Il mio occhio è nell’ anima, da quando ti ho lasciato;
quello che mi governa nell’ andare
in parte vede e in parte è oscurato,
pare che veda e invece è un brancolare
che non trasmette immagini al cuore.
E l’ anima non sente, non si accorge
di quel che è vivo, sia uccello o fiore,
nè la visione afferra ciò che scorge:
le cose più gentili o le più rozze,
l’ essere più deforme o più perfetto,
il monte o il mare, il giorno o la notte,
il corvo o la colomba, li forma sul tuo aspetto.
Colma di te, incapace di altro,
la mia anima più ottusa rende il mio occhio falso.
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