Petrolio: il prezzo crolla sotto i 120 dollari, ai minimi da tre mesi
Il petrolio è sceso sotto 120 dollari a New York per la prima volta da tre mesi, dal 6 maggio scorso
Cari amici,
Il prezzo del petrolio ieri è crollato perchè, così si sussurra, il ciclone Edouard non dovrebbe arrecare danni agli impianti posizionati sulle coste del Texas.
Quando leggo queste notizie mi vengono i brividi nella schiena.
Ma cosa sono queste “regole di mercato” che provocano l’ impennata e la caduta dei prezzi?
Che logica dovrei accettare in questo saliscendi continuo?
Chi provoca questa situazione? Chi ci guadagna?
Io mi sento continuamente a disagio, e non sono così “felice” di vedere queste variazioni così brusche di valore, perchè sono consapevole che domani la situazione potrebbe essere ribaltata!
E che comunque i prezzi del petrolio resteranno in rialzo costante nei prossimi anni, per tutte le ragioni che ho già scritto nei mesi scorsi.
Spero, perlomeno, che i prezzi dei carburanti scendano con velocità uguale a quella dei prezzi del petrolio.
Anche noi cittadini-consumatori abbiamo ancora qualche diritto da pretendere da “lor signori” speculatori e politicanti!
Il sole 24 ore
Il petrolio è sceso sotto 120 dollari a New York per la prima volta da tre mesi, dal 6 maggio scorso. Il Wti per consegna settembre, che viaggiava in area 124 dollari al barile, ha improvvisamente imboccato la strada del ribasso arrivando a toccare un minimo a 119,51 dollari. Il Brent ha toccato un minimo di 118,8 dollari. Entrambi i contratti sono risaliti ora poco sopra la soglia dei 120 dollari al barile. In meno di tre settimane i futures hanno lasciato sul terreno quasi 27 dollari al barile: il picco più alto è stato raggiunto l’11 luglio scorso, con il massimo storico di 147,27 dollari toccato l’11 luglio, i futures hanno lasciato sul terreno più di 27 dollari.
Il calo odierno viene da molti osservatori addebitato al fatto che il ciclone Edouard non dovrebbe arrecare danni agli impianti posizionati sulle coste del Texas. Ma al di là di questo, la recente repentina discesa dei prezzi segnala a questo punto una possibile inversione di tendenza. I futures dopo aver tentato inutilmente di arrivare a quota 150 dollari hanno infatti innescato la retromarcia, anche per via delle statistiche che si susseguono sul rallentamento dell’economia globale e di conseguenza della domanda petrolifera. Il calo dei prezzi petroliferi alleggerisce le tensioni inflazionistiche mondiali e nell’attuale contesto di forte rallentamento dell’economia potrebbe favorire una discesa dei tassi di riferimento.
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