Aumentano le famiglie in difficoltà
il 17% fatica ad arrivare a fine mese
Cari amici,
Approfitto di un articolo tratto dalla Web Page di Repubblica per ricordare, casomai ce ne fosse ancora bisogno, che il costo della crisi si abbatte soprattutto sui più poveri.
E’ necessario saper leggere la realtà, e riconoscere onestamente che la ricchezza non è suddivisa in modo equo.
Ci sono pochissimi ricchi, tantissimi poveri, e non tanti che appartengono alla cosiddetta “classe media”.
Spesso mi chiedo chi decide che cosa ha valore?
Perchè non si limita per legge il tetto massimo alla ricchezza privata?
Perchè deve esistere la classe dei super ricchi, la quale non solo ha molto di più di quanto sarebbe necessario per vivere, ma si permette anche di giudicare, di essere a suo modo generosa sperperando il superfluo in cambio del bollino di “buon uomo”.
Questo processo è addirittura teorizzato in economia con un termine a suo modo azzeccato: Trickle-down, ossia sgocciolamento della ricchezza da chi ce l’ ha a chi non ce l’ ha.
Mi chiedo se mai avremo il coraggio di rimettere in discussione i nostri modi che abbiamo inventato per creare e redistribuire il valore economico e finanziario.
I dati a nostra disposizione bocciano senza appello il nostro modello economico!
I cosiddetti “poveri” sono lì a ricordarci che stiamo sbagliando strada.
La Repubblica
ROMA – Sono sempre di più le famiglie italiane che vivono gravi difficoltà economiche. Lo rivela l’indagine annuale dell’Istat su “reddito e condizioni di vita”, effettuata nell’ultimo trimestre del 2008 su un campione di circa 21.000 nuclei familiari (oltre 52.000 persone). La quota di famiglie che dichiara di arrivare alla fine del mese con molta difficoltà è salita dal 15,4% del 2007 al 17,0%. In aumento anche quelle che non riescono a provvedere regolarmente al pagamento delle bollette (11,9% contro l’8,8% dell’anno precedente) e all’acquisto di abiti necessari (18,2% contro il 16,9%). Statisticamente significativo è pure l’incremento delle famiglie cui è capitato di non avere, in almeno un’occasione, soldi sufficienti per pagare le spese per i trasporti (8,3% contro il 7,3% del 2007) e di quelle che sono in arretrato con il pagamento del mutuo (7,1% di quelle che hanno un mutuo, contro il 5,0%).
Risultano sostanzialmente stabili, rispetto al 2007, almeno a livello nazionale, le quote di famiglie che non si possono permettere di riscaldare adeguatamente la propria abitazione (10,9%), così come quelle che hanno risorse insufficienti per gli alimenti (5,7%) e per le spese mediche (11,2%). Quasi un terzo delle famiglie (31,9%) ha poi detto di non essere in grado di far fronte a una spesa imprevista di 750 euro con risorse proprie.
Peggiora la situazione nel Mezzogiorno e nelle isole: tra il 2007 e il 2008, infatti, è aumentata in misura significativa la percentuale di famiglie che arriva con molta difficoltà a fine mese (dal 22,0% al 25,6%), al contrario di quanto avviene nel nord e nel centro dove tale quota rimane sostanzialmente stabile (nel 2008 rispettivamente, il 12,6% e il 14,3%).
La maggiore frequenza di situazioni di difficoltà economica nelle regioni meridionali e insulari, osserva l’Istat, si rileva in Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. Tra le regioni del nord e del centro, i maggiori segni di disagio si registrano in Piemonte e nel Lazio.
Le difficoltà economiche aumentano se il numero dei membri del nucleo familiare è più alto e risultano particolarmente evidenti per le famiglie con cinque o più componenti. In particolare, a incidere è soprattutto il numero di percettori di reddito presenti in famiglia e il tipo di fonte di reddito disponibile: nel 2008, più di un quinto delle famiglie monoreddito (20,6%) ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese. La tipologia familiare che meno frequentemente riferisce di sperimentare difficoltà economiche è quella delle coppie senza figli (nel 2008, il 12,3% dichiara di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese). Le famiglie con figli risultano, invece, relativamente più esposte a situazioni di disagio: il 14,1% delle coppie con figli e, tra queste, il 24,3% di quelle con tre o più figli dichiara di essersi trovata in arretrato con il pagamento delle bollette (contro il 7,8% di quelle senza figli); il 32,9% delle famiglie con tre o più minori dichiara di arrivare con molta difficoltà a fine mese, il 42,3% ritiene di non poter affrontare una spesa inattesa di 750 euro e il 14,2% di quelle che hanno un mutuo sono state in arretrato con il pagamento delle rate.
Insieme alle coppie con almeno tre figli, si trovano più frequentemente coinvolte in situazioni di difficoltà economica anche le famiglie con un solo genitore e gli anziani soli: il 39% delle prime e oltre il 40,6% delle seconde ritiene di non poter affrontare una spesa inattesa di 750 euro.
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