L’inchiesta dopo la denuncia di un maxi condominio del quartiere Santa Croce. Al vaglio ora l’operato di alcuni artigiani
di Tiziano Soresina
REGGIO EMILIA. Prima i dubbi che diventano pian piano grossi come macigni, poi la rabbia che monta e si tramuta in una denuncia molto circostanziata alle forze dell’ordine, a quel punto la procura che apre un’inchiesta ed ora l’iscrizione nel registro degli indagati di un professionista reggiano (è accusato di appropriazione indebita e falso) come “mossa” che potrebbe non essere l’unica da parte della procura.
E’ l’ennesimo delicato caso di un amministratore di condominio contro di cui si sono scagliati i residenti di un palazzo che si ritengono beffati dalla sua gestione di conti, fatture, riparazioni, spese a volte imprevedibili.
Oltretutto non è una vicenda da poco, perché coinvolge un supercondominio – si trova nel quartiere Santa Croce – da circa centoventi residenti che secondo le loro stime avrebbero subìto un maxi danno.
I primi sospetti a chi vive in quella grande struttura sono sorti con l’arrivo della richiesta di pagamento di rate che ritenevano già saldate.
Sarebbero due i versanti che “puzzano” d’illecito.
In primo luogo le rate pagate in contanti da una bella fetta di residenti (a fronte di ricevute rilasciate dal professionista, ma quei soldi non sarebbero mai stati versati sui conti condominiali).
In seconda battuta i danni subiti da alcuni appartamenti (per esempio per delle infiltrazioni d’acqua che hanno richiesto il ripristino di intonaco e tinteggio) poi pagati dall’assicurazione ma anche quei quattrini sarebbero spariti e i danni melanconicamente mai riparati. E chi sta indagando su quest’ultimo versante, intende valutare non solo l’operato dell’amministratore di condominio, ma anche come su quei danni si fossero “mossi” gli artigiani chiamati in causa per le riparazioni.
Vi sono dei documenti su quei lavori di riparazione ai danni?
I condomìni sono tutelati dall’avvocato Ernesto D’Andrea e prima di arrivare all’azione legale non si sono certo risparmiati negli accertamenti. Insomma, novelli detective per arrivare a formulare una denuncia la più ricca possibile di elementi a sostegno.
Da due anni a questa parte – cioè da quando è esploso pubblicamente il caso di una serie di illeciti legati all’amministrazione di ben sei palazzi – sono giunte in procura non poche denunce relative all’operato di professionisti che gestiscono strutture residenziali più o meno grandi. Un fenomeno che dalla città si è poi esteso alla nostra provincia.
Un lavoro investigativo complesso, perché gli accertamenti da fare sono tanti (analisi dei bilanci condominiali, conti bancari da passare ai raggi x, rapporti con i fornitori, l’evolversi di alcune controversie) e i fascicoli aperti sarebbero diversi, con più magistrati coinvolti.
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