In Borsa è ancora orso: giù
nel finale Milano e Wall Street
I mercati prevedono recessione; Il valore azionario crolla a livelli sempre più bassi
Cari amici,
I venti della crisi finanziaria continuano a soffiare impetuosi.
I governi delle più importanti nazioni del mondo “annaspano” cercando come possono di arrestare il calo di fiducia che domina tutti i mercati finanziari mondiali.
Tutti noi cittadini guardiamo da lontano questa situazione, ed attendiamo che le nuvole nere che vediamo si tramutino in pioggia battente per la nostra “piccola” economia domestica.
In questa situazione così minacciosa, tutti gli operatori si stanno arrovellando con una domanda che diventa ogni giorno sempre più pressante: Che faranno i cinesi di tutta la montagna di dollari che gli arrivano ogni giorno dai mercati?
Esiste la possibilità teorica che i cinesi si organizzino per entrare nei mercati finanziari mondiali, ed utilizzino i loro dollari americani per acquistare più azioni che possono.
Se si verificasse questo scenario, assisteremmo ad un lieve recupero dei valori azionari mondiali, ed inoltre vedremmo moltissime aziende occidentali diventare di proprietà cinese.
Non ho trovato analisi su questo problema, e pochi articoli ne trattano.
Tuttavia questo è il punto di equilibrio finanziario più fragile, che potrebbe infrangersi molto presto: Esiste una montagna di dollari americani che aumenta sempre di più nei forzieri dello stato cinese. Questa massa di soldi “vale” sempre di meno a causa della crisi economica mondiale e dei debiti sempre più gravosi che lo stato USA si sta accollando.
I governanti cinesi vivono questa sgradevole sensazione di essere i garanti “di fatto” del nostro sistema, che loro stanno sfruttando per far progredire l’ economia di mercato cinese.
La domanda pertanto rimane:
Che faranno i cinesi con i loro dollari americani?
Il sole 24 ore
ORE 21.30 – Chiusura in rosso per gli scambi a Wall Street: l’indice Dow Jones ha perso il 2,42% a 8.175,77 punti, mentre il Nasdaq è sceso del 2,97% a 1.505,90. In forte discesa anche l’indice Standard and Poor 500 (-3,18%) a 848,92 punti.
ORE 20 – La Borsa di New York frena con il
solo Dow Jones in territorio positivo con un esiguo +0,04% (a 8.381,98 punti). Lo S&P 500 cede lo 0,62% a 871,36 punti e il Nasdaq composite arretra dello 0,66% a 1.541,73 punti. Nel complesso una seduta ad alta volatilità che, dopo un avvio in rosso, ha visto gli indici invertire rotta e girare in positivo. Nelle prime battute, gli indici hanno segnato cali attorno al 2% – appesantiti soprattutto dal settore energetico e delle utility che soffrono lo scenario di recessione economica – riuscendo poi a limare le perdite e a passare verso metà seduta in territorio positivo.
A incoraggiare gli investitori hanno contribuito le notizie che altre banche regionali Usa hanno ricevuto aiuti dal governo americano per 31 miliardi di dollari. L’indice dello S&P 500 che raggruppa le banche regionali sale del 5,8% dopo che 14 istituti, compresi Suntrust Bank, e State Street hanno aderito al piano di finanziamento del Tesoro americano. Al tempo stesso, il Tesoro Usa starebbe valutando la possibilità di sostenere anche soggetti non bancari, come assicurazioni e case automobilistiche. Ma intanto General Motors va giù con ribassi del 6,7%, dopo le indiscrezioni secondo cui la casa automobilistica avrebbe, per l’appunto, chiesto al Tesoro americano sostegno finanziario per portare a termine la fusione con Chrysler.
Quanto al quadro congiunturale, c’è attesa per il Pil statunitense del terzo trimestre (giovedì prossimo) che, in base alla prima lettura, dovrebbe evidenziare una crescita negativa pari a -0,5%, dopo il dato invariato del trimestre precedente. Intanto a settembre le vendite di nuove case degli Stati Uniti hanno segnato un rialzo del 2,7% a 464 mila unità. Il valore del dato, reso noto dal dipartimento del Commercio americano, è molto migliore delle previsioni, con gli analisti che avevano stimato un dato a 455 mila unità. Anche questo ha contribuito a dare ossigeno ai listini.
Tra i singoli titoli, volano i titoli bancari con SunTrust (+5%); First Horizon (+13%) e Fifth Third Bancorp (+17%). Bene anche il comparto edilizio – con l’indice di settore sullo S&P 500 in rialzo del 3,2% – dopo l’inaspettato recupero delle vendite di abitazioni nuove negli Stati Uniti: a settembre, l’indice ha segnato un rialzo del 2,7% (a 464.000 unità a tasso annuo) grazie soprattutto alla discesa dei prezzi. Vanno male, invece, gli energetici con ConocoPhillips (-3,5%) e Occidental Petroleum (-2,8%).Giù Caterpillar (-2,4%).
ORE 18 – Alla fine Milano non ce la fa e chiude molto negativa, -3,5% (Mibtel). Ancora più in rosso le blue chip (S&P/Mib -3,96%). Peggio ha fatto Parigi (-4%). Solo Francoforte, spinta dall’incredibile performance di Volkswagen, rialza la testa e chiude a +0,9%. Londra, invece dopo essere tornata in territorio positivo scivola in chiusura (-0,79%). Le Borse europee, nel complesso, chiudono quindi in rosso la prima seduta della settimana, dopo il ruzzolone di venerdì scorso, influenzate dalla volatilità di Wall Street, che ha più volte cambiato segno nel corso della seduta (al momento è tornata in positivo su tutto il fronte: Dow Jones +1,37, Nasdaq +0,45, S&P500, +0, 73% ). I listini hanno tentato il recupero sul finale, sulla scia degli indici americani passati in positivo e del dato Usa sulle vendite di nuove case, tornato a crescere a settembre. Ancora in calo il greggio, sceso sotto i 60 dollari a Londra e scambiato poco sopra i 62 dollari a New York, mentre l’euro continua a perdere terreno nei confronti del dollaro con il cambio sotto quota 1,24, sui minimi da aprile 2006.
Guardando ai titoli milanesi, nel mirino Bpm (-10,26%) dopo che il presidente Mazzotta ha detto in un’intervista che nell’attuale situazione il Core Tier 1 della banca potrebbe essere insufficiente. Giù anche Intesa Sanpaolo (-10,13%) in attesa del consiglio di gestione di domani: l’istituto ha precisato che il piano verrà rivisto solo nel 2009. Unicredit ha ceduto il 5,11% a 1,77 euro, Monte Paschi il 3,82%, in parità Banco Popolare. In campo assicurativo Generali perde il 3,97%. Molto debole Fiat (-8,20% a 5,35 euro) che ha scontato il no del governo alla rottamazione e l’abbassamento dell’outlook da parte di S&P. Italcementi cede il 9,05%, Impregilo il 6,13%. Tra gli energetici, Eni registra un -0,79%, Saipem sale del 3,02%, Snam Gas +0,22%, Enel cede il 4,92%. Telecom perde il 2,90%. Comprati i titoli del lusso (grazie al rafforzamento del dollaro), con Bulgari +1,06%, Luxottica +2,36%. Tra i media sale Seat, Mediaset guadagna il 2,99%; oggi è stata diffusa la notizia che Barclays ha raddoppiato la propria quota, portandola oltre il 5 per cento.
Le Borse dell’Europa centrorientale hanno chiuso tutte in ribasso nella seduta di oggi, ad eccezione del mercato di Varsavia, il Warsaw Stock Exchange, che ha registrato il segno positivo nell’indice Wig20, +0,95% a 1.570,11 punti. La borsa polacca ha registrato una lieve perdita in chiusura sull’indice Wig, che ha concluso le contrattazioni con un -0,05% a 25.278,60 punti, confermando che l’economia polacca è stata quella a subire meno danni nell’area.
Praga, invece, ha subito ulteriori perdite. Il principale indice della ceca Bcpp, il Px, ha chiuso in negativo del 6,85%, a 751,3 punti. Anche la Bursa de valori Bucuresti (Bvb) ha registrato forti cali, nonostante la sospensione mattutina delle transazioni. L’indice Bet ha perso il 7,84% in chiusura a 2.596,30 punti, mentre il Bet-Fi, che riunisce le cinque principali società finanziare romene, è sceso a 10.012,26 punri con il -9,81%. Stesso destino per la borsa di Sofia (Bse), che ha però contenuto le perdite, con l’indice Sofix in ribasso del 3,88% a 526,76 punti. L’Omx, che riunisce le borse delle tre Repubbliche del Baltico, ha registrato una perdita del 3,92%, mentre Omx Nordic 40, l’indice le 40 principali società, ha contenuto i ribassi a -1,44%. Bratislava, dopo giorni di chiusure in pareggio, ha registrato un calo dell’indice Sax a 398.8700 con il -2,42%.
A far recuperare i listini contribuiscono sia la previsione di un taglio dei tassi da parte delle banche centrali in Europa ed Oltreoceano sia l’andamento in sostanziale tenuta di Wall Street, comunque molto volatile e attualmente in rosso (dopo una virata in territorio positivo) ma senza i picchi negativi di venerdì. Sul fronte macro un aiuto ai mercati è arrivato dalla vendita di nuove case negli Usa, salita del 2,7% mensile a settembre al tasso annuale di 464 mila unità, oltre , le attese 458 mila unità. Su base annuale la vendita di nuove case è scesa del 33,1%.
ORE 14.30 – Lo spettro di una recessione economica globale fa vivere una nuova giornata di passione per le Borse europee, dopo i tonfi nelle piazze asiatiche, con Tokyo che ha chiuso ai minimi degli ultimi 26 anni. Pur riducendo le pesantissime perdite della mattinata, gli indici del Vecchio Continente viaggiano con ribassi sostanziosi in scia anche all’apertura negativa di Wall Street: a Milano il Mibtel perde il 3,51%, S&P/Mib -3,39%, a Parigi il Cac40 il 4,8%, a Francoforte il Dax il 2,98%, a Londra il Ftse100 il 2,1%. Ad affossare i listini le performance dei titoli bancari e finanziari: a Milano peggior blue chip è Bpm, che lascia sul terreno oltre l’11%, seguita da Intesa Sanpaolo(-8,44%). Tra i migliori Seat, Mediolanum, Mediaset, StM.
Il prezzo del greggio ha ripreso a scendere con convinzione a una manciata di minuti dall’avvio delle contrattazioni. Nel dettaglio il light sweet crude (Wti) sta arretrando del 2,1% attestandosi a 62,8 dollari al barile, mentre il Brent del Mare del Nord passa di mano a 60,75 dollari, in calo del 2,1%. A incoraggiare le vendite, ancora una volta, è il timore per la recessione e per la crisi finanziaria. Quest’ultima ha fatto vittime anche nei Paesi arabi: ieri il governo del Kuwait è sceso in campo per garantire i depositi di Gulf Bank, dopo le forti perdite accusate dall’istituto con i prodotti derivati.
ORE 13.30 – Prosegue in forte calo, anche se sopra i minimi della mattinata, la seduta della Borsa, in linea con quanto accade sugli altri listini europei, in previsione di un’apertura negativa anche a Wall Street, dopo che Tokio in mattinata ha segnato il minimo di 26 anni. Poco dopo le 13 il Mibtel cede il 4,13% con offerta prevalente su tutti i principali valori bancari, sui petroliferi e gli industriali. Un solo titolo si muove in controtendenza ed è Seat Pagine Gialle, che sale del 2,15%. Particolarmente deboli le performance di Intesa Sanpaolo (-9,2%) e Bpm (-11,83%) fra i bancari: entrambi i titoli sono anche stati sospesi per eccesso di ribasso e risentono rispettivamente dell’abbassamento dell’outlook da parte di Standard & Poors e delle dichiarazioni del presidente Mazzotta sul Core tier one che «può essere insufficiente». In calo anche Unicredit (-6,24%). Fra i titoli del comparto energetico, quelli che maggiormente risentono del nuovo calo del prezzo del petrolio sono Tenaris (-9,4%), anche sospesa, e Saipem (-6,03%) mentre Eni contiene le perdite sotto la media (-2,66%). Fiat in netto calo (-7,67%) nonostante il buon andamento del settore a livello europeo con il rialzo di Volkswagen a Francoforte.
ORE 13 – Piazza Affari in netto ribasso al giro di boa di metà seduta in linea con le altre Borse europee. Gli ordini di vendita, spinti dalla consapevolezza delle recessione e dalle conseguenza negative sugli utili aziendali, colpiscono un po’ tutti i settori, anche se i finanziari sono in prima fila fra i ribassi. Il Mibtel segna -4,5% e l’S&P Mib -4,7%. Fra le blue chip maglia nera per Bpm (-11,1%), seguita da Tenaris (-9,9%), Intesa (-9,1%), Fiat (-8,5%) e Unicredit (-6,3%). Sul listino principale quasi tutti i titoli registrano flessioni superiori al 2%, mentre in controtendenza troviamo solo Seat, che guadagna il 2,1%.
ORE 10..30 – Prosegue la giornata negativa dei listini del Vecchio Continente. A Milano il Mibtel cede il 4,36% e l’S&PMib il 4,97%. Pesanti anche le altre piazze europee: Parigi (-5,58%), Francoforte (-3,56%) Londra (-4,76%) e Madrid (-5,76%). Colpiti dai ribassi sono soprattutto i titoli bancari (-7,67% il Dj Stoxx di settore) in scia a quanto è avvenuto a Tokyo dove il governo giapponese sta considerando la possibilità di incrementare fino a 10.000 miliardi di yen, dagli attuali 2.000 mld, l’ammontare di fondi pubblici stanziati a sostegno delle banche. A Londra Hsbc perde il 9,95%. A Francoforte Deutsche Post cala del 17,58% mentre Deutsche Bank flette dell’11,59%. E pesanti ribassi si registrano anche a Paigi dove Societe generale arretra del 12%, Dexia del 10% e Bnp Paribas del 9,19%. In controtendenza si sta invece muovendo il settore auto (+19% il Dj Stoxx di settore) ma si tratta soprattutto dell’effetto Volkswagen che fa segnare rialzi da record dopo che Porsche ha annunciato di aver aumentato la sua quota nella società al 42,6% direttamente e al 71% indirettamente. Le altre case automobilistiche, invece, continuano a registrare flessioni pesanti con Renault a -8,5%, Daimler -9% e Fiat a -8%. A Milano sono pesantemente penalizzati i bancari con Intesa Sanpaolo che perde il 9,68%, Unicredit che cede l’8,33% e Bpm a -7,13%. Sull’S&P Mib sono poi sospese Italcementi a -6,51% dopo aver aperto addirittura in leggero rialzo e FonSai a -3,32%. I timori di crisi economica e calo dei consumi penalizzano titoli come Luxottica (-7,3%) e Geox (-6,54%). Il calo del petrolio non penalizza invece eccessivamente Eni che arretra del 3,5%. Per trovare qualche titolo con il segno positivo bisogna guardare a Credem (+1,82%) e Iride (+0,54%)
ORE 9. 30 -Dopo i pesanti ribassi di venerdì scorso, le Borse europee iniziano la settimana ancora in territorio negativo sulla scia del pesante tonfo di Tokyo.
I mercati Europei fanno segnare cali di oltre il 5% sui principali listini (DJ Stoxx 600 -5%). L’annuncio della concessione da parte del Fondo monetario internazionale di un prestito di 16,5 miliardi di dollari all’Ucraina sta destabilizzando i mercati, commentano gli operatori spaventati dal contagio della crisi ai Paesi emergenti. A Milano il Mibtel perde il 4,39% mentre l’S&PMib cede il 4,86%. Male anche nel resto d’Europa con Parigi a -4,62%, Francoforte a -1,6%, Londra a -5% e Madrid a -4%.