Collasso del sistema monetario mondiale
Risonanze dal libro: Il denaro "Sterco del demonio", di Massimo FIni, editore Marsilio/Saggi…
La capacità del denaro di crescere come un tumore sul corpo che gli ha dato vita fino a invaderlo completamente, soffocarlo e distruggerlo, deriva dalla sua natura squisitamente tautologica (In logica, una tautologia – dal greco ταυτολογία, composto di ταὐτό lo stesso — τό lo e αὐτό stesso — e λογία per λόγος discorso – è un’affermazione vera per definizione, quindi fondamentalmente priva di valore informativo), dalla sua attitudine ad autoalimentarsi, diventando così un fine, un fine ultimo, un fine che non ha altri fini al di fuori di se stesso.
E poichè il denaro è un sacco vuoto, un puro Nulla, il suo fine non ha mai fine, si pone in un futuro irraggiungibile, trascinando con sè, in questa corsa verso il niente, l’ uomo.
La tautologia (ossia la mancanza di significato, l’ assurdità del meccanismo), è particolarmente evidente nel meccanismo finanziario, nel denaro che compra denaro.
Il "denaro finanziario", scrive Bazelon, "non è denaro da spendere. Con esso non si compra mai nulla; serve a guadagnare altro denaro. E quando poi si è in pieno movimento, non si compra nulla nemmeno col denaro guadagnato sul denaro adoperato per guadagnarlo, e così via".
Ma anche l’ intero circuito creditizio sta assumendo questo andamento tautologico (ossia privo di senso logico, assurdo).
Crediti enormi divenuti inesigibili vengono pagati sempre più spesso aprendo altre linee di credito al debitore.
Ossia il creditore presta soldi al debitore perchè lo paghi. Soddisfa la promessa di pagamento di cui è detentore con un altra.
Tutti sono indebitati con tutti. Inoltre il sistema dei debiti che vengono pagati facendo altri debiti riguarda anche (oltre agli stati), in buona misura, la massa globale dei crediti alle imprese e al consumo.
L” intero sistema finanziario e creditizio deve quindi autoalimentarsi incessantemente per non collassare.
Il denaro per sua intima necessità deve crescere indefinitamente.
Per cui il meccanismo finanziario ha bisogno di simulare una produzione che in realtà non c’ è (perchè la funzione vera e reale attribuita dal sistema finanziario al sistema produttivo è soltanto quella di produrre altro denaro), e di gonfiare continuamente anche la simulazione, così che il meccanismo industriale deve produrre soltanto per produrre.
La produzione industriale è una mostruosa bicicletta costretta a correre sempre più in fretta per mantenersi in equilibrio, non solo non può perdere velocità, ma deve incrementarla, è condannata a crescere per non afflosciarsi su se stessa: Pertanto lo scopo è diventato interno al meccanismo.
Questo meccanismo finanziario/economico spinge l’ individuo in quanto consumatore a procurarsi il massimo di denaro, e in quanto produttore a produrre la massima quantità di beni e servizi per procacciarsi altro denaro.
A questo punto il denaro diventa il fine e la produzione solo il mezzo per procurarselo.
Il fine non è più la soddisfazione di un bisogno ma bensì l’ accaparramento di denaro in funzione del denaro.
Svincolato dalla materia, depurato dalle sue funzioni originarie, ormai tutte interne al processo tautologico (ossia assurdo) del suo accrescimento, sfuggito di mano al suo creatore, il denaro è diventato conclusivamente, per la società e per il singolo, un fine.
A questo riguardo Karl Marx scriveva: " L’ ingordigia di denaro, la smania di ricchezza porta necessariamente con sè il declino e poi la fine delle antiche comunità delle quali è l’ antitesi. Esso stesso, il denaro, è la comunità e non può tollerare nient’ altro sopra di sè".
Se dal punto di vista individuale il denaro è un credito, verso il sistema, globalmente, il denaro è un colossale debito che abbiamo accumulato col futuro.
E’ grazie a questo debito che abbiamo potuto anticipare, intensificare e allargare al massimo produzione e consumi dilapidando in tempi rapidissimi risorse naturali immense.
Abbiamo vampirizzato e ipotecato il futuro come se fosse qualcosa di reale, di concreto, un bene immobile di nostra proprietà.
Come una mongolfiera che, liberata dalla zavorra, sale a velocità vertiginosa verso l’ alto, così la massa mondiale del denaro e dei debiti si incrementa a velocità vertiginosa, ormai fuori da ogni controllo.
Come aveva intuito Werner Sombart quasi un secolo fa, è proprio "la spinta verso l’ infinito, l’ illimitatezza delle mete, la forza che va al di là di ogni misura organica" che porta il denaro e il sistema che su di esso è stato costruito all’ autodistruzione.
La velocità del processo, cortocircuitando, renderà ad un certo punto evidente, che il denaro è un’ illusione che si ricade addosso, che non trova altra garanzia che in sè stessa, cioè nel nulla.
I risparmiatori sono i fessi storici del sistema stupefacente che ha fondamento sul denaro, quelli che, avendone poco, finanziano strutturalmente quelli che ne maneggiano molto.
Attualmente i risparmiatori trattengono presso di sè il denaro perchè, a causa di avvenimenti contingenti (la disoccupazione, l’ abbassamento dei salari, etc..etc…) temono per il futuro, lo vedono nebuloso e pensano che il denaro, com’ è stato loro insegnato e inculcato, potrà garantirli contro questa incertezza.
Non hanno capito che ad essere diventato precario non è il futuro (poichè il futuro è da sempre incerto), ma è proprio il denaro in quanto valore immaginario sociale!
E’ il denaro che, giunto al culmine della sua potenza tautologica (ossia assurda), è pronto ad esplodere al primo colpo di spillo.
Il giorno in cui il colossale volume di denaro in circolazione, o una parte consistente di esso, si presenterà all’ incasso per essere convertito in beni, servizi e lavoro che non rappresenta più da tempo, forse da sempre, il sistema crollerà. Precisamente, questo avverrà quando sarà caduta l’ illusione che il denaro sia un valore vero, e non (come è evidente), soltanto una simulazione.
Il giorno in cui, improvvisamente, gli uomini decidessero di credere davvero che il denaro è una cosa reale e cercassero di convertire in beni tutti i loro depositi, i loro crediti, le loro obbligazioni, le loro azioni, i loro titoli, i loro futures e gli stessi spiccioli che hanno in tasca, si accorgerebbero che il denaro non esiste!
E il futuro, reale o immaginario che sia, che abbiamo quantificato in moneta nelle dimensioni mostruose della nostra fantasia e della nostra follia, un giorno non lontano ci ricadrà addosso come drammatico presente.
Quel giorno il denaro non ci sarà più! Perchè non avremo più futuro, nemmeno da immaginare.
Ce lo saremo divorato.