*Aureliano Ferri e’ esponente del Movimento Internazionale per i Diritti Civili – Solidarietà. Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – Da più di quarant’anni ormai Lyndon LaRouche e il suo movimento internazionale sono in prima linea nel denunciare l’attuale sistema finanziario mondiale, un sistema di stampo anglo-olandese-veneziano imperiale, ad uso di un’oligarchia sovrannazionale che cerca, e in larga misura riesce, a sottomettere ai propri voleri la politica e, di conseguenza, i destini di miliardi di esseri umani, attraverso un saccheggio sconsiderato e cannibalistico dell’economia fisica, di cui LaRouche è globalmente riconosciuto come il maggior studioso. Sono note le sue numerose previsioni di lungo termine, puntualmente verificatesi e la sua opera intellettuale che gli ha ottenuto, oltre ad un ostracismo quasi totale dai media e dal mondo accademico, anche vere e proprie persecuzioni giudiziarie, come la montatura (riconosciuta poi come tale) che lo portò in prigione, o il più recente caso Duggan.
Le lucide analisi di LaRouche e di altri economisti e politici coraggiosi circolano e a volte sfondano il muro di omertà. Ma nell’universo dell’informazione "alternativa" esistono fenomeni mediatici fuorvianti, che potremmo definire "countergangs", ovvero movimenti controllati esattamente da quelle forze che dicono-credono di combattere. Tra questi, il fenomeno dei numerosi movimenti e gruppi di estrema destra che vorrebbero proporsi come antiglobalisti, propugnando idee all’apparenza ispirate ad un rigore morale ed intellettuale, di cui al contrario difettano fortemente e che sono per questo quasi sempre fuorvianti, quando non direttamente truffaldine. La maggior parte di questi gruppi si ispira ad un intellettuale americano, Ezra Pound.
EZRA POUND E I SUOI EPIGONI,
OVVERO, LA QUERCIA NON PUÒ FARE LE ARANCE
Dopo la Guerra d’Indipendenza americana, l’impero britannico ha continuamente cercato di riconquistare la grande colonia perduta e di impedire che le idee ispiratrici di quella rivoluzione si spargessero nel mondo creando altri problemi al sistema anglo olandese di "libero scambio".
Fu con questo scopo che gli Inglesi fomentarono nel tempo veri focolai di eversione [1], politica e intellettuale, contro la stessa idea fondante degli Stati Uniti d’America, quella di una comunità che raccogliesse il meglio della civiltà europea in un Paese libero dai condizionamenti feudali e oligarchici del Vecchio Continente. Basti pensare alla guerra di secessione, combattuta dagli Stati del sud per conto del Regno Unito, agli omicidi politici come quello di Hamilton, dello stesso Lincoln, del presidente McKinley, di Kennedy, agli attentati a Roosevelt, ai dirottamenti della politica statunitense, come l’ingresso nella prima guerra mondiale, le bombe atomiche sul Giappone, il maccartismo, la guerra fredda, il Vietnam e oggi l’Iraq, l’Afghanistan, il bailout della finanza speculativa, etc.
Tali correnti eversive godevano e godono dell’appoggio di "intellettuali" e politici che periodicamente si stagliano contro il più genuino sistema americano in nome di quella che oggi si suole chiamare "special relationship" con Londra. Stiamo parlando ad esempio di Aaron Burr, Martin Van Buren, Andrew Jackson, Ralph Waldo Emerson [2], fino ad arrivare a Milton Friedman e soci e poi fino ai Bush, Dick Cheney e a Barack Obama.
In queste correnti si inserisce perfettamente la figura di Ezra Pound, tipico esempio di come il sistema britannico, oltre a creare il danno, crei anche, in contraddizione solo apparente, delle finte soluzioni, affinché, anche chi sia animato da buona fede e voglia comprendere la verità, venga il più possibile dirottato su argomenti innocui o addirittura favorevoli al sistema stesso.
La biografia di Ezra Weston Loomis Pound è reperibile ovunque, anche sul web, ma alcuni tratti non sono così popolari; qui vogliamo ricordare solo alcuni fatti che ci sembrano salienti: nacque a Hailey, nell’Idaho, nel 1885 da famiglia quacchera. Trasferitosi in Europa nel 1908, si stabilì a Londra ed entrò in contatto con i circoli attorno al poeta William Butler Yeats, del quale divenne l’assistente personale, (membro quest’ultimo di un ordine ermetico-gnostico, The Hermetic Order of the Golden Dawn [3]) e il gruppo di Bloomsbury, una sorta di gruppo di artisti bohemien, dai costumi sessuali particolarmente allegri, tanto che Pound sposò poi Dorothy Shakespeare, pare una delle concubine di Yeats.
Ben presto divenne un poeta e drammaturgo di spicco, della corrente chiamata modernismo, il cui tratto principale è quello di essere spiccatamente anti-classica, nonché correttore e collaboratore di T.S. Eliot e di James Joyce, scrivendo anche per la rivista fabiana "New Age" [4]. Nel 1920 si trasferì a Parigi dove entrò in contatto con i circoli esoterici attorno a Jean Cocteau e frequentò Hemingway. Nel 1924 si recò a vivere a Rapallo sulla riviera ligure, dove poi lo raggiungerà Yeats e dove, tra figli legittimi e illegittimi, trovò il tempo di aderire al fascismo, esaltando pubblicamente la figura di Mussolini ("The Boss").
Pound nel tempo aveva sviluppato un interesse per l’economia avvicinandosi alle teorie monetarie di Silvio Gesell [5] e dei cosiddetti "distributisti", facenti capo al maggiore C.H. Douglas, che propugnavano il concetto di reddito sociale (social credit), ovvero la necessità di redistribuire il surplus della produzione nazionale alla popolazione, attraverso il controllo governativo: una corrente figlia della Fabian Society di Londra e fortemente anti-americana [6]. Ezra Pound, che non era economista, aveva un interesse in queste idee, che forse non comprendeva appieno, ma lo affascinavano. Era in definitiva un moralista, solito pronunciare e scrivere tirate contro l’"usura" individuata nei banchieri, accusati da lui di essere i padroni della politica, costretta a fare guerre per far arricchire una cricca di banchieri insaziabili, impoverendo i popoli. "Interessante" si potrebbe pensare; tutto questo salvo poi esaltare Mussolini, che dei banchieri londinesi fu la creatura e che, oggi sappiamo, era stato sul libro paga dei servizi segreti britannici.
Pound svolse un’opera di propaganda a favore del fascismo e della sua presunta lotta contro l’"usura" mondiale rappresentata dall’immancabile stereotipo dell’avido banchiere ebreo e delle "plutocrazie" occidentali. Queste plateali contraddizioni poundiane si ritrovano anche nelle sue opere letterarie (peraltro di un affascinante stile evocativo): tra i suoi "Cantos" si trova persino una poesia (il Canto XLII) in lode nientemeno che del Monte dei Paschi di Siena, presentato come l’istituzione fondata nel XV secolo per reazione all’usura ebraica in nome del cristianesimo. Inutile dire che la suddetta banca aveva smesso quella funzione tanto tempo prima ed allora era parte integrante del sistema sinarchista [7].
La natura prettamente filo-britannica e anti-americana, intesa come contraria al genuino sistema americano di politica economica si manifesta in tutta chiarezza nel fatto che Pound accusi Alexander Hamilton di essere stato il primo complice dell’usura. Alexander Hamilton, ministro del Tesoro di George Washington, sulla scorta di una proposta di Benjamin Franklin, disegnò un sistema creditizio esattamente in opposizione ai sistemi monetari europei; un sistema basato su una banca nazionale che fosse garante del credito come la Costituzione americana prescrive; un credito indirizzato ad innalzare le capacità produttive dell’industria e dell’agricoltura. L’opera di Hamilton, la sua lotta contro il sistema liberista smithiano e la sua morte per mano del traditore Aaron Burr (riparato poi a Londra), la dicono lunga sulla reale fedeltà poundiana.
Pound a Roma condurrà diverse trasmissioni radiofoniche di diffamazione nei confronti del presidente Franklin D. Roosevelt; il rivitalizzatore della scuola economica che faceva capo a Hamilton, John Quincy Adams, Mathew e Henry Carey e di Lincoln, colui che avversò duramente il colonialismo britannico e grazie al quale gli USA si erano risollevati dalla polvere di una micidiale crisi prodotta esattamente dalla speculazione finanziaria di Londra e Wall Street, veniva accusato da Pound di essere a sua volta complice dell’"usura". Queste trasmissioni valsero al "vate", nel 1943, l’accusa di tradimento da parte del governo USA.
Nel 1945 verrà catturato da alcuni partigiani e consegnato agli americani che lo trasferiranno negli USA per il processo. Questo lo avrebbe portato sicuramente all’impiccagione, sennonché a quel punto si mobilitò una serie di personaggi di alto livello appartenenti ai circoli dei Fugitives e degli Agrarians [8] ((coloro che Roosevelt aveva definito gli "American Tories", cioè i sostenitori della politica britannica) e, in definitiva, al Congress for Cultural Freedom [9], Allen Tate, John Crowe Ransom, Archibald McLeish, direttore della Biblioteca del Congresso, i quali, con i soldi della famiglia Mellon, riuscirono ad ottenere un accordo in base al quale Pound fu dichiarato infermo di mente e portato all’ospedale psichiatrico St. Elizabeth di Washington. Qui, lungi dall’essere internato in mezzo ai malati di mente, gli fu data in dotazione una suite gratis nella residenza del direttore.
Questa dimora divenne un salotto culturale, finanziato sempre dai Mellon, dove Pound tra caviale e champagne forniti da Huntington Cairns (coredattore della rivista "Confluence" insieme a Henry Kissinger), riceveva intellettuali e personaggi di ogni genere e divenne un centro organizzatore del movimento Beat-Hippie, ma anche del Ku Klux Klan, di cui Ezra Pound presiedeva una cellula, scrivendone anche i volantini.
Dopo la liberazione, nel 1957 Pound ripartì per l’Italia. Qui non smise i suoi contatti con il mondo dell’intelligence e del Council for Cultural Freedom e divenne amico, tra gli altri, di James Jesus Angleton e della fondazione Cini di Venezia. Nell’ultima parte della sua vita quindi Pound fu riciclato come icona dei neo-avanguardisti e dei sessantottini; anche Pasolini lo intervisterà commosso nel 1967 e partirà una campagna volta a minimizzare le sua adesione al fascismo e a dipingerlo come un ingenuo perseguitato. Morì a Venezia nel 1972.
POUND E SIGNORAGGIO
Oggi a Pound, soprattutto in Italia, si rifanno principalmente gruppi di estrema destra, ma egli riscuote lodi trasversali, sia come poeta, che come intellettuale: Massimo Cacciari ne è un esempio emblematico (oltre a gruppi di ispirazione anarchica). Tratti di teorie economiche più o meno a lui ispirate, si ritrovano periodicamente riproposti da parlamentari, economisti, insieme alle peregrine idee di coloro che sostengono la teoria complottistica sul signoraggio e suoi corollari.
Quest’ultimo fenomeno risulta essere quasi esclusivamente italiano, sia per i trascorsi poundiani nel nostro paese, sia perché la teoria sul signoraggio fu elaborata, a partire dal 1977, dall’esperto di diritto della navigazione Giacinto Auriti (1923-2006), insegnante di diritto presso l’università di Teramo. La risonanza e il credito di cui questa teoria gode nel nostro Paese, messi a confronto con la fondatezza della stessa, suggeriscono che ci troviamo di fronte ad una vera e propria leggenda metropolitana, una bufala di proporzioni storiche.
Auriti, fascista duro e puro [10], che si proclamava discepolo del poeta americano, pur non avendolo mai incontrato di persona, faceva risalire le proprie teorie a quelle di Ezra Pound, delle quali dovevano essere il completamento [11].
La teoria sul signoraggio fa leva su un aspetto importante della realtà: il controllo sulla politica monetaria esercitata dal sistema delle banche centrali; ma purtroppo, da questo dato di fatto, piuttosto che sviluppare la riflessione più importante, e cioè il ruolo fondamentale di una politica creditizia statale per sviluppare l’economia, si concentra su quella che possiamo solo definire una bufala fuorviante: l’idea che le banche esistano solo per sfilarci i soldi, che la banca centrale stampi moneta per rubare il nostro lavoro, e che potremmo sopravvivere solo tornando alla sovranità "popolare" della moneta. La realtà è che qualsiasi argomento che mira a togliere la possibilità che le banche – e in primis una banca nazionale sotto il controllo dello Stato – possano utilizzare la leva monetaria per promuovere le attività produttive, fa il gioco di quella scuola economia iper-liberista (la scuola austriaca, poi di Chicago) che mira ad eliminare ogni ruolo dello Stato e di fatto ad accrescere a livelli estremi il dominio degli interessi privati.
Ora analizziamo gli argomenti più comuni dei "signoraggisti", e poi gli aspetti reali dove occorre intervenire per cambiare le cose, e non essere manipolati da chi propone idee come quelle di Pound, Von Hayek, ecc.
CHE COSA DICONO I "SIGNORAGGISTI"
I signoraggisti dicono che le banche centrali creerebbero la moneta dal nulla per prestarla ai governi; questi ultimi emetterebbero titoli di debito che cederebbero alla banca centrale in cambio della moneta, pertanto la moneta circolante sarebbe solamente prestata allo Stato in cambio di un continuo indebitamento che noi saremmo chiamati a ripagare col sudore della fronte, grazie alle nostre tasse; questo processo andrebbe avanti all’infinito, pertanto noi, coi nostri soldi, saremmo chiamati a pagare, praticamente eternamente, la banca centrale per la moneta che ci presterebbe e per la quale sosterrebbe un costo vicino allo zero (giusto il costo tipografico della stampa), lucrandone quindi somme da capogiro (il signoraggio), che in definitiva sottrarrebbe alla collettività, distribuendole ai propri azionisti, e che invece, diceva sempre Auriti, si potrebbero ridistribuire alla popolazione (ancora Douglas).
Lo stesso farebbero le banche commerciali le quali inventerebbero denaro dal nulla, all’infinito, da prestare ai poveri clienti che devono ripagarlo col sudore della fronte (signoraggio secondario).
COME STANNO LE COSE
Le banche commerciali,
la necessità della Glass-Steagall.
Partiamo dalla seconda parte. Le banche commerciali partecipano all’offerta di moneta (non alla sua creazione) potendo impiegare (prestare) la maggior parte del denaro che i clienti vi depositano, e destinando il resto a riserve. Quando la banca presta, aumentano le sue attività (il prestito più le riserve), ma queste non superano mai le passività (le somme depositate dai clienti). La banca commerciale deve poi chiudere la partita contabile con il denaro che le ritorna in cassa sottoforma di restituzione da parte dei clienti (meno attività e meno passività). Alla fine dei giochi, non si è creato nessun denaro dal nulla, ma la banca ha guadagnato l’interesse e il cliente ha un bene o servizio acquistato con i soldi presi a prestito: ha lavorato per quel bene e non per regalare soldi alla banca [12]. C’è di più, tutte le banche funzionano come un unico sistema in cui esse sono collegate tra loro e quindi il denaro che noi depositiamo in banca non è denaro nuovo spuntato dal nulla, ma è praticamente denaro già presente nel sistema. Le banche tra loro regolano i propri conti come una clearing house, ovvero addebitando o accreditando le riserve delle une e delle altre.
I signoraggisti sostengono quindi che col meccanismo della riserva frazionaria si creerebbe un vero e proprio signoraggio secondario; ciò è del tutto destituito di fondamento e per brevità si rimanda ai testi tecnici per approfondimento [13]. Diremo solo che, con il moltiplicatore della moneta, un’iniezione di nuova moneta nell’economia può creare depositi che sono un multiplo del deposito iniziale: a livello di sistema un euro di deposito si trasforma in diversi euro di credito bancario. Ad ogni euro di circolante corrisponde un euro di base monetaria; mentre ad ogni euro di depositi corrisponde solo una frazione di base monetaria. Ma ancora una volta le banche non creano moneta dal nulla e tutto si compensa all’interno del sistema, i debiti vengono estinti, così come le passività e tra le banche le partite si chiudono.
Quello che generalmente appare strano è che le banche possano prestare molto più di quanto tengano in riserva [14], ma questo fatto rileva solamente in caso di corsa agli sportelli: la banca, in quel caso, non può far fronte a tutte le passività, perché in quel caso dovrebbero rientrare immediatamente anche tutti gli impieghi [15]. In condizioni normali il fatto di poter prestare più di quanto venga tenuto a riserva, e quindi, a livello di sistema, il moltiplicatore del credito, costituisce un motore per l’economia, che ne asseconda l’espansione. In un mondo dove accadesse il contrario sarebbe estremamente difficile per una azienda lavorare e sarebbe quasi impossibile ottenere un mutuo.
L’altra obiezione che a questo punto i complottisti del signoraggio sollevano è che l’interesse che la banca lucra dalla sua attività sia illegittimo perché basato su moneta "inventata". No, l’interesse è il costo del servizio che la banca svolge e il premio per il rischio di insolvenza; nel contesto dell’attività di espansione del credito produttivo, l’interesse trova quindi il suo giusto collocamento e non è un furto; il furto avviene solo quando è il mercato ad esigere il pizzo nel nome della speculazione, con un’ottica che nulla ha a che fare con l’economia reale.
La conferma che le banche non siano piene di soldi è proprio l’attuale crisi: quale bisogno c’è di salvare le istituzioni finanziarie con i soldi pubblici se queste possono inventarsi il denaro quando e come vogliono? Infatti le banche (prima del salvataggio e quelle non salvate) sono state le aziende meno efficienti del mondo e, solo negli USA, ne sono fallite diverse centinaia tra il 2007 ed oggi [16].
La normale attività bancaria non ha nulla di strano, è piuttosto la commistione tra banche commerciali e banche d’affari che crea problemi, perché anziché impiegare il denaro per far funzionare l’economia, questo viene deviato sui mercati finanziari allo scopo di guadagnare dalla speculazione tramite i prodotti derivati, le scommesse sulle materie prime, i tassi d’interesse, i tassi di cambio tra valute, strozzando l’economia produttiva (gli investimenti andranno per esempio verso quelle aziende che, anziché investire, tagliano sui posti di lavoro o delocalizzano verso aree a manodopera più economica). Qui le banche, come chiunque altro, possono farsi veramente del male (come è successo) ed è per questo il movimento di LaRouche, tra le altre cose, chiede a gran voce il ritorno allo standard di separazione tra i due rami di attività bancaria (legge Glass-Steagall), in modo che il Governo possa decidere di garantire le attività delle banche ordinarie e lasciar fallire le banche d’affari.
Insomma le truffe delle banche sono ben altre.
COME STANNO LE COSE
Le banche centrali,
la necessità di tornare alla banca nazionale.
Non è vero che la banca centrale può creare moneta "dal nulla" [17] emettendo assegni su se stessa e che essa presti questo denaro allo Stato che per questo emette titoli di debito. Il processo è piuttosto inverso. Lo Stato spende a deficit ed è lo stesso discorso che abbiamo fatto per le banche commerciali: se non potesse spendere a deficit, l’economia dovrebbe espandersi con la sola forza del settore privato e ciò è impossibile. Lo vediamo da quando in Europa sono stati introdotti i parametri di Maastricht e gli Stati non possono più spendere a deficit come prima [18].
Quindi lo Stato spende a deficit ed emette titoli che colloca sul mercato dei titoli ai privati, alle banche commerciali e la banca centrale li paga al venditore emettendo un assegno su se stessa [19].
Nessuno deve ripagare niente. Il debito non è un problema, primo, perché alla scadenza esso viene rinnovato con altri titoli e questo avviene continuamente, e poi perché esiste un fattore che si chiama moltiplicatore dell’economia, per il quale un centesimo speso nel settore giusto produce (grazie anche all’elasticità del settore bancario commerciale) quando 1,5, quando 5, quando 15 volte (come nel caso del programma spaziale kennedyano) nell’economia reale. È questo processo virtuoso, che se innescato con scelte politiche adeguate (investimenti nelle infrastrutture, nella ricerca, nell’istruzione, etc.) ripaga da solo il debito. Questo in condizioni virtuose, ma se invece i governi scelgono di non spendere più per obbedire a logiche privatistiche (lasciare ai privati il governo dell’economia, come si sta facendo in quasi tutto il mondo da circa 40 anni) allora il debito può diventare un problema, anche solo per gli interessi da ripagare [20].
In definitiva quello individuato dal signoraggisti non è altro che un problema formale, di cosa ci sia scritto sulle banconote; il Tesoro potrebbe emettere moneta autonomamente [21], accreditando direttamente i conti correnti dei propri fornitori, o ciò che il governo USA faceva quando non aveva una banca centrale ma una banca nazionale, ovvero una istituzione (pensata da Alexander Hamilton), che era in mano completamente al governo.
La scelta di creare una banca centrale anziché una banca nazionale è stata assolutamente deleteria, ma non perché ci siamo messi al collo la pietra del signoraggio, ma perché l’emissione di moneta (ad esempio attraverso acquisti e vendite sul mercato aperto etc.) non è più direttamente controllata dal Tesoro, ma è in mano ad una istituzione autonoma, che, se non è d’accordo con la politica economica del governo può farla deragliare completamente [22]. Inoltre il fatto che le Banche Centrali siano possedute dalle stesse banche che esse dovrebbero controllare è un’aberrazione, ma rilevante ai soli fini della politica delle Banche Centrali che non eserciteranno questi controlli con il dovuto rigore; in Italia lo abbiamo visto negli scandali Parmalat, Cirio, My Way, etc. [23]. Quindi il potere delle Banche Centrali è prettamente politico; da qui la necessità di una Banca Nazionale se si vuole uno sviluppo che non sottostia ai ricatti della finanza, ma ripetiamo, non per evitare che i banchieri si ingrassino col signoraggio a nostre spese.
L’errore monetarista (in mala fede) sta nel credere che bastino le leve monetarie e fiscali per governare e far crescere l’economia (il resto andrebbe lasciato all’azione del mercato), quando è l’azione del governo sovrano (quando è sovrano) ad indirizzare l’economia su sentieri di crescita investendo nelle infrastrutture di trasporto, nell’energia, nel miglioramento della sanità, del territorio etc.
E qui arriviamo al punto: purtroppo le teorie del signoraggio sono riconducibili esattamente a quella scuola di pensiero che si definisce austriaca, che fa capo a Von Mises e Von Hayek, che vede i propri epigoni in Milton Friedman, la scuola di Chicago e che vorrebbe lo Stato spiazzato dal settore privato: da qui l’attacco all’indebitamento, che ricorda da vicino le politiche di FMI e UE.
Per uscire dalla crisi non c’è bisogno di introdurre la proprietà popolare della moneta che è una questione puramente formale e non ha nulla a che vedere con la sovranità, o introdurre reddito sociale e cose del genere. Quello che disperatamente occorre è, come LaRouche ripete da anni, un’azione concertata tra le quattro grandi potenze, ovvero USA, Russia, Cina e India che preluda ad una nuova Bretton Woods, nuova Glass Steagall globale, che sono presupposti necessari per l’emissione del credito, affinché si possano avviare progetti infrastrutturali di sviluppo planetario come il ponte eurasiatico, il progetto NAWAPA, il progetto Transaqua, l’esplorazione spaziale, un rinascimento nucleare che preluda alla fusione nucleare. L’alternativa attualmente in vigore, ovvero socializzare le perdite del settore privato, abbassando i livelli di vita della popolazione mondiale per mantenere il più possibile lo status quo, non è percorribile a meno di un costo in vite umane allucinante.
CONCLUSIONE
Nel 2000 Auriti intervenne ad una conferenza di Lyndon LaRouche ad Ascoli Piceno, delirando su Codreanu [24] e altro. Dopo la conferenza, prima di congedarsi, il professore si trattenne a parlare brevemente con LaRouche, il quale, interrogato poi su cosa pensasse del professore, disse: "È un buon violino, peccato che suoni una nota sola".
Rispetto all’attuale sistema finanziario internazionale, infatti, infestato da Futures, Options, Credit Default Swaps, Collateral Debt Obligations, etc., parlare di signoraggio, reddito sociale e proprietà popolare della moneta è come voler tornare alle carrozze, quando il mondo ha bisogno dei treni a levitazione magnetica; magari per qualcuno quello è un obiettivo auspicabile. Non per noi.
Movimento Internazionale per i Diritti Civili – Solidarietà