Alitalia: Tremonti: «Risparmiatori Alitalia tutelati» Matteoli: «Nessuno resterà a spasso»
Bersani: «Sarà un nuovo caso Fiat-Alfa Romeo». Sindacati: «Esuberi alle Poste? Impossibile»
Cari amici,
Il caso Alitalia è emblematico per dimostrare che non è vero che l’ Economia non c’ entra con la Politica.
L’ Economia è una materia “neutra” solo in quanto disegna e rappresenta i rapporti di potere che esistono.
In Economia se alcuni guadagnano, altri perdono! Sempre!
E’ per questo motivo che possiamo vedere in questo caso le diverse forze politiche schierate in campo:
I lavoratori, i quali hanno paura di perdere il posto di lavoro; i sindacati, i quali hanno paura di perdere il consenso dai lavoratori; gli investitori, (chiamati in modo inesatto risparmiatori) i quali hanno paura di perdere il capitale investito; i “nuovi” investitori, i quali hanno rilevato la parte “redditizia” della società Alitalia, che hanno paura di sobbarcarsi oneri sociali che non sono previsti, poichè vogliono guadagnare il più possibile dalla nuova società che si è costituita.
Lo Stato, rappresentato dai politicanti di turno, ha a sua volta paura di perdere i consensi dell’ una o dell’ altra parte politica.
Noi cittadini non siamo “parte in causa”! Nessuno ha l’ intenzione di difendere i nostri interessi, perchè in questo gioco non abbiamo alcun interesse economico da “intaccare”.
Il cosiddetto “interesse generale” non esiste in questa prospettiva!
Tutti, apparentemente, raccontano di “avere a cuore” l’ interesse generale, mentre invece a tutti ciò che interessa veramente è soltanto il “proprio” interesse personale.
E siccome le cose stanno così, a mio giudizio è opportuno che ci organizziamo anche noi come “comunità residenziali” per difendere i nostri interessi di cittadini.
Se noi non ci organizziamo “politicamente” al di fuori della politica ufficiale, le decisioni economiche verranno prese sopra le nostre teste da chi avrà il potere di prenderle.
E questo concetto vale sia per le piccole Comunità Residenziali che abitano negli Enti Condomìnio, le quali hanno l’ esigenza di organizzarsi per contrastare il potere politico degli amministratori, sia per le grandi Comunità Residenziali che abitano nei paesi e nelle città, le quali hanno l’ esigenza di organizzarsi per contrastare il potere delle diverse “bande” (Politicanti, Sindacalisti, Imprenditori, Giudici, etc..etc…) che ogni giorno si contendono potere e denaro.
Vogliamo cominciare ad aprire gli occhi?
Corriere della Sera
ROMA – «Il risparmio è un bene pubblico che va tutelato. I piccoli risparmiatori saranno tutelati». Lo ha assicurato riferendosi all’Alitalia il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
COMMISSARIO – Dopo la costituzione della «newco» per Alitalia, la nuova società che rileverà il marchio e le attività della compagnia di bandiera italiana, il piano per il salvataggio dell’azienda fa un altro passo avanti con la scelta del commissario: Augusto Fantozzi, infatti, è disponibile ad accettare l’incarico. Lo ha detto lo stesso avvocato ed ex ministro lasciando Palazzo Chigi dopo un «faccia a faccia» con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Fantozzi ha definito il suo colloquio con Letta «una visita di cortesia» e in merito alla procedura che si sta adottando per il salvataggio della compagnia aerea ha spiegato: «Chi ci sta lavorando lo sa, non io». Il ministro delle Infrastrutture e trasporti Altero Matteoli, ha però sottolineato che il nome del commissario straordinario per la bad company di Alitalia «sarà deciso dal cda di venerdì». Riguardo al nome di Fantozzi, ricevuto a Palazzo Chigi, Matteoli ha dichiarato: «È un’ipotesi seria, ma c’è anche un altro nome».
LA NUOVA SOCIETÀ – Martedì è stata costituita, per il momento con 16 investitori, la società Compagnia Aerea Italiana, con l’obiettivo di dar vita alla nuova compagnia di bandiera italiana, rilevando asset di Alitalia e AirOne. In pratica le attività di volo, con le rotte, la flotta (integrata con quella di AirOne, portata in dote da Carlo Toto), e una parte dei dipendenti attuali. Presidente sarà Roberto Colaninno, amministratore delegato Rocco Sabelli. I soci, per ora, sono sedici: Roberto Colaninno tramite Immsi, gruppo Benetton tramite Atlantia, Gruppo Aponte, Gruppo Riva, Gruppo Fratini tramite Fingen, gruppo Ligresti tramite Fonsai, Equinox, Clessidra, gruppo Toto, gruppo Fossati tramite Findim, Marcegaglia, Bellavista Caltagirone tramite Acqua Marcia, Gruppo Gavio tramite Argo, Davide Maccagnani tramite Macca, Marco Tronchetti Provera e Intesa Sanpaolo. Il capitale ammonta a un miliardo di euro. La Nuova Alitalia rileverebbe dalla Vecchia Alitalia posta in liquidazione, previo decreto ad hoc nel consiglio dei Ministri previsto per giovedì, aerei, slot e contratti lasciandole gran parte dei debiti e circa 7.000 esuberi.
MATTEOLI – Il governo italiano, nel frattempo, vede con piacere la possibilità di una collaborazione tra la Nuova Alitalia che nascerà con il piano di Intesa e la compagnia franco-olandese Air France Klm. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli, parlando a margine del Meeting dell’Amicizia di Rimini. «Se Air France ora vorrà collaborare con la Nuova Alitalia ci farà piacere», ha detto Matteoli dopo aver ricordato le ragioni per cui il governo Berlusconi si era opposto al tentativo di acquisizione di Alitalia da parte della compagnia transalpina. Una fonte vicina al dossier Alitalia ha detto che mercoledì rappresentanti di Intesa si recheranno a Parigi per illustrare ai vertici della compagnia transalpina il «piano Fenice» (che prevede la nascita di una nuova Alitalia senza esuberi e senza debiti, rimasti in una bad company affidata a un commissario straordinario, che per l’appunto dovrebbe essere Augusto Fantozzi).
ESUBERI – Intanto, la questione degli esuberi resta tra le prioritarie prima di varare il riassetto del gruppo: il governo, a quantosi apprende, non ha ancora deciso come e dove ricollocare i lavoratori di Alitalia in esubero (pare possano essere fino a settemila). Il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, al Meeting di Rimini dove è intervenuto anche Tremonti, ha precisato che non è ancora deciso se gli esuberi «verranno ricollocati alle Poste, all’Agenzia delle entrate o al Catasto», ma ha chiarito che «nessuno sarà lasciato a spasso. Sono previsti anche ammortizzatori sociali – ha detto – non vogliamo lasciare nessuno in mezzo a una strada». Il ministro ha poi ribadito: «Apriremo prima il confronto con i sindacati».
SINDACATI – «Aspettiamo l’annunciata convocazione – probabilmente a metà della prossima settimana – per l’apertura del confronto», ha annunciato il segretario generale della Filt-Cgil, Franco Nasso. «Il sindacato è stato all’oscuro di quanto si sta decidendo su Alitalia. Non siamo disponibili a discutere solo degli effetti sul lavoro, pretendiamo chiarezza e il necessario confronto. Non si sa niente infatti di che tipo di azienda si tratterà e non è chiaro l’impatto sul lavoro», ha proseguito il sindacalista. «Non sono per nulla rassicuranti le dichiarazioni degli esponenti di governo. Sono completamente all’oscuro i lavoratori e i contribuenti, ai quali sembrerebbe si stia per presentare un conto salatissimo di un’operazione che, se confermata, non potrà che avere una ferma risposta del sindacato». Sebastiano Cappuccio, segretario nazionale Slp-Cisl, boccia l’idea di far assorbire una parte degli esuberi Alitalia da Poste Italiane: «Siamo assolutamente contrari e ne trarremmo le conseguenze». Stesso parere di Ciro Amicone, segretario generale Uilpost: «Un’ipotesi che non sta in piedi e da scongiurare».
BERSANI: «NUOVO CASO FIAT-ALFA» – L’ex ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, invece, teme che la Nuova Alitalia potrebbe trasformarsi in un nuovo caso Fiat-Alfa Romeo. La casa automobilistica fu ceduta alla casa torinese senza debiti, di cui si fece inzialmente carico l’Iri, ma quando Bruxelles bollò l’operazione come aiuto di Stato i debiti passarono in carico a Torino. Secondo il ministro ombra dell’Economia del Pd un analogo rischio lo corrono i soci della newco che potrebbero trovarsi a dover ripagare i debiti della bad company se l’Unione europea dovesse bocciare l’ipotesi che ad accollarseli sia lo Stato. Bersani condivide le obiezioni dell’economista Francesco Giavazzi e ricorda di essere stato lui per primo a sollevare forti dubbi in questo senso.
CASTELLUCCI – Intanto si apprende che l’investimento di Autostrade e Atlantia (gruppo Benetton) in Alitalia sarà «tra i 100 e i 150 milioni di euro». Lo ha anticipato l’amministratore delegato di Autostrade e Atlantia, Giovanni Castellucci. «Non voglio anticipare quanto deciderà il Cda di mercoledì pomeriggio, ma sarà tra i 100 e i 150 milioni di euro», ha detto Castellucci spiegando che «dovrebbe essere questa la cifra di cui si parla per gli imprenditori di primo livello». L’adesione al progetto è tuttavia condizionata al realizzarsi di «numerose condizioni».
COLANINNO – Roberto Colaninno, invece, non si sbilancia e precisa che, per quanto riguarda le indiscrezioni relative alle ipotesi di investimento di Immsi nella Compagnia Aerea Italiana, «ogni opportuna valutazione e le conseguenti deliberazioni saranno assunte dal Cda di Immsi, convocato per giovedì a Mantova».
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