Tremonti: aliquote elevate sono un alibi per non pagare le tasse
Cari amici,
quando commento una notizia che riguarda Tremonti mi sento confuso, perchè questo economista-politico è imprevedibile.
Alterna delle affermazioni da “applausi” ad altre che meritano critiche severe.
Quando si parla di fisco si parla di politica economica, ed anche di giustizia sociale.
Questi tre argomenti hanno delle interconnessioni che non si possono evitare.
Però è anche vero che il fisco ha una sua organizzazione e un suo sistema di procedure articolato, che rende possibile un giudizio svincolato e neutro.
Il fisco italiano è ingiusto, farraginoso, complicato, esoso, non applicabile.
Gli italiani sono costretti tutti i giorni a combattere con le storture del nostro sistema fiscale, e si difendono come possono.
E’ utile sottolineare che i cittadini del nostro paese possono difendersi dal fisco perchè le norme lo consentono.
L’ evasione dilagante è una possibilità reale e praticata, perchè il reddito non è considerato come differenza tra una quantità di risorse finanziarie di fine anno e una quantità di risorse finanziarie di inizio anno.
Se fosse così, fare la dichiarazione dei redditi sarebbe molto più facile.
Invece, i redditi sono considerati come dei “flussi di ricchezza” di vario tipo, che sono quantificati con modalità estremamente vaghe e discutibili.
Non voglio entrare nel dettaglio, ma il fatto è che le imprese hanno molti modi di diminuire i redditi, anche se tengono la contabilità in modo “formalmente” regolare.
Pertanto, a mio giudizio, è il differienziale di ricchezza che dovrebbe essere oggetto di tassazione, non il cosiddetto “reddito prodotto”.
Coraggio Tremonti!
Da un po’ mi sei simpatico e credo che puoi incidere di più sulla politica economica del nostro paese, ….anche se sei “di destra”!
Il sole 24 ore
Ridurre le aliquote è una cosa non facile con la tensione dei mercati finanziari e il debito pubblico che abbiamo. Ogni giorno lo Stato italiano deve trovare compratori per 4mila miliardi di vecchie lire per i titoli di Stato e questo spiega le ragioni della nostra relativa prudenza”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nel corso di Telefisco 2010, il convegno via satellite del Sole 24 Ore.
Un sistema di aliquote elevato “è un alibi per non pagare le tasse” ha poi aggiunto il ministro. “E’ una minoranza – ha affermato Tremonti – che dichiara redditi sopra i 100.000 euro mentre la vendita di auto di classe elevata è quattro volte tanto. Un sistema con aliquote così elevate è un alibi per non pagare le tasse. Se tu paghi la metà, io continuo a chiederti il doppio, così tu paghi almeno la metà”.
Tremonti ha ricordato che il Governo deve anche “garantire la pace sociale. Non credo – ha aggiunto – che la via giusta sia tagliare la sanità, anche se ci sono sprechi e abusi. Un conto è fare salotto, un conto e l’attività di governo”. In precedenza, il ministro aveva ribadito che eliminare l’Irap “è difficile perché togliere l’Irap vuol dire togliere la sanità”.
Tremonti ha poi affrontato il tema dell’evasione: «Il contrasto ai paradisi fiscale – ha detto – non è solo italiano ma si fa anche all’estero. Altri 20 paesi, che rappresentano l’80% dell’economia mondiale, hanno detto basta. Ci vuole tempo, ma questa è la strada giusta. La sede appropriata è l’Ocse dove ci è stata suggerita una doppia strategia: incentivare il ritorno dei capitali e contrastarne l’uscita, nel presupposto che i soldi oltre confine si presumono frutto di evasione fiscale». Secondo il ministro, questo contrasto passa anche attraverso il rafforzamento delle strutture amministrative. «Il concetto è che vogliamo i nostri soldi indietro, tanto più che tenere ricchezze all’estero significa avere soldi ‘morti’ che non convengono». Al direttore del Sole 24 Ore Gianni Riotta che gli chiedeva cosa serve per semplificare il fisco, Tremonti ha ricordato il libro scritto con Vitaletti sulle 100 tasse degli italiani sottolineando il livello di complicazione attuale del sistema fiscale. «Il sogno è fare la dichiarazione dei redditi su un sottobicchiere di cartone, quelli della birra. Purtroppo sappiamo che non è così. Il federalismo – ha aggiunto – è un pezzo base della riforma».