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In che mondo vivremo nel 2030?

Cina: il bus dei condannati a morte
Iniezione letale a bordo mentre si dirige al più vicino ospedale per l’espianto degli organi

Cari amici,

Riporto di seguito un articolo tratto dal Corriere della Sera, che tratta di un invenzione cinese molto “economica”: Il bus della morte!

Mi chiedo:

“Che mondo stiamo costruendo? In che mondo vivranno i nostri figli tra 30 o 40 anni?”

Quando rivolgo questa domanda a colleghi ed amici, alzano le braccia e cambiano discorso.

Confesso che qualche anno fa questi argomenti non mi interessavano, perchè ero immaturo e non avevo figli.

Oggi sono consapevole che ciò che scegliamo ogni giorno influisce sulla vita che i nostri figli vivranno domani.

Il conflitto generazionale è già evidente

Il conflitto generazionale è già evidente, e si manifesta tra il trattamento dei lavoratori che esisteva 30 anni fa (Stipendi sicuri, INPS, reti sociali affidabili, pensioni generose, etc…etc…), e il trattamento economico che oggi è disponibile per noi che lavoriamo (Stipendi insicuri e variabili, Cassa mutua solo per i pochi fortunati che hanno un lavoro sicuro, pensioni future discutibili e incerte, etc…etc…).

Molti dicono che la colpa è della mancanza di “etica” e di “giustizia sociale”.

A questo riguardo penso che questi concetti debbano essere riempiti di contenuti; altrimenti sono solo parole che risuonano nell’ aria.

Credo che la giustizia sociale bisogna costruirla vicino a casa nostra, tra i nostri vicini di casa, gestendo in modo economico ed efficiente i beni che possediamo.

Se non riusciamo a trovare delle buone regole di convivenza nelle “nostre” comunità residenziali, non possiamo pretendere che arrivino dalla luna dei buoni governanti che “inventino” il paradiso sulla terra.

Spetta a noi lavorare “insieme” per costruire un mondo più giusto che i nostri figli potranno abitare!

In Cina il bus dei condannati a morte

Viene costruito a Chongqing dalla Jinguan Auto il bus dei condannati a morti in Cina. Oltre ad avere il record mondiale delle condanne a morte (1.718, pari al 72% nel 2008, ma Amnesty International segnala che i numeri potrebbero essere più alti), la Cina ha inventato anche le esecuzioni mobili. Per risparmiare tempo e denaro, e soprattutto recuperare i preziosi organi dei condannati, che vengono subito espiantati per poi essere rivenduti per i trapianti. E per poter fare questo, i cadaveri dei condannati devono essere portati subito in sala operatoria. Quindi, cosa c’è di meglio di fare loro l’iniezione letale direttamente sul pullman che li porta in ospedale?

ASETTICI – La notizia dell’esistenza di questi veicoli non è nuova, ne ha parlato alcuni anni fa la stessa stampa cinese. La Jinguan ha finora venduto una decina di questi minibus lunghi 7 metri e da 17 posti, spiega il sig. Zhang dell’ufficio marketing dell’azienda all’Indipendent, senza però voler dare il proprio nome. La Jinguan dal 1992 costruisce ambulanze, veicoli per la polizia, pullmini per il trasporto di preziosi e auto blindate. Zhang spiega che i condannati vengono posti su un lettino, legati mani e piedi, poi viene fatta loro l’iniezione letale. C’è anche un sistema video per filmare l’esecuzione e assicurarsi che tutto venga fatto a norma di legge.

Vantaggi dei bus della morte

VANTAGGI – L’altro «vantaggio» del pullmino è che può raggiungere anche le località cinesi più remote dove c’è da giustiziare qualcuno, senza doverlo portare nella prigione provinciale con costi e tempi aggiuntivi. L’esecuzione tramite iniezione letale è stata richiesta dagli stessi boia. In precedenza i condannati a morte venivano finiti con un colpo di pistola alla nuca (a volte più di uno). Gli esecutori dovevano indossare tute e stivali di gomma per non essere imbrattati dal sangue delle vittime. Inoltre, con l’aumento delle esecuzioni di spacciatori di droga (spesso a loro volta drogati) i boia temevano di prendere malattie come l’Aids.

AFFARI – Alla Jinguan fanno sapere che le vendite vanno bene, anche in questi tempi di crisi, e invitano i governi stranieri che fossero interessati a mettersi in contatto. Si assicura riservatezza e buoni prezzi.

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