Condominio moroso, via l’acqua. “Chiedo aiuto ho tre bimbi"
IL CASO. L’Acea stacca i contatori alle 31 famiglie del condominio Parco degli Ulivi sulla Portuense. Alcuni proprietari delle villette, in difficoltà economiche, non hanno pagato le quote e così l’amministratore non è riuscito a saldare le bollette. Il giorno prima dell’entrata in vigore della nuova legge che regola i rapporti condominiali, la società di piazzale Ostiense fa il blitz. Il racconto di un condomino che ha sempre pagato
L’appello arriva via mail: “Vi prego aiutatemi, ho moglie e tre figli, stiamo morendo di caldo e siamo senz’acqua. L’Acea ci ha staccato i contatori del condominio”.
Con il termometro che all’ora di pranzo oscilla tra i 36 e i 37 gradi, la storia del signor Massimo C. è di quelle da tronfio della “malaburocrazia”. Protagonista è la società di piazzale Ostiense nella sua versione Acea Ato 2, il luogo dove il dirigente solerte e geniale ha colpito è il condominio Parco degli Ulivi sulla Portuense. Qui vivono 31 famiglie che ricevono l’acqua potabile da una serie di contatori collettivi.
Come purtroppo accade con sempre maggiore frequenza, alcune famiglie non ce la fanno a pagare le quote condominiali, ragion per cui l’amministratore è costretto a scegliere quali servizi pagare e quali rinviare a “giorni migliori”. Nel caso del Parco degli Ulivi l’amministratore somiglia un po’ ai dipendenti Acea. Riceve il primo sollecito, quello bonario, poi il secondo e anche il terzo. Tace, tanto in cassa non c’è un euro.
E l’Acea va a segno. Il giorno prima dell’entrata in vigore della nuova legge sui condomini, il giorno 17, manda una squadra di “guastatori” e invece di sigillare i contatori, come speso avviene, li smontano e li portano via. Nessuna discrezione, nessuna attenzione o valutazione del gesto. Un paio di chiavi inglesi e due operai hanno reso giustizia all’azienda dell’acqua e beffato 31 famiglie. Soprattutto se poi molte di loro ha sempre onorato gli impegni economici.
Al di là della filosofia dell’acqua come bene primarie e dalle sentenze giurisprudenziali sui distacchi per morosità, l’arroganza di Acea finisce per lasciare a secco sì tutto il condominio ma senza fare la selezione tra chi è in regola con le quote e chi non. Insomma il signor Massimo, gestore di un supermercato, ha sempre pagato il dovuto ma è senz’acqua potabile. E con lui la moglie e tre figli di 6, 10 e 13 anni. Nè da bere, né per lavarsi. Tutti a secco nel periodo più bollente dell’anno.
Ora il signor Massimo non è tipo che si perde d’animo. Ha rinunciato ad un giorno di lavoro e insieme all’avvocato ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale Civile contro l’interruzione del servizio. “Anche se dovessero essere celeri – spiega il ricorrente – ci vorranno tra i 10 e i 15 giorni per avere un pronunciamento”.
Alle 16 del 19 giugno con una temperatura stimata in 35 gradi, la situazione è questa: l’amministratore dopo il distacco dell’acqua ha convinto i morosi a pagare. Non tutto ma quanto basta per correre in Acea e saldare il debito. Vediamo quanto tempo impiegherà la società che gestisce l’acqua a Roma per far tornare alla civiltà 31 famiglie.
http://www.affaritaliani.it/roma/condom … 62013.html
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