Condominio con 50 famiglie senza riscaldamento da 15 giorni
La società del gas blocca la fornitura per 41 mila euro di bollette non pagate, a rischio anche l’acqua I proprietari accusano l’amministratore: «È sparito con le nostre quote, il Comune ci aiuti»
PESCARA. In un maxi condominio di via Alento e via San Donato ci sono 50 famiglie che vivono al freddo dal 20 gennaio scorso. Da quando cioè la società del gas ha provveduto a staccare il contatore centralizzato per il mancato pagamento delle bollette. Il debito maturato dai residenti è di ben 41mila euro.
Ma non è colpa loro, perché loro le quote condominiali per saldare i pagamenti dei consumi del riscaldamento centralizzato e dell’acqua le hanno sempre versate. O almeno quasi tutti.
Sarebbe stato l’amministratore del condominio a non provvedere al pagamento delle utenze. Così, con il passare del tempo e all’insaputa dei condomini, è cresciuto un debito mastodontico e ora la società del gas ha applicato alla lettera ciò che prevede la legge e ha staccato la fornitura.
Tutti al freddo. Cinquanta famiglie, tra cui diversi bambini, anziani e persone malate, si sono ritrovate improvvisamente al freddo. E ora potrebbe accadere lo stesso con l’acqua, perché si è scoperto che c’è anche un debito maturato con l’Aca, l’azienda acquedottistica, che supera i 36mila euro.
La vita dei residenti è diventate praticamente impossibile. Chi se lo può permettere ha acquistato stufette elettriche per riscaldare qualche vano. Altri, invece, si sono dovuti arrangiare con coperte e borse dell’acqua calda. Tra i condomini, c’è anche una 91enne malata e con problemi di deambulazione.
Nei giorni scorsi qualcuno, esasperato dal freddo ha pensato bene di ripristinare i collegamenti del gas, ma la società è tornata e ha staccato addirittura il contatore.
In casa solo 14 gradi. Nel periodo più freddo dell’anno le case senza riscaldamento sono gelate. Nella stanza da letto della famiglia di Ivan R. c’è un termometro che segna appena 14 gradi di giorno, ma la notte la temperatura scende ancora. Ivan e sua moglie Antonella P. hanno una bambina che si è presa il raffreddore con febbre ben tre volte in pochi giorni. «Viviamo in due stanze riscaldate da una stufetta elettrica», spiega, «le altre le abbiamo chiuse, perché sono troppo fredde».
Sospetti sull’amministratore. Perché non sono state pagate le bollette? I residenti non sanno spiegarselo, però qualche sospetto ce l’hanno. «Abbiamo sempre pagato regolarmente le quote condominiali all’amministratore», dice Ivan R., «ma non sappiamo che fine abbiano fatto i pagamenti, perché sono due anni che non vengono approvati i bilanci del condominio.
L’ultimo approvato è del 2011. I rendiconti contabili del 2012 e del 2013 non li abbiamo visti». Nessuno dei proprietari si è tuttavia informato sui pagamenti delle utenze. «Abbiamo provato a telefonare all’amministratore, ma ha fatto sapere che è malato», rivela Ivan R..
Così, il distacco del gas è stato come un fulmine a ciel sereno per tutti. I condomini si sono scoperti all’improvviso debitori delle società Pescara distribuzione gas e dell’Eneide per una cifra esorbitante. Poi, è emerso anche il debito con l’Aca e ora qualcuno teme che nemmeno i lavori di ristrutturazione dei palazzi effettuati tempo fa siano stati pagati.
Un disastro cui ora dovrà far fronte il nuovo amministratore incaricato dai condomini. «Lancio un appello al Comune perché ci aiuti», afferma Ivan, «potrebbe anticiparci le somme per pagare il debito in modo da ripristinare il gas per riscaldarci».
Il precedente.
Si chiama Arturo Ferrandina l’amministratore accusato da decine di condomini di essersi appropriato delle quote condominiali e di non aver pagato i lavori effettuati negli edifici. La sua storia è salita alla ribalta delle cronache due anni fa, quando i residenti di alcuni palazzi gestiti da Ferrandina, a Pescara e anche a Francavilla, si sono ritrovati improvvisamente debitori per lavori eseguiti e mai pagati. L’amministratore è stato denunciato più volte ed è stato persino citato in giudizio per gli ammanchi nelle casse condominiali. L’udienza si terrà addirittura tra due anni.
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