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Amnesia vivace

Amnesia vivace era un Web magazine.

Rivista di critica dell’arte e della società, ma potrebbe anche dirsi di critica della società attraverso l’arte.

Cerchiamo quindi di parlare di arte e di società unendo la conoscenza dei linguaggi artistici alla consapevolezza che i due poli sono connessi, che il linguaggio artistico è socialmente connotato, che la sua evoluzione è il riflesso (formalmente deformato) delle dinamiche della società.

Il conatus artistico è una forma di ricerca (sociale, scientifica, intellettuale, politica, economica…):

subisce la società e reagisce tentando di costruire nuova logica, nuovo senso, tenta di pensare il mai pensato.

Una donna ebbe la sorpresa di trovare sulla soglia del condominio un amministratore piuttosto ben vestito, il quale le chiese qualcosa da mangiare.

“Mi dispiace”, ella rispose, “al momento non ho in casa niente”.

“Non si preoccupi”, replicò lo sconosciuto amabilmente. “Ho nella bisaccia un sasso per minestra; se mi darete il permesso di metterlo in una pentola di acqua bollente, preparerò la zuppa più deliziosa del mondo. Mi occorre una pentola molto grande, per favore”.

La donna era incuriosita. Mise la pentola sul fuoco e andò a confidare il segreto del sasso per minestra a una vicina di casa.

Quando l’ acqua cominciò a bollire, c’ erano tutti i condomini, accorsi a vedere lo straniero e il suo sasso.

Il sasso nella minestra (amnesia vivace!)

Egli depose il sasso nell’ acqua, poi ne assaggiò un cucchiaino ed esclamò con aria beata: “Ah, che delizia! Mancano solo delle patate”.

“Io ho delle patate in cucina”, esclamò una consigliera di condominio.

Pochi minuti dopo era di ritorno con una grande quantità di patate tagliate a fette, che furono gettate nel pentolone.

Allora lo straniero assaggiò di nuovo il brodo.

“Eccellente”, gridò. Poi però aggiunse con aria malinconica: “Se solo avessimo un po’ di carne, diventerebbe uno squisito stufato”.

Un’ altra consigliera di condominio corse a casa per andare a prendere della carne, che l’ uomo accettò con garbo e gettò nella pentola.

Al nuovo assaggio, egli alzò gli occhi al cielo e disse: “Ah, manca solo un po’ di verdura e poi sarebbe perfetto, veramente perfetto!”

Una delle vicine corse a casa e tornò con un cesto pieno di carote e cipolle.

Dopo avere messo anche queste nella zuppa, lo straniero assaggiò di nuovo il miscuglio e dichiarò in tono imperioso: “Sale e salsa”. “Eccoli”, disse la padrona di casa. Poi un altro ordine: “Scodelle per tutti”.

grandeindio:
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