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Il Papa: Meglio affidarci a Dio che agli economisti

Il Papa: «Il futuro è nelle mani di Dio,
non di maghi e economisti»

«La nostra speranza è in Dio, non solo creatore ma anche padre». «L’anno nuovo sarà “buono” nella misura in cui ciascuno permetterà liberamente al divino di compiersi»


Cari amici,

La notizia di oggi è che il Papa preferisce affidare il futuro del mondo a Dio, piuttosto che metterlo nelle mani di “maghi ed economisti”.

Trovo molto interessante questo accostamento tra due categorie di “seri” professionisti che aiutano il nostro mondo a progredire verso il “benessere”.

Chissà perchè c’ è bisogno del Papa per accorgersi che “il re è nudo”.

La civiltà occidentale non controlla più il valore economico!

Forse non l’ ha mai controllato.

Il valore della moneta non è appoggiato su niente di concreto, e tutti noi viviamo nella speranza di trovare gente che accetti i pezzi di carta che abbiamo in tasca, e che chiamiamo “banconote”.

Questa si che è fede!

Affidiamo le nostre valutazioni al PIL (Prodotto interno lordo).

Crediamo veramente che sia necessario incrementare ancora il settore industriale dell’ automobile!

Gli economisti, poi, sono esilaranti!

Raccolgono dati, li analizzano, e raccontano le loro storielle su come si modificherà la nostra vita “domani”.

E il bello è che le loro opinioni vengono discusse sui giornali, come se ciò che loro pensano possa modificare il destino degli esseri umani.

Finora le teorie economiche hanno prodotto soltanto disastri.

Il cosiddetto “comunismo” ha prodotto dittatura e sfruttamento.

Il cosiddetto “liberalismo economico” ha prodotto povertà, dominio dei ricchi sui poveri, asservimento verso il potere delle borse e della finanza.

Mi sembra evidente che il valore è un concetto politico, non economico!

E’ necessario smetterla di affidarci a valutazioni cosiddette “oggettive”, le quali servono soltanto a nascondere le ingiustizie economiche del mondo.

Dobbiamo avere il coraggio di metterci in relazione con la realtà, e di buttare nel cestino le statistiche.

Corriere della sera

ROMA – «La vera ragione di speranza dell’umanità» è fondata sul fatto che «la storia è “abitata” dalla Sapienza di Dio». Benedetto XVI lo ha ricordato questa mattina all’Angelus mettendo in guardia i fedeli dagli «improbabili pronostici» dei maghi e degli oroscopi ma invitandoli anche a non lasciarsi impressionare dalle «previsioni economiche, pur importanti».

«SPERANZA IN DIO, NON GENERICO FATALISMO» – «I problemi – ha detto – non mancano, nella Chiesa e nel mondo, come pure nella vita quotidiana delle famiglie. Ma, grazie a Dio, la nostra speranza è in Dio, non nel senso di una generica religiosità, o di un fatalismo ammantato di fede. Noi confidiamo nel Dio che in Gesù Cristo ha rivelato in modo compiuto e definitivo la sua volontà di stare con l’uomo, di condividere la sua storia, per guidarci tutti al suo Regno di amore e di vita. E questa grande speranza anima e talvolta corregge le nostre speranze umane».

«IL DIVINO SI COMPIE CON LA NOSTRA LIBERA COLLABORAZIONE» – Nella visione cristiana, basata sul Vangelo e sulla Sacra Scrittura, «Dio è non soltanto creatore dell’universo, aspetto comune anche ad altre religioni, ma Padre, che ci ha scelti prima della creazione del mondo predestinandoci ad essere per lui figli adottivi e così la Legge di Dio si è fatta testimonianza vivente, scritta nel cuore di un uomo in cui, per l’azione dello Spirito Santo, è presente corporalmente tutta la pienezza della divinità». «E tuttavia – per Papa Ratzinger – il disegno divino non si compie automaticamente, perchè è un progetto d’amore, e l’amore genera libertà e chiede libertà».

« SE L’ANNO SARÀ “BUONO” DIPENDE DA CIASCUNO DI NOI» – «Il Regno di Dio – ha spiegato – viene certamente, anzi, è già presente nella storia e, grazie alla venuta di Cristo, ha già vinto la forza negativa del maligno. Ma ogni uomo e donna è responsabile di accoglierlo nella propria vita, giorno per giorno. Perciò, anche il 2010 sarà più o meno “buono” nella misura in cui ciascuno, secondo le proprie responsabilità, saprà collaborare con la grazia di Dio». «Rivolgiamoci dunque – ha esortato i circa 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro – alla Vergine Maria, per imparare da Lei questo atteggiamento spirituale. Il Figlio di Dio ha preso carne da Lei non senza il suo consenso». «Ogni volta che il Signore vuole fare un passo avanti, insieme con noi, verso la ‘terra promessa”, bussa prima – ha concluso il Pontefice – al nostro cuore, attende, per così dire, il nostro »sì«, nelle piccole come nelle grandi scelte. Ci aiuti Maria ad accogliere sempre la volontà di Dio, con umiltà e coraggio, perchè anche le prove e le sofferenze della vita cooperino ad affrettare la venuta del suo Regno di giustizia e di pace».

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