La Bce taglia, i tassi scendono al 3,25%
Ma le Borse vanno giù: Mibtel -4,68%
Francoforte perde il 6,84%. L’Europa brucia 300 miliardi. Wall Street: Il Dow Jones cede il 4,80%
Cari amici,
Mentre l’ informazione in Italia è impegnata a commentare le sciocchezze prodotte da Berlusconi al fine di attirare l’ attenzione, l’ economia continua a sfornare dati negativi.
Già ieri ho commentato la stessa notizia, e non mi va di riscrivere le stesse cose.
Invece oggi è opportuno ricordare che la crisi finanziaria non è finita.
Ci sono ancora “scheletri nell’ armadio” da scoprire, e mi aspetto altri sconvolgimenti nei prossimi mesi.
Ci sono troppi segnali negativi per stare tranquilli nella convinzione che il peggio sia passato.
Stamattina sul tram ho letto una breve e intensa descrizione della bolla creditizia che ha scatenato la crisi, da un libro intitolato “Crack”, di Charles R. Morris (ellint edizioni); ve la copio:
“Non molto tempo fa, il valore di tutte le attività finanziarie – azioni, obbligazioni, prestiti, mutui e simili, che rappresentano diritti sul prodotto nazionale – era pari circa al PIL globale.
Oggi sta per raggiungere un valore pari a quattro volte il valore del PIL mondiale.
Inoltre, i derivati finanziari, strumenti che incorporano una sorta di diritto sulle attività finanziarie, hanno un valore nozionale pari a più di dieci volte il PIL globale.
Il rapporto crescente del credito rispetto al prodotto reale è una misura del leverage, ovvero del rischio finanziario.
Si pensi a una piramide invertita.
Più il credito si accumula in cima, più la base vacilla.
E quando una piramide del genere crolla, lo fa molto velocemente.”
Tradotto in linguaggio corrente, la spiegazione suddetta significa che il valore finanziario “prodotto” dalle borse, oggi non ha alcuna attinenza con il valore reale dell’ economia.
In pratica si tratta di un castello di valore costruito su crediti e debiti contrapposti, il cui valore reale è solo un pretesto.
Le previsioni “moderate” di perdite previste da questo economista, ammontano intorno ai mille miliardi di dollari.
Oggi non siamo neanche a metà di questo valore!
Corriere della sera
MILANO – La Bce ha ridotto di 50 punti base, al 3,25% dal 3,75%, il tasso di riferimento dell’eurozona. Di riflesso scendono il tasso marginale sui rifinaziamenti al 4% dal 4,25% e quello sui depositi al 3% dal 3,25%. La Bce aveva tagliato, in un’azione concertata con le altre banche centrali, l’8 ottobre di 0,50 punti base il riferimento.
MALE PIAZZA AFFARI – La mossa, peraltro scontata, non è servita a risollevare le sorti delle contrattazioni nelle Borse, che hanno tutte peggiorato dopo l’annuncio dell’istituto di Francoforte. Piazza Affari ha chiuso in decisa flessione: il Mibtel perde il 4,68% a 16.715 punti, mentre lo S&P/Mib cede il 5,06% a 21.607 punti.
TONFO A WALL STREET – Quando è passata da circa un’ora la soglia metà giornata di contrattazioni Wall Street affondava, con il Dow Jones in picchiata di oltre 400 punti, seguendo i ribassi delle Borse europee e i timori di una recessione negli Stati Uniti. Alla fine Wall Street chiude in forte calo. L’indice Dow Jones è calato del 4,85% a 8.695,79, mentre lo Standard & Poor’s 500 ha perso il 5,03%, per chiudere a 904,88, secondo gli ultimi dati disponibili. L’indice tecnologico Nasdaq è sceso del 4,34% a 1.608,70.
EUROPA BRUCIA 300 MILIARDI – Le Borse europee tracollano per la paura di una lunga recessione mondiale, proprio nel giorno in cui la Bce taglia i tassi di mezzo punto, portandoli al 3,25%. La mossa delude i mercati, che si aspettavano un taglio più aggressivo, anche alla luce della decisione della Banca d’Inghilterra di tagliare i tassi di un punto e mezzo, portandoli al 3%. L’abbassamento del costo del denaro non vince il timore della crisi economica e finanziaria, mentre l’Fmi parla di recessione globale nel 2009. In una sola seduta le Borse europee hanno mandato in fumo quasi 300 miliardi di euro. È quanto emerge sulla base del controvalore dell’indice paneuropeo Dj Stoxx dei 600 titoli a maggior capitalizzazione, sceso oggi del 5,55%.
GLI INDICI – A Londra l’indice Ftse 100 arretra del 5,70% a 4.272,41 punti, Francoforte cede il 6,84% a 4.813,57 punti e Parigi cala del 6,38% a 3.387 punti mentre Londra ha chiuso in ribasso del 5,70%, con l’indice Ft100 a quota 4.272,41 punti.
INCERTEZZE – «Non escludo che potremo tagliare di nuovo i tassi» ha detto il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. durante la conferenza stampa informando i giornalisti che la decisione odierna di tagliare i tassi europei di mezzo punto è stata presa dalla Bce all’«unanimità». Ma poi aggiunge che il direttivo ha discusso «varie opzioni», tra cui anche quella di tagliare i tassi dello 0,75%. Le incertezze legate alla crisi creditizia – ha detto il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Triche – rimangono «straordinariamente alte» e «sfide eccezionali aspettano» l’Europa. In più, ha detto il presidente della Bce, si è registrata, nelle ultime settimane, una «marcata frenata della crescita» in eurozona. Il timore della recessione, quindi, ha costretto l’istituto di Francoforte a intervenire nuovamente sui tassi d’interesse.
INFLAZIONE IN CALO – L’inflazione, ha fatto osservare Trichet durante la conferenza stampa, dovrebbe continuare ad allentarsi nei prossimi mesi fino a raggiungere livelli compatibili con la stabilità dei prezzi nel 2009. Lo ha detto il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet. La Bce considerà il 2% come soglia desiderabile per la stabilità dei prezzi.
SVIZZERA e INGHILTERRA TAGLIANO TASSI – Poco prima del taglio della Bce era arrivata la decisione della Banca d’Inghilterra che ha ridotto i tassi britannici di ben 150 punti base portandoli al 3%. E anche la Banca nazionale svizzera ha annunciato a Zurigo una riduzione di 50 punti del margine di fluttuazione del Libor a tre mesi, il tasso di riferimento, che passa a 1,5%-2,5%.
BORSE ASIATICHE – Nell’Obama Day, il giorno della consacrazione dell’esponente afroamericano uscito vincitore dalle presidenziali americane, la piazza di Tokyo era stata quella che aveva fatto registrare i risultati migliori, un po’ in controtendenza rispetto a quanto successo in Europa e negli Usa dove i mercati finanziari non sembrano avere accolto con entusiasmo il successo del candidato democratico. Ma a distanza di 24 ore la Borsa della capitale nipponica fa registrare un forte arretramento, con l’’indice Nikkei dei 225 titoli guida che alla chiusura ha perso 622,10 punti, pari al 6,53%, scendendo di nuovo sotto quota 9.000 a 8.899,14 punti.
EFFETTO WALL STREET – A riportare al pessimismo gli investitori giapponesi è il ritorno in forza dello yen rispetto al dollaro e al tonfo di ieri di Wall Street. L’indice Nikkei aveva recuperato l’11% nel corso delle due sedute precedentii. L’indice Topix, che si riferisce a tutti i titoli principali della Borsa giapponese, ha perso oggi 57,61 punti, pari al 5,96 per cento, scendendo a 909,30 punti. Ieri sera, l’indice Dow Jones della Borsa di New York aveva perso il 5,05%e il Nasdaq il 5,53%, mentre nuovi indicatori hanno ricordato che il presidente Obama dovrà affrontare una situazione molto degradata negli Stati Uniti. Nel mercato dei cambi, lo yen continua a salire rispetto al dollaro e all’euro, una situazione che nuoce alle esportazioni giapponesi. Il dollaro è sceso oggi di nuovo sotto i 98 yen.