ricevuto il pagamento con carta di credito, la «merce» viene solitamente spedita a un medico di fiducia o alla clinica dove verrà compiuta la fecondazione artificiale. «Il nostro è un approccio scientifico con un tocco umano», assicurano i «venditori ». Ma non tutto è così semplice. In Danimarca, dove le banche hanno la sede centrale (la «Cryos» sarebbe la più grande in tutta l’Europa) dalla loro discesa in campo sul Web si sono accese molte polemiche etico- giuridiche: la legge di quel Paese vieta ogni discriminazione nella selezione del seme, ma questa compravendita su Internet consentirebbe di aggirare certi scrupoli.
E si chiedono alcuni medici: quale genetista potrà mai garantire che il figlio biologico di un avvocato sarà un avvocato e non un veterinario, o un croupier, 30 anni dopo? Qualcuna di queste polemiche deve aver già lasciato il segno: oggi, sulla dettagliatissima lista dei donatori della Cryos («250 sempre disponibili, di 60 Paesi del mondo») compare un enigmatico annuncio: «Nessun denaro verrà scambiato». Ma il denaro, e tanto, è invece ovunque su questi siti. Assieme al fiume di informazioni sui «donatori». Il figlio desiderato lo si costruisce clic dopo clic: sullo schermo del computer può comparire perfino il «basket», il cestino della spesa tipico delle vendite su Internet, da caricare indicando questa o quella caratteristica personale. Di Agge, così, si apprende— sempre sulla parola—che è alto 1,92 e pesa 75 chili, che è sposato da 3 anni, che si ritiene «un perfezionista», che ama il blu, che «la sua pelle si abbronza bene e non si brucia facilmente », che ha il 44 di scarpe, che ama «la pantera e in genere i felini», che le sue auto preferite sono «la Maserati e l’Aston Martin», che il suo cuore batte 52 volte al minuto, che sua mamma amava la musica, che sua nonna è morta a 91 anni, eccetera eccetera.
Con pochi euro in più, si possono avere anche una sua foto, una registrazione della sua voce, una sua lettera autografa. O un «parere qualificato » su di lui stilato dagli esperti del sito, cioè sempre dai venditori. Fidarsi, e comprare: il «soddisfatti o rimborsati» qui non esiste. Il conto si può calcolare a spanne: 75 euro per foto e registrazione (il curriculum è gratuito), 275-350 per un «set» del seme (180-220 se il donatore è anonimo), e 300 euro per la spedizione in «contenitore a nitrogeno secco». Messi insieme, i donatori delle due banche sono oltre 300. Si va da Bond, pelle scura, «razza africana, etnia portoricana», a Buck, russo, «laureato in musica». E c’è anche uno — non è uno scherzo —che si chiama Frode.