G-20, accordo su exit strategy
Brown propone la Tobin Tax
Gelo di Geithner e Tremonti
Cari amici,
I ministri economici del G20 sono riuniti per pontificare giudizi e rimedi per la crisi economica e finanziaria globale.
Mi sembra preoccupante quando i cosiddetti “esperti” di economia si riuniscono, perchè non si è mai abbastanza preparati su quanto potranno inventarsi ai nostri danni.
La nostra situazione economica attuale, infatti, non scende dalla luna, ma da precise scelte politiche che poi si sono tramutate in leggi.
Mi sembra evidente che queste scelte politiche hanno prodotto e stanno producendo danni economici strutturali e povertà per moltissima povera gente.
Tuttavia, anche constatando questi danni collaterali del sistema, al G20 si discute solo di come sostenere il sistema economico attuale, al fine di ricreare le condizioni per favorire la cosiddetta “crescita”.
Il capitalismo moderno è un sistema malato, che tende a sostenersi soltanto perchè ciò interessa alla classe di “ricchissimi” che occultamente guida la politica per i propri interessi.
Pertanto, dobbiamo inventare un sistema economico alternativo, che redistribuisca il valore finanziario con criteri di equità, ed inoltre impedisca le disuguaglianze sociali così ingiuste che gridano vendetta.
Il futuro è nelle mani di chi se lo sa costruire.
….iniziamo?
Il sole 24 ore
I ministri economici e i banchieri centrali del G20 in corso a St. Andrews hanno raggiunto un accordo «per adottare una dettagliata tabella di marcia per uscire dalle politiche di stimolo all’economia». E’, secondo quanto si apprende, uno dei contenuti della bozza di conclusione dell’incontro. Per il G20 i primi risultati per la messa a punto del calendario dovranno essere raggiunti «entro fine gennaio».
Al G20 il primo ministro britannico Gordon Brown ha invitato i 20 ministri finanziari e banchieri centrali delle economie più sviluppate e di quelle emergenti a prendere in considerazione «una tassa sulle transazioni finanziarie fra le altre misure per rendere le banche più responsabili», ovvero la famosa Tobin Tax. Nel suo intervento da «padrone di casa» nella seconda giornata di lavori del G20 finanziario (che vede i ministri finanziari e i banchieri centrali delle nazioni più ricche e di quelle a maggiore tasso di sviluppo discutere di come gestire la ripresa dalla crisi e di come finanziare la lotta contro il riscaldamento climatico), Brown ha anche ribadito la sua convinzione che «se anche le recenti indicazioni di un’espansione economica sono causa di ottimismo, non devono essere una ragione per concludere prematuramente le politiche di stimolo economico».
Per Brown le grandi economie del mondo devono portare avanti gli sforzi per la ripresa economica, senza accontentarsi dei segnali positivi che stanno emergendo. «La nostra risposta vigorosa, collettiva e non convenzionale, attraverso il forum del G20, ha aiutato a ripristinare un certo grado di fiducia – ha spiegato – Ma questo non deve portare all’autocompiacimento ora o in futuro. L’autocompiacimento è il nemico della ripresa». Per il premier britannico l’obiettivo della riunione di oggi è «portare vita nella cornice di Pittsburgh» sulla crescita: «Oggi possiamo porre le basi per una nuova governance globale che sia rappresentata dal G20 e iniziare a realizzare il piano per la crescita sul quale ci siamo messi d’accordo».
Gli Stati Uniti non sono pronti a sostenere la proposta di Gordon Brown, ha detto il segretario al tesoro Usa Tim Geithner in un’intervista a Sky News. «E’ qualcosa che non siamo pronti a sostenere» ha detto «ma, ripeto ancora, sono convinto che abbiamo un interesse comune a cercare di avere un sistema in cui i contribuenti non siano esposti a rischi e nel quale le istituzioni finanziarie paghino le conseguenze dei loro errori». Geithner ha detto che la ripresa è appena iniziata e che va sostenuta ancora dai piani di aiuto.
La proposta di tassare le transazioni finanziarie internazionali «gira da almeno 20 anni» ma sarebbe preferibile bloccare la speculazione piuttosto che tassarla dopo, ha invece commentato Giulio Tremonti. «Sicuramente – ha argomentato Tremonti – c’è in giro troppa speculazione finanziaria, che é bene controllare». Secondo il ministro «la speculazione è meglio bloccarla prima che tassarla dopo».
Il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke ha detto che l’economia statunitense ha iniziato la sua ripresa: «La buona notizia è che gli Stati Uniti sono tornati a crescere», ha detto.
Per l’Italia sono presenti a St. Andrews il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, che oggi, nella veste di presidente del Financial Stability Board, presenterà i passi avanti compiuti dalla comunità internazionale rispetto all’agenda fissata nella riunione di settembre a Pittsburgh, soprattutto riguardo ai bonus ai manager delle banche internazionali.
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