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Elezioni 2013: Una ribellione legittima alla tecnocrazia

Ci sono alleanze che si stipulano per un solo giorno, quello della battaglia. A urne chiuse los Calimeros, pur dichiarandosi estremamente felici del successo del M5S, riaprono il fronte polemico con i grillini, da subito posti nel mirino della loro critica. Forza ragazzi, dimostrate di avere cervello e cuore, ma non fatevi illusioni: non vi faremo sconti! E soprattutto, collegate i vostri neuroni. Abbiamo bisogno di gente che ragioni con il proprio cervello, non di gente che frinisce a comando. Dicevate? Che la corruZZZione, la criCCCa, la casta sono la causa della crisi? E se fosse il contrario?

A scapito dei partiti più presentabili, gli italiani hanno votato per coloro che consideravano meno dannosi, vale a dire meno impegnati nella politica mortale dell’austerità e meno soggetti agli ordini e ai dettami di Bruxelles e Berlino. Siamo in presenza di una protesta organizzata più che di un semplice voto "di protesta". Il fatto che il M5S avesse vinto in alcune città in occasione delle ultime elezioni comunali avrebbe dovuto allarmare gli osservatori. Infatti siamo all’inizio di un processo di radicamento del M5S.

Queste elezioni sono state, si è detto, una schiacciante sconfitta della tecnocrazia. A questo proposito, ricordiamo quanto detto in una nota sulla questione dell’"ordine democratico", ma anche della dittatura e della tirannia : "L’ordine democratico suggerisce nuove forme di tirannia (le agenzie indipendenti), dà loro un nome specifico (la BCE, la ‘troika’, la devoluzione della sovranità statale all’Unione europea, senza riguardo alle regole di questa devoluzione), ma mostra anche quelli che potrebbero essere percorsi diversi che non conducono all’usurpazione della sovranità. L’ordinamento democratico consente anche di confutare le illusioni sulla natura tecnica delle scelte politiche e di ridare tutta la sua importanza alla politica stessa. Esso ci permette di pensare alla tirannia e pertanto alla legittima ribellione.’

E’ proprio una ribellione legittima ciò a cui abbiamo assistito in queste elezioni. Conviene prenderne coscienza.

il Movimento 5 Stelle si trova già di fronte al primo bivio di importanza vitale. I numeri al Senato sono chiari, non c’è una maggioranza che possa sostenere un governo Bersani-Monti (che era il vero obiettivo di entrambi già da prima delle elezioni).
Quindi cercheranno di imbarcare il M5S. Non tutto, ovviamente, ma proveranno a spaccarlo e a tirar dentro 20 senatori a sostegno di un governo pro-euro supino di fronte ai diktat di Bruxelles e Francoforte.
Lo stesso faranno coi senatori del centrodestra. La campagna acquisti sarà condotta direttamente dal Quirinale, e appoggiata dalla UE.

Se riescono a far fare il salto della quaglia a qualche eletto del M5S, quel movimento nasce morto. Se non ce la fanno, allora inizierà ad essere davvero possibile discutere di come organizzare nel Paese l’opposizione al ceto politico che ci sta devastando.

grandeindio:
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