È ora indagato per omicidio colposo l’uomo che all’ epoca amministrava il condominio di corso Vercelli 119, dove il 23 gennaio 2013 le esalazioni del monossido di carbonio, causate dalla mancata manutenzione della canna fumaria, provocarono la morte di Giuseppa Cecere, 68 anni, e ridussero in stato vegetativo la figlia 39enne Anna Migliaccio.
Questi i risultati dell’indagine chiusa dal pm Raffaele Guariniello, dopo che gli accertamenti tecnici hanno dimostrato come il monossido di carbonio – che una stufetta a gas della cucina immetteva nella canna fumaria – rientrasse nell’ abitazione invece di uscire dal condotto destinato ai fumi. A causare la disfunzione che provocò la tragedia, alcune scorie che ostruivano il condotto, tra cui anche dei mattoni.
Da qui la decisione di mettere sotto indagine l’ allora amministratore, in quanto responsabile della gestione della manutenzione.
In quel drammatico giorno, i pompieri erano entrati nell’ appartamento forzando la serratura, dopo essere stati allertati dai parenti che da qualche giorno non sentivano più notizie delle due donne.
Una volta dentro, avevano trovato il corpo esanime di Giuseppa vicino alla finestra, mentre Anna, che era ancora a letto, era stata trasportata immediatamente all’ospedale San Giovanni Bosco, dove la misero in una camera iperbarica per scongiurarle un arresto cardiaco.
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