Contrordine nella notte da Varsavia
“Via le veline”. E in lista ne resta una
Telefonate di Berlusconi a Letta e ai registi delle candidature.
Da giorni sulle “bellissime” il malumore di una parte della base, soprattutto ex An
Alla fine, di tutte le veline previste è rimasta solo Barbara Matera.
…per fortuna che Veronica c’ è! Non fa rima ma mi piace!
Dall’ articolo che segue si evince il dissenso che proveniva dalla base del popolo della libertà, che sommessamente non riusciva a vedere le capacità politiche potenziali delle graziose ragazze.
E’ vero che le “gnocche” avevano subìto un corso di 30 ore, ma pure io potrei andare a fare un corso di passerella, e non garantisco sul risultato che potrei ottenere “sul campo”.
Viva l’ Italia!
Alla fine riusciamo sempre ad evitare il ridicolo per il rotto della cuffia.
…perchè non candidare Veronica Lario alle prossime elezioni?
La repubblica
ROMA – Lo chiamano effetto Veronica. Il vento ha cominciato a soffiare forte la sera di martedì, nel rush finale di chiusura delle liste del Pdl, ancora prima che fosse resa pubblica la dura protesta della signora Lario contro il “ciarpame senza pudore” di alcune candidature femminili. Il presidente del Consiglio, a Varsavia per il congresso del Ppe, informato preventivamente della tempesta in arrivo ha chiesto subito di essere messo in contatto con Gianni Letta e Nicolò Ghedini. In quei drammatici minuti, sul filo tra Roma e Varsavia, un rapido consulto ha prodotto la decisione inevitabile: rinunciare alle euroveline. La telefonata decisiva alle 22.20 a via dell’Umiltà, il premier in viva voce con i tre coordinatori La Russa, Bondi e Verdini: “E va bene, bloccate tutto. Togliete quei nomi, sostituitele e poi mandatemi le liste per l’ok definitivo”. Liste sbianchettate dunque? Denis Verdini, lasciando Montecitorio, nega tutto: “Il bianchetto – scherza – me lo metto sulle unghie, anche dei piedi. Ma sulle liste non l’abbiamo usato perché non ce n’era bisogno”. Oggi comunque Silvio Berlusconi sarà a Milano (è saltato dunque, fa sapere l’entourage di Gianfranco Fini, il consueto pranzo con il premier) e forse, dopo due giorni di comunicazioni interrotte, e potrebbe avere un chiarimento faccia a faccia con la moglie.
Eppure, al di fuori del refrain ufficiale contro la stampa gossippara, dentro in Pdl sono in molti a confessare che le veline c’erano eccome. E a ringraziare Veronica per lo scampato pericolo. In fondo erano giorni che dal territorio salivano fino a via dell’Umiltà i mugugni dalla base, dalle varie regioni, soprattutto gente di An, peones, per quei nomi catapultati senza alcuna esperienza dal mondo dello spettacolo alla rappresentanza europea. “Quando ho visto la lettera di Veronica – confida una deputata in vista del Pdl – ho capito che ce l’avevamo fatta”. Insomma, non tutto il male viene per nuocere. Ridendo sotto i baffi, Ignazio La Russa non resiste alla tentazione della battuta, non sapendo di essere ascoltato da un giornalista: “Noi tre coordinatori abbiamo lavorato bene, ma c’è una che ha lavorato meglio di noi”. Chi se non Veronica?
A fare le spese dell’effetto Veronica sembra siano state soltanto in tre, visto che altre ragazze come Angela Sozio e Camilla Ferranti erano già state escluse nei giorni precedenti. L’unica showgirl a resistere è stata Barbara Matera. La scure si sarebbe abbattuta su Elisa Alloro, presentatrice tv, Cristina Ravot, la giovane cantante delle serate di villa Certosa, e Susanna Petrone (Sud), valletta Mediaset di Guida al campionato. A chi martedì notte gli chiedeva spiegazioni, Berlusconi motivava la sua decisione in questo modo: “Io queste ragazze conoscevo, che si erano proposte per fare politica. Se ne conoscete altre fatemi un elenco e vediamo”. E il nuovo elenco di sostituite alla fine è venuto fuori, pescando frettolosamente anche fra segretarie e funzionarie di partito. L’altro problema è che pure alcune deputate, come Nunzia Di Girolamo, avevano dato forfait volontariamente, temendo un gioco al massacro con le preferenze. E così si erano creati altri buchi da riempire. Come Beatrice Lorenzin, che aveva convinto Fabrizio Cicchitto a darle una dispensa. O Anna Grazia Calabria, la più giovane deputata, volata fino a Varsavia per chiedere al Cavaliere di non mandarla allo sbaraglio.
Insomma, tra un “riempitivo” e l’altro, le liste alle due di notte erano pronte. “Si sarebbe potuto evitare tutto questo casino – si sfoga a cose fatte un alto papavero forzista, che se la prende con gli uomini vicini a Berlusconi – se qualcuno non avesse chiamato tutte quelle ragazze per fare un corso di politica con Frattini senza prima avvisarci. Avremmo chiamato trenta maschi, si sarebbero mischiati, e nessuno ci avrebbe fatto caso. Ma così era indifendibile”. Alla fine anche questa grana è stata chiusa, non senza sfregi all’immagine del Cavaliere. Sospira Sandro Bondi: “Dobbiamo tornare tutti a parlare di politica, quella vera. A star dietro a queste cose perdiamo tutti, politici e giornalisti”.
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