WALL ST: DOW RESTA SOPRA 10.000, ALLARME VOLATILITA’
L’economia ha perso altri 20.000 posti di lavoro. Calo inatteso del tasso di disoccupazione al 9.7%. Rally dei tecnologici. Banche ad alti e bassi. Male societa’ di vendite al dettaglio e farmaceutici. Dollaro in rialzo. Dow +0.1%, Nasdaq +0.74%.
Cari amici,
Negli ultimi giorni stiamo assistendo agli scricchiolii che denunciano la debolezza del sistema finanziario mondiale.
L’ avidità delle banche d’ affari americane, con la loro politica ribassista ha affossato il valore delle borse mondiali, approfittando del debito pubblico creato in parte anche per salvarle dal fallimento.
Ma questo movimento impedisce di vedere i veri problemi che abbiamo di fronte:
Da una parte lo spaventoso debito pubblico USA che ormai sta raggiungendo la vertiginosa percentuale del 400% del loro PIL.
Da un’ altra parte la montagna soldi custodita nella banca centrale cinese, pari ormai a circa 2.400 miliardi di dollari americani.
Si tratta di una montagna di banconote che potrebbe benissimo essere usata per fare barchette di carta tra un anno.
Quanto vale, in questa situazione, l’ economia mondiale?
Le borse stanno girando vorticosamente su logiche che non sono più di mercato, e tutti noi siamo costretti a vedere l’ economia reale che non riesce più a sostenere i criteri di valutazione che sono “imposti” da logiche che non hanno nulla a che vedere con la crescita sostenibile mondiale.
Siamo in mano ad una banda di pazzi che ha perso il senso della realtà, e che ciò nonostante governa il mondo!
Restate in campana!
Il Sole 24 ore
Non si arresta l’ondata di vendite sui listini azionari europei sulla scia della speculazione innescata ieri dai timori sulla tenuta dei bilanci di Grecia, Spagna e Portogallo. Sulla base dell’indice Eurostoxx 600che ha perso l’1,88%, la capitalizzazione delle borse europee accusa una perdita di altri 100 miliardi di euro dopo i 130 miliardi di giovedì. A Piazza Affari, il Ftse All Share e il FTSE Mib hanno perso entrambi il 2,75%. Parigi, dopo il deficit record annunciato dal Governo francese, è stata la peggiore (-3,4%), Francoforte cede l’1,79% e Madrid l’1,01%. Euro ai minimi da maggio contro il dollaro, che si è leggermente indebolito in serata consentendo alla moneta unica di risalire dai minimi (sotto 1,36) a 1,3655.
Wall Street in avvio ha oscillato sopra e sotto la parità dopo il dato sul mercato del lavoro Usa, con i posti di lavoro calati di 20mila unità, ma il tasso di disoccupazione migliorato al 9,7%. Sulle prime battute il dato ha restituito una qualche energia ai listini continentali, poi ripiombati in territorio nettamente negativo. La piazza newyorchese è andata peggiorando nel corso della seduta: Dow Jones in calo di oltre l’1% e sceso sotto la soglia dei 9.900 punti, per la precisione a 9.835. Ma in serata i cali si sono fatti decisamente meno sostenuti. Negli ultimi trenta minuti il Dj ha chiuso leggermente positivo (+0,10%) e recuperato addirittura la soglia dei 10mila punti (10.012), lo S&P500 ha segnato -0,29%. Gli investitori hanno puntato nel finale su materie prime e tecnologici. Tanto che il Nasdaq Composite è risalito fino a +0,74 per cento.
Il petrolio Wti ha terminato la seduta di contrattazioni in forte calo, per la terza giornata di fila, lasciando sul campo il 2,7% e finendo al di sotto della soglia dei 72 dollari al barile sulla scia del ribasso di Wall Street e del rafforzamento del dollaro. Nel corso della seduta era arrivato a cedere quasi il 5% scendendo sotto la soglia dei 70 dollari al barile.
Tornando in Europa, a incoraggiare i realizzi i timori per la delicata situazione delle finanze spagnole e di quelle portoghesi, messe sotto osservazione dalla stessa Commissione europea. Il commissario europeo, Joaquin Almunia, ieri ha infatti puntato l’indice su Grecia, Spagna e Portogallo. A poco sono valse le rassicurazioni del presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, secondo il quale la Spagna e il Portogallo «non rappresentano un rischio» per la stabilità dell’Eurozona. Così ieri il mercato madrileno ha ceduto il 5,94% e quello di Lisbona il 4,98 per cento.
In verità, commentano alcuni esperti di mercato, i timori per l’Eurozona sono stati un pretesto preso dagli investitori per portare a casa i profitti realizzati con la corsa registrata dalle Borse negli ultimi mesi. insomma, pare che la correzione dei mercati, annunciata a più riprese ma mai veramente concretizzata, sia arrivata per davvero. «È evidente che gli speculatori stiano smontando le posizioni: sta crollando l’euro e stanno crollando anche le Borse europee», ha commentato un trader, secondo il quale numerosi investitori internazionali negli ultimi mesi hanno preso a prestito negli Stati Uniti, dove il costo del denaro è poco più di zero, e hanno investito in Europa, provocando un rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro (il meccanismo del carry trade ben descritto dall’economiasta Nouriel Roubini ndr.). Non appena, come in questi giorni, ci sono notizie preoccupanti «vengono quindi smontate le posizioni e quindi si assiste a un movimento contrario, di indebolimento della moneta unica e di crollo degli indici borsistici e anche dei prezzi dei bond».
L’euro in effetti è piombato ai minimi dallo scorso maggio contro il dollaro e ha perso terreno contro tutte le principali divise tra cui yen e franco svizzero. Al punto che la Banca nazionale svizzera è stata vista intervenire stanotte vendendo franchi. L’euro è indicato a 1,3663 dollari (1,3786 finale ieri) nuovo minimo dal 20 maggio 2009. Quota inoltre 122,16 yen (124,71) e 1,4678 franchi (1,4661). Debole anche la sterlina sotto 1,57 dollari per la prima volta dal maggio 2009.
A Piazza Affari tutti i titoli delle blue chip hanno chiuso in rosso. Pirelli & C, Cir Ord, Banca Pop Mi,Fiat, mentre a Roma va avanti il dibattito politico sugli incentivi al mercato auto, e Intesa Sanpaolo i peggiori. Tengono le azioni più difensive, Terna e Snam Rete Gas in primis, mentre Ti Media risente dell’ipotesi aumento di capitale. Enel, dopo i conti 2009, si piazza a metà listino. Ribasso per le Telecom Italia, mentre il mercato si interroga sul futuro della società. Sul mercato si infittiscono le ipotesi che nei prossimi mesi avverrà una variazione nell’azionariato di Telecom Italia, con una presa più diretta di Telefonica. Lo stesso premier Silvio Berlusconi a mostrare apertura a tale eventuale progetto. Enipesante (-3,09%): ieri ha annunciato la cessione di quote in tre gasdotti per andare incontro alle richieste dell’Antitrust Ue.