Agsm, in 7 non pagano 121 famiglie al freddo
L’amministratore dei due palazzi in via Giorgione: «Il debito è di circa 50mila euro. L’azienda dovrebbe rifarsi solo sui morosi»
Un debito cresciuto nel tempo, accumulato dalla morosità di 7 famiglie. Ma che, da mercoledì, costringe a battere i denti tutti i 121 nuclei familiari che vivono nel condominio La Spianà, ai civici 2 e 4 di via Giorgione.
Dal 20 novembre, infatti, il glaciale provvedimento dell’Agsm, che ha deciso di serrare i contatori del gas, ha generato una serie starnuti e brividi tra gli inquilini degli ex palazzoni dell’Inpdap (che nel 2002 ha venduto gli immobili in zona stadio agli attuali privati), rimasti spiazzati di fronte ai loro termosifoni gelidi.
Una disposizione, a dire la verità, in parte attesa, dati i numerosi solleciti arrivati dall’azienda partecipata che gestisce i servizi di pubblica utilità, ma che, in base all’articolo 18 della nuova legge sul condominio numero 220/2012, entrata in vigore lo scorso 18 giugno, all’amministratore del complesso La Spianà, Antonio Mantoanello, risulta del tutto illegittima.
È scritto nella lettera di reclamo inviata all’Agsm con la firma dall’avvocato Lucio Vecchiato, e affissa, per conoscenza, nella bacheca dei condomini in questione.
«La vostra azienda, anziché tentare di agire civilmente per il recupero del credito vantato nei confronti dei singoli condomini, ha preferito procedere illegittimamente e illegalmente nei confronti di tutto il condominio, interrompendo un servizio pubblico essenziale anche verso la maggioranza dei condomini diligenti, causando agli stessi evidenti danni, anche alla salute, che si riservano via via di quantificare nelle sedi opportune, anche penali, a causa del prolungato distacco».
Insomma, il distacco indiscriminato del contatore sarebbe fuori legge e l’avvocato, con relativa formale diffida, invita quindi l’Agsm a «far ripristinare immediatamente il servizio».
Intanto l’amministratore del condominio ha pronta una lettera che, lunedì, verrà recapitata ai vari condomini, per avvisarli dell’intenzione di «agire legalmente verso i morosi, non solo per la richiesta delle spese condominiali ordinarie non pagate, ma con la richiesta di danno biologico in causa civile, nonché in causa penale per danni fisici».
Precisa Mantoanello: «Si tratta di persone che non pagano ormai da 4 o 5 anni e il debito complessivo accumulato è di circa 50mila euro. Amministro molti condomini e di situazioni passive ne vedo parecchie, specie ora che, con la crisi, oltre agli stranieri che hanno l’attitudine a non pagare le rate, anche gli italiani iniziano ad avere problemi di soldi, con casse integrazioni e posti di lavoro che saltano.
In questo caso, il complesso è grande, e il debito sostanzioso. Negli ultimi due anni abbiamo avuto sempre più difficoltà nel recupero, ma non appena abbiamo la disponibilità finanziaria procediamo a sanare il disavanzo: 10 giorni fa abbiamo versato 7mila euro all’Agsm. L’azienda ha l’elenco dei morosi, ed è solo su di loro che dovrebbe rifarsi».
Nel frattempo, l’amministratore sta cercando un accordo con la banca di riferimento, per ottenere una garanzia di 20mila euro, incassati i quali, l’azienda che eroga il gas, è disposta a riaprire i rubinetti. Conclude Mantoanello: “Ci siamo rivolti persino all’Ulss perché il problema riguarda anche la salute pubblica. Nei condomini vivono anziani, disabili, cardiopatici e persone a rischio e l’Agsm non può tagliare i servizi primari per i cittadini».
Chiara Bazzanella
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