Draghi ci fa capire che la fine dell’euro è prossima
Mitt Dolcino scrive…
Dunque, riprendendo il filo del discorso – gli interventi del sottoscritto vorrebbero sempre seguire un filo logico, o almeno si spera –, oggi l’anglofilo e direi anzi scozzese Draghi dà una nuova e illuminante – in tutti i sensi – interpretazione sul futuro della moneta unica e della sua sostenibilità. Tanto per introdurre l’argomento, il capo della BCE fa un deciso turnaround nella propria interpretazione del futuro della moneta unica, di fatto rendendo plausibile la tesi che qualcuno – molto probabilmente l’Italia, vedasi il seguito – uscirà prima o poi dall’Euro, è solo questione di tempo, direi probabilmente mesi (magari entro il 2015, mia considerazione). Seguitemi un attimo, ricordando che dal primo Gennaio prossimo tutto il sostegno fatto di intellingence, stampa al seguito e giudici di fatto cambierà registro (…), le vittime di ieri probabilmente se non saranno gli eroi di domani – forse questo sarebbe esagerato – almeno diventeranno una valida alternativa allo status quo euro-tedesco con sponda interna PD che abbiamo visto negli ultimi quattro anni.
Riporto i titoli di prima pagina web di alcune note testate nazionali in relazione al Draghi-pensiero sull’euro, con relative date (ricordate sempre, tra M. Monti e M. Draghi non corre assolutamente buon sangue, …):
________________________________________
Mario Draghi, Bce: “Ingenuo chi vuole uscire dall’euro. È irreversibile”
L’Huffington Post – Pubblicato: 16/12/2013 17:48 CET
L’euro è “irreversibile” e chi pensa di poter uscire è “un ingenuo”. Mario Draghi esprime preoccupazioni per l’andamento dell’economia dell’eurozona e per l’esito delle discussioni in corso sull’Unione Bancaria, ma ribadisce che “non c’e’ un piano B di uscita” dalla moneta unica, “non c’è questa opzione”.
________________________________________
Draghi: euro irreversibile ma la Bce non può obbligare nessuno a restarci. Possibili acquisti di bond sovrani
IL SOLE 24 ORE – NEWS24 – 17/11/2014 03:20
«L’euro è irreversibile e la Bce farà tutto quel che serve, nell’ambito del suo mandato, per preservarlo. Comunque la Bce non ha alcun potere legislativo per obbligare i Paesi membri a stare nell’euro o a lasciarlo». … La Bce tuttavia continua a prevedere «una moderata ripresa nel 2015 e 2016» e un «graduale miglioramento» del mercato del credito.
________________________________________
Notate la differenza? Lascio a voi trarre le conclusioni, ma a me sembra che l’Europa tedesca debba iniziare a preoccuparsi seriamente se una testata come il Sole 24 Ore, iper-europeista fino a ieri l’altro inizia a cambiare registro. La Germania in particolare deve davvero preoccuparsi e questo forse spiega la volontà di sue imprese sistemiche di uscire dagli investimenti nel Belpaese anche a costo di una possibile svendita, l’esempio di E.ON che disinveste le sue attività in Italia tra le più brillanti del settore utilities locale è un termometro decisamente affidabile sul modo di pensare tedesco, fors’anche nascondendo ambizioni – direi vane al momento, troppo tardi – di acquisire ENEL, o almeno alcuni rumors finanziari si rincorrevano nelle stanze dei bottoni romani fino a qualche mese fa portando come conseguenza il nuovo AD Starace alla testa del gigante elettrico italiano.
Detto questo dobbiamo prepararci al grande evento, oggi [ieri] tutte le testate legate al Cavaliere paventavano in prima pagina la possibile uscita dall’Euro, o almeno la caduta della moneta unica in tempi anche relativamente brevi. Penso sia arrivato il momento di chiedere a Napolitano quali fossero i contenuti della proposta del centro destra per uscire dall’euro a fronte delle pressioni europee e supporto obamiano [la cui politica estera il prossimo anno sarà in mano ai repubblicani, intelligence compresa] presentate al Quirinale ad inizio estate 2011: purtroppo il Presidente con dubbio spirito di corpo invece di valutarle per quelle che erano e nell’interesse del Paese – forse interpretando il bene del Paese solo con la caduta di Berlusconi, la storia lo giudicherà – si dice le abbia girate ai partners europei, dettando di fatto l’agenda per la futura caduta del Cavaliere, una sorta di golpe ordito dall’esterno.
Fantapolitica? Beh, si vedrà, per intanto registriamo la possibile, ventilata decisione nottetempo del molto datato Presidente della Repubblica Italiano – anche Lui probabilmente riconosce che a quasi novant’anni le facoltà intellettuali possono essere in decadimento – di lasciare l’incarico all’inizio del prossimo anno, non prima però di aver apertamente attaccato gli anti-euro quali nuovi antagonisti interni, quasi invitando le forse armate ad intervenire (quasi un discorso di addio, forse Egli si dimentica che anche la nostra difesa nazionale deve mangiare ed a causa dell’euro a fine mese anche i nostri valorosi militari orfani dei due Marò lasciati marcire in India fanno fatica ad arrivare – dico tutto questo con lo stretto e necessario rispetto formale dovuto alla prima carica dello Stato -).
Ben inteso, non facciamoci confondere dalla crescita del PIL greco, spagnolo, portoghese ed irlandese dell’ultimo trimestre: tutta disinformazione per nascondere agli italiani il disastro dell’Europa attuale di matrice tedesca, la crescita statistica degli altri periferici è arrivata a seguito di un deficit dello stato molto ma molto superiore al limite del 3% che invece l’Europa impone rigidamente all’Italia. Anche qui non c’è da stupirsi: la stessa Handelsblatt aveva già indicato tempo fa che l’Italia era [ed è] l’avversario più temibile per la Germania oltre ad esserne il principale competitor manifatturiero, leggasi il vero ostacolo nel mantenere l’euro in piedi, la valuta che tanto potere ai tedeschi ha dato dalla conquista di Parigi nel ’40 [oggi grazie ad una valuta più svalutata del marco per la sola presenza nella compagine euro dei paesi europei cd. deboli, ha permesso di far esplodere le esportrazioni teutoniche di fatto compiendo la vera unificazione anche e soprattutto economica e dunque sociale con l’ex DDR]. Solo per questo all’Italia sono riservate condizioni “di riguardo”.
Il dado è tratto, teniamo da conto le nostre valide industrie [difendendole dagli attacchi dei partners europei, francesi e tedeschi su tutti, che potrebbero arrivare da qui ad inizio 2015] e prepariamoci alla sfida: dal prossimo anno non saremo più soli ed indifesi, mi viene da dire che potremmo addirittura salutare i tedeschi con un ben augurante “Ci rivedremo a Canossa….”