Gaffe su Obama, Berlusconi
polemizza con un reporter Usa
Vivace scambio di battute tra un giornalista dell’agenzia Bloomberg e il premier: «Si scuserà?», «Chiedi scusa tu»
Mi piace quando leggo notizie “fuori dal coro”.
Un giornalista americano ha chiesto pubbliche scuse al nostro “vecchietto” presidente del consiglio, il quale non ha gradito.
Ovviamente, dal punto di vista di Berlusconi, “gli altri” non hanno capito e lui “è stato frainteso”.
Da noi il nostro “grande” statista si può permettere questi punti di vista, poichè è continuamente “spalleggiato” dalla maggior parte dei mass media che lo proteggono ed esaltano le sue “carinerie”.
All’ estero la musica è diversa, e non si possono raccontare troppe stupidate per troppo tempo.
Credo che nei prossimi anni avremo rilevanti problemi economici da affrontare, e pertanto abbiamo bisogno di trovare gente “seria”, che abbia sogni da realizzare e non soltanto interessi da difendere.
Berlusconi ha fatto il suo tempo!
….basta!
Corriere della Sera
BRUXELLES – Le dichiarazioni di Silvio Berlusconi su Barack Obama («è bello, giovane e abbronzato») sono state al centro di un vivace botta e risposta tra il premier italiano e un reporter americano (guarda il video). Nel corso della conferenza stampa del vertice Ue, Steve Scherer, inviato a Bruxelles dall’agenzia americana Bloomberg e residente a Roma da dieci anni, ha domandato al capo del governo italiano perché non chiedesse scusa al presidente eletto Barack Obama per le dichiarazioni fatte da Mosca. «Presidente, chiederà scusa a Obama?». «Ma per favore, per favore, chiedi piuttosto scusa tu all’Italia» è stata la replica.
«PER FAVORE, PER FAVORE… » – Alle domande incalzanti del giornalista americano («Presidente si rende conto che il suo commento su Obama è offensivo negli Stati Uniti? Perché non chiede semplicemente scusa?) il presidente del Consiglio ha prima replicato con una certa calma: «Vedo che anche tu ti sei messo nella lista di quelli che ho detto ieri…». Quindi ha aggiunto alzandosi e lasciando la sala: «Ma per favore, per favore chiedi scusa tu all’Italia…non c’è il senso del ridicolo». Berlusconi si è poi allontanato per fare rientro in Italia.
«NESSUNA PROTESTA FORMALE» – «Uno statista non fa così». È stato il commento di Steve Scherer. «Ho deciso di rispondere alle domande dei colleghi giornalisti perché sono stato chiamato imbecille e “messo in mezzo” a questa storia, ma non intendo presentare proteste formali», ha spiegato il reporter americano ad alcuni cronisti nella sala stampa del Consiglio europeo. «Quando Berlusconi dice una cosa, io la riporto, e in questo caso non c’è una questione politica ma semplicemente di cortesia. Bisognerebbe capire che i tempi cambiano: Berlusconi ha 72 anni e non ha ancora capito – ha osservato Scherer – che cosa ha significato l’elezione di Obama negli Stati Uniti». Aver «fatto incazzare» Berlusconi, ha detto ancora il cronista della Bloomberg, «per me è un onore: negli Stati Uniti il giornalismo è critica del potere, o meglio dell’abuso del potere. Il fatto che Berlusconi si sia alterato vuol dire che io, come giornalista, ho fatto il mio lavoro». Il premier italiano, ha osservato ancora Scherer, «ha parlato male, ha fatto una battuta delle sue, e non ha chiesto scusa; io ho cercato solo di dargli la possibilità di spiegarsi, e lui invece ha insistito». E a chi gli chiedeva se si sentisse intimidito dalla reazione del premier, il giornalista americano ha risposto: «No, non mi sento in pericolo».
«IMBECILLI» – In mattinata, il premier italiano era tornato sulle parole pronunciate giovedì su Obama. «Li conoscevamo già ma non pensavamo fossero così tanto imbecilli» ha detto il premier (lasciando Mosca e diretto a Bruxelles) rispondendo ai cronisti italiani che gli chiedevano il suo stato d’animo dopo la lettura dei giornali e le tante critiche piovutegli addosso. «È stata una battuta di carineria e anche spiritosa» ha ribadito il Cavaliere circa le frasi su Obama. «Tutta la sinistra ne è affascinata, è il messia» ha poi aggiunto Berlusconi, auspicando che per il prossimo presidente degli Stati Uniti non diventi poi troppo pesante avere tutta questa attenzione addosso.