Avvenire e la vicenda Lario-Berlusconi:
“Abbraccio mortifero politica-spettacolo”
L’editoriale in prima pagina: «Premier sia specchio non deforme di questo Paese»
Cari amici,
Mi piace che qualcuno scriva ancora di “moralità” in una prospettiva di ciò che “dovrebbe essere” un comportamento rispettoso della cultura popolare di riferimento.
Questo punto di vista oggi non è di moda; anzi ciascuno in cuor suo pensa che “tutti sono liberi di fare ciò che vogliono, purchè non arrechino danno agli altri”.
Questo concetto è condivisibile soltanto in teoria.
In pratica ciascuno ha un suo limite morale che ritiene invalicabile dalla cosiddetta “libertà” personale, ed anche la società nel suo complesso oppone i suoi limiti culturali, difendendoli con istituzioni e leggi.
E’ sempre stato così, perchè ogni società umana si fonda su comportamenti condivisi ed accettati.
E’ errato pensare che ogni comportamento può trovare degli atteggiamenti condivisi in uno stato libero e laico.
Non è mai stato così, e non sarà mai così.
Ogni scelta culturale che diventa legge, è in pratica una convinzione politica che trova potere.
Quando il presidente del consiglio evidenzia comportamenti che promuovono e favoriscono interessi privati legittimi in modo arbitrario, ciò reca danno a tutta la società, poichè tutti si sentono autorizzati a fare altrettanto nel loro ambito di potere.
Ciascuno nel proprio piccolo ha la sua Noemi da favorire!
In questo contesto sociale, chi ha le capacità di emergere, ma non conosce “santi in paradiso” è condannato a restare indietro, oppure ad emigrare.
Corriere della sera
ROMA – «Sappiamo che un uomo di governo va giudicato per ciò che realizza, per i suoi programmi e la qualità delle leggi che contribuisce a creare. Ma la stoffa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono indifferenti. Non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presidente che con sobrietà sappia essere specchio, il meno deforme, all’anima del Paese». È quanto si legge su Avvenire, in un editoriale in prima pagina dedicato alla vicenda Lario-Berlusconi. Un commento dai toni preoccupati perché «la politica e lo spettacolo, in un abbraccio mortifero, hanno dato nell’occasione il peggio di sé».
«NO AL CIMA DA SCAMBIO DI “FAVORINI”» – Premettendo che «a nessuno è lecito usare i disastri altrui come arma politica e a nessuno dovrebbe essere concesso di sguazzare là dove sono in gioco i sentimenti delle persone e la vita di una famiglia», Avvenire puntualizza che «ciò che farebbe ridere in una puntata del Bagaglino non può non preoccupare i cittadini che di tanto ciarpame alla fin fine farebbero volentieri a meno». E ancora, si legge: «Non ci è piaciuto quel clima da scambio di “favorini” veri, falsi o presunti tra amici e amiche. E ci ha inquietato lo spargersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un’altra manciata di sospetti sulle gesta del presidente del Consiglio. Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. e comunque prima o poi, arriva il momento del conto».