Alitalia, ritirata l’offerta Cai; Berlusconi: «È un dramma»
Compagnia aerea italiana rifiuta la controproposta dei sindacati. Sacconi: «Verso il fallimento»
Cari amici,
Questa ennesima crisi politica che condiziona il futuro dell’ azienda Alitalia è emblematica per capire i rapporti di potere che regolano il nostro paese.
Esiste il potere dei sindacati, dei partiti, degli imprenditori; negli ultimi anni è cresciuto anche il potere del premier e il potere del Presidente della Repubblica.
Poi ci sono gli interessi delle aziende!
Da questa prospettiva si vede bene come ciascun gruppo di potere si occupi soltanto del proprio interesse.
Infatti non esistono riferimenti economici pubblici che ci facciano capire:
Quanto è il fatturato giornaliero Alitalia?
In che percentuale questo fatturato giornaliero “copre” i costi aziendali?
Che margine di utile si aspettano i potenziali acquirenti della compagnia aerea?
Quali sono le prospettive strategiche a medio e lungo termine?
Sono questi gli argomenti che dovrebbero essere trattati sui giornali, perchè senza dati aziendali di riferimento tutto ciò che si legge è “aria fritta”!
In Italia, siamo abituati ad affrontare i problemi comuni con il principale obiettivo di difendere i nostri interessi personali!
Negli Enti Condomìnio questa mentalità la affronto quotidianamente!
…e la combatto difendendomi con la comunicazione e con l’ organizzazione dei dati aziendali degli Enti Condomìnio che amministro.
In Italia invece no!
I partiti, i sindacati, gli imprenditori, i lavoratori, pensano soltanto al proprio margine di utilità, e solo in un secondo tempo agli interessi aziendali.
Ma le aziende vivono di interessi comuni e condivisi!
Ciò che fa crescere un azienda è “l’ anima relazionale” che invoglia le persone a partecipare ad un progetto comune di crescita.
Senza un “anima relazionale” che favorisca la condivisione e la partecipazione a progetti comuni, le aziende sono portate ad accrescere lo sfruttamento di chi ci lavora, a vantaggio di chi ha il potere di comandare.
Non a caso oggi la gran parte del valore creato dalle aziende finisce delle tasche degli investitori e degli amministratori delegati, con la conseguenza che per gli “altri” ne resta ben poco!
Corriere della sera
MILANO – Cai ritira l’offerta per l’Alitalia. Scaduto alle 15 e 50 l’ultimatum lanciato ai sindacati, la Compagnia aerea italiana ha deciso di rinunciare all’unanimità al piano di salvataggio. La decisione è arrivata dopo la proposta ai soci avanzata in assemblea dal presidente Roberto Colaninno. Rifiutata anche la controproposta inviata poco prima da Cgil e sindacati autonomi. A questo punto, spiega il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, «si apre la strada verso il fallimento». «Il ritiro dell’offerta per la Nuova Alitalia – spiega – è la logica conseguenza dell’assurda posizione ostruzionistica assunta dalla Cgil in alleanza con le sigle autonome di piloti e assistenti». Ma il ritiro di Cai è stato accolto positivamente tra i dipendenti Alitalia che si erano riuniti in assemblea all’aeroporto di Fiumicino. Non appena si è diffusa la notizia tra i circa mille dipendenti, sono scattati gli applausi. Tra gli slogan, «meglio falliti che in mano a questi banditi».