Casini: fronte comune anti-Berlusconi
Apertura a Fini: «Ci saranno sorprese»
Il leader dell’Udc pronto ad un’alleanza con Pd e Idv in caso di una forzatura del premier per elezioni anticipate
Cari amici,
Forse Berlusconi sta arrivando alla fine della sua storia politica.
E’ vero che il grande Totò diceva che “ogni limite ha la sua pazienza”, ma in Italia nessuno, neanche Silvio, può pretendere di tirare troppo la giacca agli italiani.
Forse è vero che UDC e Italia dei valori in condizioni normali non proverebbero a fare alleanze elettorali, ma questi non sono periodi normali, perchè c’ è un personaggio politico che cerca continuamente di utilizzare il proprio potere istituzionale per salvarsi dai procedimenti penali che ha in corso.
In queste condizioni politiche persino il PD potrebbe pensare di formare una grande coalizione contro il Pdl.
Spero che la stella di Berlusconi cominci a tramontare.
Corriere della sera
ROMA – «Io mi auguro che questa partita non si giochi e che Berlusconi risolva i problemi del Paese. Ma se pensa di utilizzare la questione giudiziaria per trasformare la democrazia in una monarchia, attaccando Napolitano e la Consulta, avrà una risposta dura, netta e univoca. E ci saranno sorprese». Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, prende le distanze dal leader del Pdl e parlando a margine del congresso del Movimento cristiano dei lavoratori, a Roma, rilancia l’idea di un fronte democratico che si opponga al Cavaliere nel caso di una forzatura per il ritorno anticipato alle urne. E in questa coalizione anti-Silvio potrebbe trovare ospitalità anche l’ex leader di An, Gianfranco Fini. Casini non ne parla esplicitamente, ma risponde appunto di «sorprese» ai cronisti che gli fanno domande specifiche sul tema.
NO COMMENT DI FINI – Il diretto interessato dal canto suo, non conferma e non smentisce. «Credo che sia giusto, quando si rappresenta l’Italia all’estero o comunque in un consesso internazionale, astenersi da qualsiasi commento che riguarda la politica italiana» ha detto Gianfranco Fini a margine della riunione dei presidenti dei parlamenti Ue a Stoccolma, liquidando così i giornalisti che gli chiedevano un commento alle parole di Casini.
IL FRONTE ANTI-CAV – A lanciare l’ipotesi di un grande schieramento repubblicano in difesa della democrazia era stato lo stesso Casini dalle pagine della Stampa. Casini aveva anche precisato di essere pronto a fare fronte comune con Pd e Idv: «Innanzitutto dico che uno schieramento repubblicano dovrebbe interpellare le coscienze di tanti parlamentari della Pdl, che non credo possano accettare una deriva di questo tipo – aveva spiegato -. Aggiungo che una divisione del Paese così lacerante sarebbe perniciosa e mi auguro che Berlusconi non segua questa strada. Ma un caso del genere richiederebbe una risposta inedita rispetto a quelle che si sono prefigurate fino ad oggi. Osservo però che minacciare le elezioni anticipate non significa averle».
LE REAZIONI NEL PDL – Immediate le reazioni del centrodestra. Il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, parla di presa di posizione «sconcertante» e si dice convinto che «gli elettori Udc che sono dei moderati punirebbero senza appello una scelta di alleanza anche con Di Pietro e sinistra».Italo Bocchino, vicecapogruppo del Pdl alla Camera eche proviene dalle fila di An, ammette invece che «Casini pone questioni serie» ma che «non c’è all’orizzonte l’ipotesi di un governo alternativo a quello voluto dagli elettori nè avrebbe senso il ricorso al voto anticipato, essendoci una maggioranza ampia che ha un programma elettorale da rispettare». Il ministro per l’attuazione del Programma,Gianfranco Rotondi, ritiene quella di Casini una «ipotesi che non ha alcuna ragion d’essere ed è priva di fondamento» e fa sapere che l’unico motivo per cui Berlusconi potrebbe valutare eventuali dimissioni anticipate sarebbe una sconfitta alle elezioni regionali. E il ministro Ignazio La Russa, che del Pdl è uno dei coordinatori nazionali, aggiunge: «Non credo che possa pensare a una riedizione di quei fallimenti disperati di chi non dice altro che no a Berlusconi. Ci ha già provato Prodi in passato con un segmento più piccolo»