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Bologna sperimenta la badante condominiale

Bologna sperimenta la badante condominiale

Prima di vederlo all’opera manca ancora qualche dettaglio, ma l’assistente familiare farà presto il suo ingresso nei condomini italiani. La novità è frutto del nuovo contratto nazionale per i dipendenti da proprietari di fabbricato, in vigore dal primo gennaio e fino a fine 2014, siglato da Confedilizia con Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil. Un testo che introduce (articolo 17, profilo D4) la figura di lavoratori che «svolgono servizi per la prima infanzia o per anziani autosufficienti, o altre attività in favore di tutti o alcuni condomini».

Una specie di "tagesmutter", figura diffusa soprattutto in Trentino Alto Adige, che assiste di giorno i bambini in condominio. Ma ora, inserita in un contratto nazionale e con qualche mansione in più.

«Può essere utile in molte situazioni. Nelle zone in cui c’è carenza di strutture pubbliche per l’infanzia. O per dare sostegno agli anziani anche solo con qualche ora di compagnia», spiegano da Confedilizia. Dal punto di vista contrattuale, questo nuovo assistente rientra nei profili D, come gli addetti alla vigilanza, gli istruttori e gli assistenti condominiali.

Un profilo, quest’ultimo, in realtà ancora poco diffuso. «Tra i nostri associati, non ho mai sentito parlare di condomini che l’abbiano adottato», racconta senza mezzi termini Giuseppe Bica, presidente dell’Anammi. Il contratto stabilisce che, tra le sue mansioni, rientrino quelle relative al disbrigo di pratiche amministrative (ciò che non rientra nel compito degli amministratori), al ritiro della posta, o per esempio l’occuparsi dei rapporti con i Gruppi di acquisto solidale, quando sia delegato dalle famiglie. Nella pratica, però, sono attività di cui spesso si fa carico il portiere. E comunque non così urgenti da indurre le assemblee a votarne l’assunzione. Confedilizia segnala alcuni casi a Roma, Padova, in Toscana, mentre a Milano nei palazzi Aler esistono dipendenti affini, i custodi sociali, che hanno anche il compito di vigilare sugli anziani e persone disagiate.

L’assistente familiare non potrà avere un rapporto di «apprendistato», sarà iscritto all’Inail ed equiparato agli impiegati come Inps, potrà essere full e part time. La retribuzione lorda minima (nel contratto «salario conglobato») per il 2013 è di 1.194,02 euro. Sulle specifiche mansioni e sull’orario di lavoro, però, ci sono ancora dettagli da definire. Nel caso di assunzione part time, per esempio, nel contratto manca un’indicazione degli orari minimi e massimi, fissati invece in 16 e 30 ore settimanali per le altre figure dello stesso profilo. I sindacati premono affinché non si vada sotto queste soglie.

Sulle mansioni, invece, occorre chiarire che non si tratta di veri operatori dell’infanzia o socio-sanitari, e infatti il testo non prevede abbiano particolari requisiti di formazione. «Per noi l’importante è non fare una sorta di dumping verso altri contratti nazionali», spiega Sabina Bigazzi, responsabile Filcams-Cgil. E quindi definire che non si tratta di colf e badanti o asili condominiali. Anche la titolarità del rapporto di lavoro potrebbe creare dissidi. La spesa per il servizio sarà solo a carico delle famiglie che ne usufruiscono, ma l’assunzione è fatta dal condominio. Quindi in caso di controversie verrebbero comunque coinvolti l’assemblea e l’amministratore.

«Aspettiamo di capirci di più. A ogni modo è una soluzione originale, finora sperimentata da alcune città del nord, che può avere successo», aggiunge Bica. In effetti l’esigenza di avere un aiuto in condominio, al di là del tradizionale portiere, è sentita. «Anche noi stiamo ragionando sull’introduzione di una simile figura, ma dobbiamo definire meglio le sue specificità», dice Giovanni Bardanzellu, avvocato che assiste Federproprietà, firmataria di un altro contratto nazionale con Uppi, Confappi e Confsal. Mentre partono nuove iniziative sullo stesso terreno. A Bologna Confabitare ha terminato la sperimentazione della «badante di condominio». «Hanno aderito all’iniziativa 45 condomini.

E ora lavoriamo per estendere il servizio in altre città», spiega il presidente Alberto Zanni. La badante assiste ciascuna famiglia solo per qualche ora al giorno, secondo fasce orarie stabilite. Così queste possono dividere la spesa.

Queste lavoratrici non dipendono dal condominio, ma lavorano secondo il contratto nazionale per colf e badanti. «Per ora il disagio è che la dipendente deve siglare un rapporto part time con ciascun assistito – conclude Zanni –. Ma stiamo lavorando per trovare una soluzione più omogenea».
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