Bossi: Gestaccio contro l’inno d’Italia
Il leader arringa i delegati al congresso della Liga Veneta-Lega Nord; “Mai schiavi di Roma. Il Lombardo-Veneto può abbattere gli Stati”
Bossi: Gestaccio contro l’inno d’Italia
Ma perchè mi tocca leggere queste cose?
Questo “signore” si prende un sacco di soldi al mese da noi, e si permette di “sputare” nel piatto dove mangia?
Ma fino a quando sarò costretto a vedere questa gente che rovina la civile convivenza “sobillando” i poveracci con il mito della “paura” del diverso?
Ma la vogliamo finire di “inventare” queste sceneggiate con il solo scopo di far parlare di se e del cosiddetto “movimento”?
Ragazzi: Questo tizio è un “ministro”!
Questo tizio, che in un paese normale “forse” troverebbe posto come parcheggiatore, è nella “nostra” stanza dei bottoni.
….E’ ora di finirla!
T.
La Repubblica
PADOVA – Apre al Pd e sbeffeggia l’inno di Mameli. Poi se la prende con “i professori che non vengono dal nord”. Umberto Bossi arriva al congresso della Liga Veneta-Lega Nord e usa toni concilianti verso i democratici: “C’è spazio, siamo pronti ad accogliere le proposte del centrosinistra sul federalismo. Da parte nostra non ci sarà una chiusura al Pd e a Veltroni”. Parole che arrivano dopo che ieri il Senatur aveva dichiarato la sua piena sintonia con Silvio Berlusconi sulla riforma della giustizia. Con cui, oggi, non si è ancora sentito: “Mi sembra abbia altro da fare in questo momento”.
Poi Bossi sale sul palco e arringa i delegati. Il primo affondo, accompagnato da un inequivocabile dito medio alzato, è contro l’inno di Mameli: “”Non dobbiamo più essere schiavi di Roma. L’Inno dice che ‘l’Italia è schiava di Roma…’, toh! dico io”. Secondo affondo contro lo Stato “fascista”: “E’ arrivato il momento, fratelli, di farla finita”.
Poi tocca al federalismo. Il leader del Carroccio si dice favorevole alla perequazione tra le regioni più ricche e quelle più povere. Ma con criteri diversi da quelli attuali: “Deve essere una perequazione giusta, non come è adesso, dove chi più spende più ha soldi dallo Stato. E’ una truffa, è uno schifo”.
Capitolo scuola. Per Bossi è ora di dire basta “al far martoriare i nostri figli da gente che non viene dal Nord. Un nostro ragazzo è stato ‘bastonato’ agli esami perché aveva portato una tesina su Carlo Cattaneo”. Quindi Bossi chiama al suo fianco la parlamentare leghista Paola Goisis, della commissione Cultura della Camera, che rilancia: “Gli studenti italiani sanno tutti i sette re di Roma ma non sanno neppure un nome di un doge della Repubblica Serenissima”.